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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE di Marco Taradash

Al Ministro delle comunicazioni. Per sapere, premesso che:

  • il 27 giugno scorso il server Internet di un'associazione no-profit, "Isole nella Rete", che fornisce spazio e comunicazione a centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e di volontariato sociale, è stato posto sotto sequestro in base ad un decreto della Procura di Vicenza eseguito dalla polizia postale del Compartimento di Bologna;

  • il provvedimento di sequestro preventivo per un presunto reato di diffamazione è avvenuto nei locali del provider che ospitava il server ed è stato adottato in seguito alla denuncia di un'agenzia di viaggi, la Turban Italia s.r.l., con sede a Milano; questa si è ritenuta vilipesa da un messaggio inviato da un utente che, riprendendo i contenuti di alcuni volantini distribuiti da un collettivo di Vicenza, denunciava il coinvolgimento dell'agenzia di viaggi negli interessi economici dell'ex premier turco Tansu Ciller e invitava i lettori a non servirsi di essa per solidarietà col popolo kurdo;

  • il messaggio era stato prima inviato ad una lista di discussione (cslist) e poi pubblicato automaticamente sul web;

  • il provvedimento di sequestro non si è limitato alla semplice rimozione del messaggio incriminato, ma ha chiuso l'intero servizio offerto da Isole nella Rete, interrompendo quindi anche lo scambio di posta di numerose mailing list, e disattivando le caselle postali di centinaia di utenti;

  • il decreto non cita alcuna persona formalmente indagata, ma il magistrato ha ritenuto di individuare Isole nella Rete responsabile per il contenuto di quanto ospitato sul proprio server Internet;

  • il sequestro ha penalizzato un servizio utilizzato da migliaia di utenti italiani di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda che ha portato ad ipotizzare il reato in oggetto;

  • la Costituzione, all'articolo 15, sanziona come principio supremo dell'ordinamento la libertà della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione quale integrazione dell'inviolabilità della persona umana, e garantisce a tutti, all'articolo 21, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione del pensiero;

  • l'articolo 27 della Carta fondamentale sancisce che la responsabilità penale è personale;

se non ritenga illegittimo il provvedimento di sequestro eseguito su mandato della Procura di Vicenza;

quali iniziative intenda adottare al fine di garantire il rispetto dei diritti fondamentali violati che riguardano l'esercizio di libertà inviolabili dell'individuo;

se non ritenga opportuno chiarire definitivamente i limiti della responsabilità dei provider per i contenuti di ciò che essi ospitano sul proprio server Internet, considerando che essi non hanno tecnicamente la possibilità di vagliarne gli elementi eventualmente riconducibili a fattispecie penalmente rilevanti;

se non ritenga opportuno intervenire al fine di evitare che, in futuro, gli utenti di un sito Internet possano essere penalizzati da provvedimenti come quello adottato dal magistrato di Vicenza che, non potendo ricostruire il nesso causale e psicologico sotteso al delitto, ha oggettivato a tal punto la responsabilità da estenderne le conseguenze penali a tutti gli utenti della rete.

Roma, 1° luglio 1998

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA di Ramon Mantovani e Maria Celeste Nardini

Interrogazione a risposta scritta al Ministro delle Poste ed al Ministro di Grazia e Giustizia

- Sabato 27 giugno 1998 la Polizia Postale di Bologna, su ordine della Procura di Vicenza, ha posto sotto sequestro il server Internet di "Isole Nella Rete", associazione no-profit che fornisce spazio di comunicazione a centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e di volontariato sociale;

- in sostanza, a causa di questo provvedimento senza precedenti- sono stati chiusi gli spazi Web di oltre un centinaio di associazioni, centri sociali, radio autogestite tra le quali la Lila (Lega italiana per la lotta all'AIDS), il Telefono Viola (sostegno alle malattie mentali), ADL (associazione di difesa dei lavoratori), Ya Basta, USI (unione sindacale italiana), CNT spagnola, il Coordinamento nazione delle RSU; centri sociali (circa 40 centri sociali in tutta Italia), emittenti radiofoniche (Radio Onda d'Urto di Brescia e Milano, Radio Black Out di Torino, Radio Sherwood di Padova); riviste-on-line (.Zip e Necron di Torino, BandieraRossa di Milano, Freedom Press di Londra), gruppi musicali (99 posse, Sunscape, Electra, Petra Mescal) e molti altri;

- sono state anche interrotte numerose mailing list, tra le quali la lista in solidarieta' con il Chiapas, la lista di discussione sui nuovi diritti legati all'era digitale, la lista delle comunita' gay italiane (l'unica di questo genere nel nostro paese);

- sono stati privati inoltre del loro indirizzo e-mail centinaia di utenti e soci dell'associazione, la cui corrispondenza (posta personale, progetti collettivi, contatti avviati, ecc.) e' ora totalmente bloccata e nelle mani della magistratura;

-il sequestro e' avvenuto nei locali del provider che ospitava il server, su ordine del Pubblico Ministero della Procura di Vicenza Paolo Pecori ed e' stato eseguito dagli ufficiali di Polizia Postale del Compartimento di Bologna;

- questo provvedimento, il primo del genere in Italia, e' avvenuto in seguito alla denuncia dell'agenzia di viaggi Turban Italia Srl di Milano che, ritenutasi diffamata da un messaggio apparso in rete, ha chiesto al magistrato di intervenire;

- motivo del sequestro sarebbe la pubblicazione web di un messaggio inserito da un collettivo di Vicenza (fedele trascrizione di un volantino stampato su carta e normalmente distribuito in pubblico). Questo messaggio e' stato originariamente inviato a una lista di discussione ospitata dal server di Isole Nella Rete e successivamente - in modo automatico come normalmente avviene - pubblicato sul web;

- sebbene il decreto di sequestro non citi espressamente ancora nessuna persona formalmente indagata, il magistrato ha evidentemente ritenuto l'associazione "Isole Nella Rete" responsabile per il contenuto di quanto ospitato sul proprio server Internet;

- la questione della responsabilita' dei provider e' in realta' materia di discussione accesissima in tutto il mondo e ben lontana dall'essere risolta. L'orientamento prevalente sembra tuttavia essere quello di non considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano, se non altro per ragioni di possibilità tecniche e di convenienza commerciale;

- l'ordine di sequestro dell'intero server, inoltre, appare assolutamente spropositato poiché' riguarda un servizio utilizzato da migliaia di utenti italiani e di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda motivo del sequestro, e che si vedono improvvisamente privati di un mezzo di comunicazione indispensabile;

- l'incongruenza della legislazione vigente con nuovi strumenti della comunicazione telematica, l'incompetenza degli organi giudiziari e la sostanziale arretratezza nella comprensione di cosa siano il fenomeno Internet, la comunicazione orizzontale e i nuovi diritti dell'era digitale. Cio' che e' avvenuto equivale a far chiudere la RAI o la Fininvest a causa di una telefonata di uno spettatore trasmessa in diretta durante una qualsiasi trasmissione televisiva;

Per sapere:

- se non ritenga il Governo di dover disciplinare in una precisa casistica casi come quello in questione al fine di evitare il ripetersi di episodi analoghi che finiscono per rappresentare una violazione della libertà di stampa e del diritto alla comunicazione sancito dalla nostra Costituzione;

- se il Ministro di grazia e Giustizia non ritenga- al fine di tutelare la libertà di espressione e di pensiero- dover escludere in casi analoghi il ricorso al sequestro del provider impartendo le istruzioni necessarie ad i magistrati sull'informazione digitale, ed estendendo a questa dimensione le consuetudini proprie della carta stampa e della informazione radiotelevisiva.

Roma 1 Luglio 1998 on.Ramon Mantovani on. Maria Celeste Nardini

INTERROGAZIONE di Giovanna Melandri

Al Ministro degli Interni e al Ministro di Grazia e Giustizia

Per sapere

Premesso che:

- Sabato 27 Giugno 1998 la Polizia Postale del compartimento di Bologna su ordine della Procura di Vicenza ha sottoposto a sequestro preventivo il computer dell'Associazione "Isole nella Rete";

- tale provvedimento è stato assunto in seguito alla denuncia per diffamazione continuata sporta dall'agenzia di viaggi "Turban Italia Srl" che si è ritenuta vilipesa da un messaggio inviato da un utente di "Isole nella Rete" in cui la suddetta agenzia veniva additata come coinvolta negli interessi economici dell'ex-premier turco Tansu Ciller e in cui si invitava a non servirsi di quest'agenzia in segno di solidarietà con il popolo curdo;

- a seguito di tale sequestro è stato interrotto il servizio Internet svolto dall'Associazione, visitato ogni giorno da migliaia di persone e che raccoglieva lo spazio Web di oltre un centinaio di associazioni e centri sociali;

- oltre alla chiusura del sito Web, è stato interrotta l'attività di scambio di posta elettronica di numerose mailing-list gestito dalla stessa associazione e sono state disattivate le caselle postali di centinaia di utenti estranei in ogni modo alla vicenda sottoposta all'esame della magistratura;

- l'avvenuto dissequestro dopo qualche giorno non fa venir meno gli elementi di perplessità riguardo all'operato delle forze di polizia e della magistratura;

- la questione della responsabilità penale dei provider per quanto pubblicato nei siti Web e non riportabile direttamente ad essi è materia di discussione accesissima in tutto il mondo ed è ben lontana dall'essere risolta;

- su tale questione l'orientamento prevalente sembra essere tuttavia quello di non considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano;

- è oggetto di discussione la stessa possibilità che all'interno della Rete Internet, i cui confini virtuali valicano ampiamente quelli fisici degli stati, delle loro leggi e delle loro giurisdizioni possano esser fatti funzionare dei filtri in grado controllare il contenuto dei materiali diffusi tramite essa;

- qualsiasi forma di regola o norma che dovesse disciplinare il transito di contenuti su Internet dovrebbe essere comunque impostata sulla base del rispetto e della tutela della libertà di espressione;

- i provvedimenti assunti appaiono, in assenza di una disciplina giuridica della Rete, palesemente sproporzionati con il reato che si intende prevenire e restrittivi della libertà d'opinione ed espressione;

quali indicazioni intendono dare, nel pieno rispetto dell'autonomia dell'operato delle forze di polizia e della magistratura, per evitare che, in casi analoghi, si ripeta l'adozione di provvedimenti palesemente ingiusti e sproporzionati alla repressione del reato per il quale vengono ordinati e restrittivi della libertà d'espressione;

cosa intendono fare per garantire che, in assenza di regole giuridiche e salvo il rispetto delle norme penali, al transito e alla veicolazione di contenuti nella Rete sia garantito il massimo rispetto sotto il profilo della libertà di espressione

on Giovanna Melandri

Roma 3 luglio 1998