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Sequestrato sito di memoria storica del movimento


Mercoledi' 19 marzo 2003 la Polizia Postale ha imposto con decreto del
magistrato la sostituzione del file che era presente all'URL
http://www.ecn.org/tmcrew/primavalle/Primavalle/giarabub.htm con la pagina
attualmente visibile on-line se ci si collega a quell'indirizzo, ossia una
pagina con il logo della Polizia Postale su cui e' scritto in grande: "SITO
SOTTOPOSTO A SEQUESTRO PREVENTIVO"

La pagina posta sotto sequestro preventivo e' ancora facilmente visibile
on-line ad esempio nei gruppi di discussione di Google
http://groups.google.com/groups?q=sezione+Giarabub+di+primavalle&hl=en&lr=&ie
=UTF-8&oe=UTF-8&selm=3B06BA66.766887C8%40mclink.it&rnum=1

La pagina fa parte di un sito intitolato "Primavalle incendio a porte
chiuse" http://www.ecn.org/tmcrew/primavalle/ che fa parte del progetto di
pubblicare in Internet una parte della memoria storica del movimento
http://www.tmcrew.org/memoria e, nello specifico, e' la riproduzione web di
un libro (peraltro normalmente disponibile nelle biblioteche comunali),
curato da un collettivo di Potere Operaio, del 1974 riguardante una
contro-inchiesta, operata dal movimento, su un incendio alla casa del
segretario della sezione missina di Primavalle (quartiere popolare di
Roma), dove morirono due familiari dello stesso e di cui venne addossata la
responsabilita' a militanti di Potere Operaio.

Nel decreto di sequestro preventivo tra le motivazioni si parla di
"asprezza delle espressioni utilizzate", che pero' sono le stesse
utilizzate all'epoca su qualsiasi giornale - non solo quelli dell'estrema
sinistra - quando si affrontavano tali vicende.
Perseguendo questa logica con l'arrivo su Internet degli archivi storici di
giornali quotidiani e riviste, la magistratura italiana potrebbe essere
impegnata a "cancellare" milioni di articoli, che letti 20 o 30 anni dopo
possono apparire aspri, come d'altronde e' aspro il linguaggio generalmente
utilizzato dai mezzi di informazione televisiva o della stampa attuali.

E' evidente che il problema concerne il diritto ad una memoria storica,
anche degli anni settanta. Mentre la ferocia e le efferatezze del fascismo
mussoliniano, con la vittoria della Resistenza e la nascita della
Repubblica, sono divenute storia di questo paese, le trame neofasciste, le
stragi, i tentativi di golpe, gli omicidi dei compagni ed il resto delle
violenze operate dai neofascisti negli anni settanta ancora non lo sono
diventati, anzi, da quando i successori del MSI sono arrivati al governo di
questo paese assieme a Berlusconi, si e' messo in atto un marcato processo
di riscrittura e di cancellazione della memoria storica.

Per rimanere nell'ambito dei siti web di movimento, bisogna sapere che da
un paio d'anni il sito di Isole nella Rete e' impegnato a difendendersi in
tribunale da una causa per diffamazione intentata dall'ex onorevole
dell'MSI Caradonna, che pretende un risarcimento danni di 250 milioni di
lire, appellandosi ad un improbabile diritto all'oblio, che dovrebbe
impedire il diritto alla memoria sugli anni piu'
bui di questo "belpaese" - per maggiori info vedi:
http://www.ecn.org/inr/caradonna

A questo punto cio' che i movimenti di trasformazione sociale si trovano ad
affrontare riguarda chi ha diritto e chi no a raccontare la storia di
questo paese, cosa ne deve essere degli episodi storici che la hanno
costituita e se questa storia debba o meno essere edulcorata per non
svelare il torbido passato di personaggi ora ripuliti, messi davanti alle
telecamere o su manifesti con il cielo azzurro di sfondo, lanciati nelle
posizioni di comando dello stato, che detestiamo.


Tactical Media Crew - http://www.tmcrew.org/
Isole nella Rete - http://www.ecn.org/

 


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