Le news di sTRANO nETWORK

Spettabile redazione di Radio Capital


dal sito web capital.it si evince che Umberto Rapetto tiene una trasmissione quotidiana alle 15:45 dal titolo "c'era una volta il Web".


Vista l'ultima operazione di polizia scaturita dal suo gruppo speciale che insieme a molti altri episodi di repressione recentemente registrati in Rete portera' forse un domani a fare una trasmissione titolata "c'era una volta la liberta' d'espressione sul web" sarebbe quanto meno opportuno che Rapetto rispondesse a qualche interrogativo che in moltissim* si stanno ponendo in questo momento in Rete


  1. Dall'irruzione alla scuola Diaz all'ultima notizia dell'utilizzo durante il G8 di Genova di lacrimogeni di tipo CS che, secondo studi e ricerche epidemiologiche effettuate in tutto il mondo, provoca danni permanenti alla salute tanto da essere stato proibito dalla Convenzione mondiale sulle armi chimiche (vedi a tal proposito l'inchiesta del senatore Verde Francesco Martone); le forze dell'ordine - guardie di finanza incluse - non hanno mostrato al mondo intero una grande immagine di se' di efficienza e di rispetto delle leggi; forse questa operazione cosi' ben illustrata mediaticamente ha anche lo scopo di riacquistare un certo credito e una nuova immagine agli occhi di molti?
  2. Come mai l'operazione "high-tech hate" arriva ora dopo tanti mesi? E' vero che e' stata necessaria una lunga e laboriosa competenza privata esterna di una ditta di Ravenna?
  3. Non pensate che la legislazione italiana in materia di reati informatici sia del tutto inopportuna in generale e nello specifico del caso anche? Ad esempio lo stesso Rapetto potrebbe essere denunciato ed indagato in quanto coautore di un libro sulle tecniche di intercettazione e controintercettazione telefonica e ambientale: ha infatti diffuso "indicazioni o istruzioni idonee" a compiere reati anche di tipo informatico (Art. 615-quater - Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici. - Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto o di arrecare ad altri un danno, abusivamente si procura, riproduce, diffonde, comunica o consegna codici, parole chiave o altri mezzi idonei all'accesso ad un sistema informatico o telematico, protetto da misure di sicurezza, o comunque fornisce indicazioni o istruzioni idonee al predetto scopo, è punito con la reclusione sino ad un anno e con la multa sino a lire dieci milioni).
    La legislazione italiana sull'argomento quindi non solo e' spropositata dal punto di vista repressivo ma anche inadeguata, prendiamo ad esempio il caso dei log, strumento sicuramente adoperato anche in quest'ultima indagine: alla domanda "che valore hanno i log?" l'autorevole Andrea Monti cosi' risponde... "Da soli, praticamente nessuno, visto che non sono generati e memorizzati in modo che nessuno possa alterarli. In altri termini, alla fine della fiera un log e' un file di testo. Se un provider consegna un log alla magistratura, e se non vengono seguite alcune cautele, come si fa a dire che quel file descrive esattamente quello che e' successo su una certa macchina? Puo' sembrare un cavillo avvocatesco, e probabilmente lo e', ma nei processi esiste la regola che una cosa sono le prove, una cosa sono le congetture e le deduzioni. Un log senza alcun riscontro (analoghe entry presenti in server remoti, elementi riscontrati sulla box del sospettato ecc.) e' carta straccia." (testo trovato dopo ricerca su google con stringa Legge e conservazione dei log all'indirizzo http://www.sikurezza.org/ml/11_01/msg00222.html).
  4. Pensate davvero che i responsabili dei servizi in cui e' stato fatto il defacement non hanno nessuna responsabilita'? Qualora contenessero dati personali ricadrebbero nel reato introdotto dalla legge 675/96: "omessa adozione di misure di sicurezza" sanzionato penalmente con la reclusione fino a due anni. Adempimenti noti come "misure minime di sicurezza" previsti nella L.675/96 e codificati nel DPR 318/99 di carattere sia tecnico che amministrativo sono infatti obbligatori. (vedi anche: http://www.interlex.it/675/dispsic.htm). Su un piano piu' genericamente politico davvero fra un adulto super-pagato da importanti istituzioni e un quindicenne smaliziato e' il quindicenne a dover pagare per un server configurato ingenuamente da un punto di vista della sicurezza?
  5. Pensate davvero che a fronte di quanto sta succedendo nel mondo, un giovanissimo che entra in un server, non danneggia niente ma commette un atto pacifico, immediatamente controvertibile e squisitamente simbolico e politico come apporre un testo di denuncia delle ingiustizie ed orrori del mondo debba rischiare tre anni di galera?


In attesa di un riscontro i miei piu'

Cordiali Saluti

p.s.
la missiva e' spedita per conoscenza a liste di discussione e media interessat* all'argomento

Ferry di Isole nella Rete
Key fingerprint = A5 F9 A5 D3 35 70 BF 25 25 90 C1 18 ED B8 AC 64

 


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