Chaos vs. Business ? Quante sono le pagine web? Un miliardo? Cento miliardi? Chi offre di piu'239? Il 26 giugno 2000, Google ha annunciato di aver censito oltre un miliardo di pagine web, di cui 560 milioni acquisite per intero e 500 milioni segnalate solo in base al loro indirizzo web ma non ancora analizzate nel dettaglio. Nel frattempo, Lycos amplia l'archivio dei siti catalogati fino a 340 milioni di pagine web, decidendo di utilizzare la tecnologia fast. Non passa neanche un mese che un nuovo studio sulle dimensioni del World Wide Web dichiara che le pagine online superano le piu' fervide previsioni. Il rapporto di ben 42 cartelle, stilato dalla BrightPlanet240, sostiene che in realta' i documenti online sarebbero circa 550 miliardi241. Secondo BrightPlanet, Internet sarebbe qualche ordine di grandezza piu' estesa di quello che si credeva fino ad oggi242! A cosa e' dovuta questa esplosione della Rete? Sicuramente anche all'incremento dei suoi "abitanti". Si pensi che in Cina243 nel 1997 gli utenti erano 200.000 e nel 2.003 saranno circa 35 milioni secondo una valutazione del "BDA" - Istituto indipendente di ricerca cinese. Aumentano a vista d'occhio i navigatori, aumentano i web-masters, aumentano i sistemisti e le macchine connesse a Internet: come non prevedere un incremento esponenziale anche delle pagine Web presenti in Rete? La Rete si sta inoltre differenziando sempre piu' ed i motori di ricerca si dovranno prima o poi scontrare non solo col problema (irrisolvibile) di catalogare tutta la Rete, ma con il limite ancor piu' ambizioso di prendere in considerazione non solo il protocollo della Rete che interessa il Web, ma anche tutte quelle sottoreti che per motivi commerciali - come nel caso del Wap e Publius - o ideologici - come nel caso di Freenet - si stanno sviluppando ed estendendo indipendentemente dai parametri dettati dal Web. Focalizzando comunque solo l'ambito della Rete cosi' come e' comunemente conosciuta, esistono studi ritenuti molto affidabili che assegnano percentuali di copertura incredibilmente basse a pur blasonati motori di ricerca. Secondo il dossier di S. Lawrence e C. Lee Giles pubblicato su Nature244, i motori di ricerca prendono in considerazione un'infima parte della Rete: Altavista il 12 per cento, Northernlight il 16 per cento, Lycos il 2,5 per cento! Sempre secondo questo studio, la porzione di Internet che indicizzano e' oltretutto in gran parte di tipo commerciale. Internet puo' quindi essere vista come una grande torta che i motori di ricerca si affannano a ritagliare in tante fettine, purtroppo per scarsezza di mezzi sempre piu' piccole e sempre piu' infarcite di canditi dall'amaro sapore commerciale... Eppure, rimanendo nei confine della metafora, e' la fetta che non ci tocca quella piu' appetibile: e' nella porzione meno nota, incensita e popolare della Rete, quella meno linkata, essendo estranea ai meccanismi di marketing della Rete245 che forse, e a volte sicuramente, si cela l'informazione che non riusciamo a scoprire. gli ultimi non saranno mai i primi Le classifiche dei risultati di motori di ricerca abbondano di vizi. Che l'ordinamento dei risultati - il ranking - prodotto dalle interrogazioni dei motori di ricerca sia viziato da numerosi fattori di natura tecnica, ma anche trucchi finanziari e "culturali" e' indubbio. Il ranking, e in particolare il top ranking, e' il prodotto di una serie di eventi particolarmente complessi, che hanno tuttavia come matrice comune il fatto di esaltare le differenze di risorse che esistono fra i vari siti. Se proprio non vogliamo parlare di classi economiche nel turbo (o anarco?) capitalismo della new economy, e' comunque innegabile che non tutti i siti appaiono alla stessa maniera agli occhi di uno spider dal momento che solo quelli che dispongono di notevoli investimenti finanziari e non solo, hanno la speranza di arrivare in vetta alle ambite classifiche. Vediamo uno ad uno quali sono i gap fra i siti che determinano la loro presenza o meno nella hit. E' necessario che il sito possa investire in risorse per acquisire il know-how sufficiente ad elaborare un codice html che si presti efficacemente ad essere acquisito e ben indicizzato dal motore di ricerca. Chi non e' in grado di ottimizzare un codice agli occhi dello spider del motore, difficilmente potra' sperare di entrare nella pole position dei risultati. I motori di ricerca che hanno anche una struttura di directory ad albero selezionano i siti in base a criteri di bellezza, ricchezza di contenuti, popolarita' e perfino, talvolta, in base ad accordi economici246. Chi ad esempio non ha le competenze per realizzare un bel sito, non ha una redazione247 capace di produrre in continuazione contenuti di alta qualita' oppure non ha risorse economiche da investire per un buon ranking si trova con le ali tarpate e le ambizioni tradite. Il ranking di molti motori di ricerca si fonda sul meccanismo di misura della popolarita' del sito - un criterio che abbiamo gia' definito quantificabile nel numero di link che in Rete puntano a quel sito. Chi non ha soldi da investire in banners pubblicitari o altri accordi di partnership commerciale finalizzati allo scambio o alla collocazione strategica di links in Rete, chi non suscita scandalo o interesse clamoroso e improvviso in Rete senza riuscire a generare un'escalation di links verso se stesso, chi non ha risorse sufficienti per realizzare un sito da propagandare fra i punti di riferimento in Rete su un tema di specifico interesse, chi non ha le risorse pubblicitarie per catturare attenzione e attirare links sul proprio sito o portale, difficilmente potra' nutrire qualche speranza di visibilita' sui motori. Chi invece decide di investire anche sotto il profilo economico per inserirsi nella hit dei risultati ha nel suo carnet di possibilita' una strada molto semplice: posizionare appositi banners pubblicitari, quasi trompe d'oeil ben evidenti, intorno alla mascherina della stringa di ricerca sul motore. In corrispondenza di determinate ricerche e' possibile infatti far apparire il proprio banner, qualora l'utente che effettua la ricerca abbia selezionato proprio una delle parole-chiave corrispondenti al prodotto da reclamizzare. A causa di discriminanti economiche spesso basate su gap culturali ed eventi mediatici, non e' affatto casuale scalare la prima pagina dei risultati di un motore di ricerca. Viceversa suggeriamo proprio il caso - o meglio il chaos - come tool o applicazione concettuale per tentare di risolvere i problemi del reperimento dell'informazione e della catalogazione dei materiali recuperati. Uno strumento casuale in grado di affrontare la complessita' del caos informazionale, intraprendendo azioni di reperimento ed indicizzazione che esulino veramente dall'ambito delle misure censorie. Di fronte a una situazione complessa e non lineare - sia essa una reazione biologica, uno studio cartografico, il doppio vincolo nei casi di schizofrenia, l'analisi delle dinamiche delle crisi ecologiche, la filosofia cibernetica, la grammatica di una frase, una struttura fisica dissipativa, e molto altro ancora248 - non e' possibile applicare i criteri newtoniani e cartesiani della scienza classica. Il paradigma della scienza classica, concepito per un mondo ordinato, senza attriti, fisso, invariabile, e termodinamico, non e' piu' applicabile ad un universo che invece e' in perenne oscillazione, ma stabile seppur lontano da uno stato di equilibrio. L'universo informazionale quale emerge dallo stato magmatico e rizomatico della Rete, e' una struttura che assomiglia a un "organismo vivente che e' caratterizzato da un flusso e da un cambiamento continui nel suo metabolismo"249: una struttura dissipativa come un mulinello d'acqua la cui struttura globale si conserva a dispetto del flusso interrotto dei suoi componenti... Non e' un universo termodinamico che tende a ridurre al minimo le sue fluttuazioni oscillando in prossimita' del rassicurante stato di equilibrio. E' al contrario ridondante e fluttuante, dissipativo; un universo le cui proprieta' non si definiscono di per se', entro i rassicuranti confini di un'ideale piano cartesiano, ma si esplicano solo nell'ambito di un contesto (come ad esempio l'organizzazione supermolecolare) sistemico. E' un universo interconnesso descrivibile unicamente attraverso equazioni matematiche non lineari. In altre parole non e' possibile trattare ricorrendo ai criteri ortodossi i sistemi ad elevata complessita'. Come un cartografo contemporaneo non puo' risparmiarsi dall'impiegare i frattali, o software basati su matematiche complesse per disegnare i profili delle frastagliate scogliere irlandesi, cosi' un cybernavigante non puo' esularsi dal riflettere a situazioni reticolari con gli strumenti del chaos per rapportarsi alla Rete. Quanto le equazioni lineari non sono adeguate a descrivere le strutture dissipative scoperte da Ilya Prigogine250, tanto i fenomeni di ridondanza e varieta' del Web non rispondono piu' a criteri universalistici ed enciclopedici di settecentesca memoria. A Diderot bisogna sostituire la labirintica biblioteca di Borges. Alle previsioni newtoniane, criteri stocastici. Al paradigma meccanicistico - causale e deterministico - , una nuova visione del mondo casuale e complessa. All'indicizzazione verticistica e gerarchica dei motori di ricerca, forse bisogna sostituire (anche solo parzialmente) una ricerca caotica e ridondante, e una relativa decodificazione degli eventi che percepisca il mutamento di paradigmi nei saperi contemporanei. L'ipotesi del chaos assume dunque un significato provocatorio ma antiteocratica che richiama proprio i paradigmi delle scienze d'avanguardia. Gli strumenti concettuali della teoria dei sistemi dunque puo' offrire uno spunto di riflessione. Nel nostro piccolo, abbiamo individuato un valido aiuto nella contrapposizione di due principi: i principi del chaos e quelli del business. Che il chaos sia sinonimo e fonte di vita non puo' essere oggetto diretto di questo approfondimento, ma e' risultato essere un assunto di importanti ricerche e decisivi studi sia del passato -nella scienza basti pensare al principio dell'evoluzione di Darwin251 - che del presente. Quasi tutta la matematica d'avanguardia, in particolare quella applicata allo studio dei fenomeni naturali si basa su principi "caotici"; nell'ultimo decennio perfino la chimica di sintesi ha abbandonato lo stereotipo della chimica ortodossa (e lineare) per un modello di chimica "random"252, e cosi' l'arte in molti approcci, stili e movimenti (Dada, Fluxus, e il piu' moderno Dissipazionismo) ha avuto come riferimento atteggiamenti spontanei e casuali. Atteggiamenti libertari e antidogmatici, volti nella direzione di un'eclettica e dissenziente interdisciplinarieta'. Il business si incarna e prospera su cio' che e' generato casualmente dagli esseri viventi: ogni strategia commerciale o di marketing prende spunto da cio' che piu' di bizzarro e quindi spesso generato per caso e' prodotto da esperienze artistiche, scientifiche e politiche e, circoscrivendo le problematiche fin qui trattate, anche i motori di ricerca e soprattutto i portali non sono altro che appropriazioni e rimaneggiamenti di antiche abitudini e consuetudini di navigatori della prim'ora che costruivano e distribuivano ai propri amici elenchi di bookmark costruiti con passione e perseveranza in anni di navigazione libertaria nel cyberspazio. Una volta che il chaos viene raccolto ed adottato dal business e' strutturato e sfruttato a scopi commerciali generando dei meccanismi che sono ovviamente fruttuosi per chi li realizza ma diventano poi un peso, una forzatura e un limite per chi li deve utilizzare. I motori di ricerca e i portali (intendendo chiaramente chi li gestisce) non sono da meno: nascono avvalendosi di una tecnologia sviluppata in ambiti di ricerca, come Internet, spesso frequentati da soggetti quanto meno stravaganti - il "padre" di Fidonet e' un anarchico gay - i quali si preoccupano di mantenere la libera diffusione dei loro "prodotti". Dopodiche' sussungendo alcuni caratteri ed usi di creativi navigatori esperti "avanguardisti", come nell'esempio citato la composizione della lista dei siti top dedicati ad un argomento specifico, si lanciano nel business di "fare la rete a fette". E venderne il pezzo apparentemente piu' succulento al miglior offerente: Godado docet? Nel momento in cui scatta il profit avviene il giro di vite, dalla generazione spontanea, comunitaria, caotica e vitale si passa al mortifero irrigidimento di sfruttamento commerciale, simbolo di un omologato, a senso unico e spregiudicato mondo economico. Come far fronte a questo stato di cose? Una pratica sperimentale che abbia fondamento nei concetti di casualita', condotta applicando una sorta di premio casuale, potrebbe tuttavia offrire una via d'uscita al collo di bottiglia dell'attuale stato della ricerca in Rete. antidoti all'infinito e ai meccanismi di censura La prima proposta consiste nello studio di sistemi che permettano una scelta casuale della porzione di rete da indicizzare; innescare cioe' meccanismi che siano orientati al reperimento di informazione in Internet partendo da indirizzi casuali ma possibili della Rete stessa. Un'ipotesi potrebbe essere quella di indicizzare una frazione della Rete partendo da IP numerici oppure nomi simbolici possibili. E' una proposta dalla forte carica utopistica e dalla improbabile valenza tecnica, qualora abbracciata fideisticamente. Tuttavia avanziamo l'ipotesi di una sua validita' generale purche' venga presa in considerazione come strategia da affiancare alle attuali politiche di reperimento dell'informazione in Rete dei motori di ricerca. Si auspica quindi che per una certa, minima parte, i motori di ricerca prendano in considerazione la possibilita' di generare indirizzi simbolici possibili della rete come; www.parola_possibile_in_italiano.it oppure www.word_in_english.org. e assumere l'eventuale sito, trovato per caso, con i suoi relativi link come informazione facente parte delle loro basi di conoscenza. Lo stesso potrebbe verificarsi ipotizzando indirizzi numerici IP della Rete fra quelli potenzialmente destinati ad ospitare server web. Una volta "azzeccato" un indirizzo IP numerico o indirizzo simbolico alfabetico, il motore di ricerca si troverebbe quindi nell'invidiabile posizione di esplorare e indicizzare un pezzo di Rete che altrimenti non sarebbe mai stata trovata perche' poco conosciuta e quindi affatto linkata, oppure perche' nessuno si e' mai preoccupato di segnalarla ai motori stessi. Una pratica quindi di ipotesi casuale del materiale informativo da reperire in Rete che non risolverebbe sicuramente il problema di indicizzare "tutta" la Rete, ma che toglierebbe di mezzo qualsiasi dubbio su quali criteri, realmente "democratici", utilizzare per tentare di indicizzarne la maggior quantita' possibile senza escludere e penalizzare nessuna forma di rappresentanza della Rete stessa. E soprattutto una pratica casuale come l'unica pragmatica attuabile di fronte a un sistema altamente complesso e caotico. Le ragioni del chaos contro quelle del business Se la proposta avanzata nel precedente approfondimento si rivela problematica nella sua realizzazione tecnica e presumibilmente poco produttiva nella sua elaborazione operativa, risulta invece essere semplice la progettazione dell'interfaccia che andiamo ad ipotizzare: un'interfccia che risolverebbe il problema di quale criterio impiegare nella presentazione dei risultati di ricerca. "Quale criterio / nessun criterio" appare ai nostri occhi di nuovo la soluzione eticamente piu' intrigante, sebbene ancora non necessariamente la piu' efficace. Se, infatti, un ranking viziato dalla popolarita' e dal livello di fattura di un sito - oltre che dalle sue possibilita' economiche di concordare accordi in merito - (sopra)espone allo sguardo di un cacciatore di informazioni una serie di messaggi pubblicitari, e' pur vero che funzionera' anche nel fornirgli indirizzi che, proprio perche' famosi e ben fatti, potrebbero contenere l'informazione che sta cercando, e soprattutto che un'informazione che rispecchi parametri di una certa qualita'. Al contrario un ranking che non prenda in considerazione nessun criterio di ordinamento gerarchico, ma scardinera' proprio il concetto di gerarchia verticale, fornira' risultati di ricerca fra i quali si potra' scorgere, e perche' no fin dalle prime posizioni, il sito amatoriale accanto a quello professionale, quello sconosciuto ancor prima di quello iperpropagandato, quello graficamente improbabile ma accessibile che precede quello esteticamente impeccabile. Come realizzare un progetto di ranking caotico potrebbe essere relativamente semplice potendo disporre di un metamotore di ricerca che: 1) rigira l'interrogazione fatta a una selezione di motori di ricerca253; 2) ottimizza i risultati trovati escludendo le copie quelli e quelli che puntano ad uno stesso indirizzo 3) rimescola l'ordine dei risultati proposti dai motori e li riordina casualmente Un'interfaccia quindi neppure eccessivamente sofisticata254 che consentirebbe di avere una classifica di risultati che, proprio perche' libera da condizionamenti, potrebbe regalare diverse s/gradite sorprese. Un'interfaccia che, dissipando irreversibilmente energie a livello macroscopico, creerebbe invece nel microcosmo del Web isole di autonomia in un oceano caotico: ricchezza - varieta' - bellezza dell'incertezza emergono cosi' dalla trama caotica di imprevedibili fenomeni spontanei e instabili. Se in un universo deterministico non esistono ne' storia ne' creativita', in un mondo generato dal caso "la storia contribuirebbe a giocare le sue carte, il futuro sarebbe incerto e l'imprevedibilita' svilupperebbe creativita'"255. 238 Aole Time Warner, Vodafone-Mannesmann e Vivendi, Seat Pagine gialle e Tin.it, Deutsche telekom e Club Internet, San Paolo-Imi e Tiscali, tutti accordi avuti luogo tra gennaio e febbraio del 2000. 239 Vedremo piu' avanti come il meccanismo del mettere all'asta i bisogni di ricerca dell'informazione non e' affatto una provocazione ma un metodo di lavoro di alcuni motori di ricerca. 240 http://www.brightplanet.com/ 241 Sono numerosi gli studi in Rete sull'enorme crescita del numero di pagine presenti sul web. Alcuni esempi: oltre al rapporto di BrightPlanet ~ http://www.completeplanet.com/Tutorials/DeepWeb/index.asp; Web Bigger Than We Think - Yahoo! News http://dailynews.yahoo.com/h/ap/20000727/tc/deep_web_3.html; Study finds Web bigger than we think (CNET) ~ http://news.cnet.com/news/0-1005-200-2356979.html?tag=st.ne.1002.thed.ni; The Register ~ http://www.nandotimes.com/technology/story/0,1643,500232662-500338191-501933993-0,00.html 242 Brightpanel con il suo nuovo motore denominato LexiBot offre la possibilita' di effettuare una ricerca su "tutta" la Rete censita a patto che si sia disposti a sborsare 90 dollari ed aspettare fino a 90 minuti per una risposta. 243 Esempio significativo se si pensa che lo sviluppo di Internet e' tormentato in questa regione cosi' come in tutti quegli ambiti dove un apparato politico verticistico e' incompatibile con la presenza di un sistema di comunicazione tendente alla decentralizzazione dell'informazione e quindi, di fatto, anche del potere. 244 Vol.400, 8 luglio 1999, www.nature.com 245 Quella ovvero che e' al di fuori della logica del "cliccka e ti pago", lontana dalle logiche di partnership commerciale e di scambio dei banners pubblicitari. 246 Godado (http://www.godado.it) mette all'asta le posizioni nelle pagine dei risultati. Chi offre di piu' compare per primo. La messa all'asta del posizionamento all'interno dell'elenco dei risultati e' quantificabile mediamente in 150 lire per keyword per ogni visita di navigatore che viene sul sito dell'offerente provenenedo da godado, una specie di partenership evoluto sulle regole dei motori di ricerca. La scelta delle parole chiavi e la serieta'/pertinenza dei siti alle stesse viene controllata da Godado stesso. Godado dimostra di aver capito anche un altro meccanismo (simmetricamente opposto ma ugualmente funzionale) ovvero dell'importanza di essere linkati pagando viceversa circa 40 lire per ogni mascherina di ricerca di godado inserita in una pagina web. 247 La "caccia alle teste", ovvero a produttori di contenuti e' uno degli aspetti piu' eclatanti della new economy: i beni immateriali, saperi - know how - brain workers, non sono mai stati in modo cosi' esplicito ricercati. 248 Dalla linguistica ai frattali, dal movimento antipsichiatrico alla Combinatorial Chemistry, il sapere scientifico ha radicalmente mutato i suoi paradigmi nel quadro di una concezione sistemica elaborata da Maturana e Varela, ispirata all'epistemologia della "scuola di Palo Alto" e al dissipazionismo dei sistemi instabili scoperto da I. Prigogine. 249 F. Capra, ibid., p. 202. L'opera del fisico teorico consiste in una divulgazione "per tutti" dei concetti piu' ostici della teoria del caos. 250 Un caso di laboratorio esemplificativo di questi meccanismi di caos spazio-temporale e' lo studio delle molecole di clorato di sodio: la rottura di simmetria in questo celebre esperimento e' "una manifestazione spettacolare di dissimetria introdotta dalla freccia del tempo" (I. Prigogine in Le leggi del caos, p. 20). 251 Reinterpretato nelle teorie sistemiche in La rete della vita di F. Capra. 252 l'attuale chimica combinatoria, in inglese CombiChem, si fonda proprio su sintesi casuali, non lineari e simultanee, vedi Castigli Mirella, L'altrove della chimica di sintesi, in "Altrove", n. 6, 1999. 253 Un elenco scelto fra quelli che presumibilmente coprono la maggior parete della Rete. 254 Il mondo della programmazione Free e' ormai ricco di prodotti software che coprono ogni esigenza immaginabile, esiste in ambiente gnome-linux anche il metamotore reperibile su http://gwsearch.netpedia.net/ e si presume che possa essere quindi di relativamente facile realizzazione anche un'interfaccia del genere. 255 I. Prigogine e I. Stengers in "La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza" (1979, Einaudi). Secondo il fisico matematico inglese Roger Penrose (in "La nuova mente dell'imperatore", 1989, Rizzoli, p.22) nella fisica classica l'universo vi appariva come un immenso automa, sottomesso a leggi deterministiche e reversibili in cui non era affatto facile riconoscere una delle proprieta' fondamentali del pensiero: la creativita'. Secondo lo studioso, solo introducendo instabilita' e caos, e' possibile rompere la teocrazia dogmatica del determinismo e ridare dignita' scientifica alla dimensione creativa. Per non prestare cieca "fedelta' a una razionalita' che lo lascia solo in un mondo muto e stupido" (I. P., ibid., p. 30)