Diritto alla comunicazione nello scenario di fine millennio

Iniziativa nazionale in difesa della telematica amatoriale

19 febbraio 95

Convegno organizzato da Strano Network al

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato


Intervento di:

  • Gomma di Decoder


    Mi chiamo Gomma e faccio parte di questo gruppo multidimensionale e multiforme che si occupa di editoria multimedia, sono in rete dall'89 mi collego a bbs e network quotidianamente. Da questo tipo di esperienza credo di aver acquisito degli elementi importanti per quanto riguarda la mia identita' e penso di conoscere abbastanza bene quello che e' il clima interno e le soggettivita' presenti. Gli interventi che mi hanno preceduto, quelli di Caronia, Carlini, Livraghi e di Vecchi, ponevano alcuni problemi che nel corso della mia vita in rete mi ero gia' posto e che adesso mi sembrano quantomai urgenti, poiche' stiamo viaggiano ad una velocita' tale da rischiare di rimanere spiazzati senza avere la possibilita' di aver garantite tutta una serie di cose . Uno dei problemi che mi sembra importante affrontare sia quello relativo alla mobilitazione: su questa problematica ho riflettuto molto anche se non ho le idee chiare su quella che puo' essere una proposta di tipo universale, so quello che farei io pur consapevole che Carlini criticherebbe sulla base di quello che ha detto riguardo a soggettivita' che starebbero sulla difensiva, ma e' anche vero che se passasse, un certo tipo di legislazione ed intendo quella sulle bbs io avrei grosse difficolta' a collegarmi, perche' di sicuro non manderi la fotocopia della mia carta d'identita' o qualsiasi altra forma di identificazione certa a chicchessia ed in questo senso mi sentirei , in senso Maclhuniano, mutilato di un mio senso o di una mia estensione corporea. In questo caso Gomma afferma qui di essere disposto a fare qualsiasi cosa per evitare che questa mutilazione gli venga praticata sul corpo: andro' davanti al parlamento a protestare partecipero' a manifestaszioni se ci sono, faro' quallo che posso sperando che si possa trovare un accordo affiche' si trovi questo tipo di mobilitazione. Partiro' da un frammento per i piu' insignificante ma che da l'idea come un certo tipo di utenza si comporta ed e' un messaggio scritto da un signore, il quale credo abbia un certo peso all'interno di Fidonet, Stefano Costa che dice "e' normale che stia succedendo tutto cio' perche' finche' la telematica era un qualcosa relegato a una marginalita' nessuno era interessato, adesso che sta diventando di massa e' automatico che le istituzioni debbano intervenire in un certo modo"; e' questo dare per scontato che l'istituzione o chi per essa debba intervenire su un territorio di liberta' che io non posso assolutamente accettare, se esiste questo territorio di liberta' , se, come spero di poter dimostrare, e' vero che in questo territorio non e' confermato che sono stati commessi tutta una serie di comportamenti illegali che non e' giustificato un'atteggiamento di tipo "terrorizzato" cosi' come lo si diffonde sui giornali, allora vuol dire che qulla forma di liberta' che era presente in un determinato territorio e' sufficiente e non ne vogliamo alcuna limitazione. Mi va bene, quindi, che Alcei esista, e che abbia l'obiettivo di far parlare la gente, che ci sia un incontro di opinioni anche se mi sembra importante ricordare che altre persone lo hanno fatto nel corso di questi anni, per esempio dopo l'Italian crackdown si e' creata un'area comune a diversi network che funzionava a livello nazionale in cui c'era uno scambio di pareri tra le diverse reti su un argomento specifico, e' stato interessante non se ne e' ricavato molto, per cui dico a quelli di Alcei di non aver grandi aspettativeda questo scambio complesso di informazioni, consiglio loro di fare un po' in fretta, e senza polemica dico che questo assetto universalistico di far combaciare gli interessi di una serie di soggetti e' un po' all'americana, c'e' da dire che in america ha funzionato vedi l'esempio la crittazione od un certo tipo di accesso ad Internt dove la piccola imprenditoria si e' schierata a fianco di coloro che difendono i diritti civili; mi sembra pero' che l'assetto dellla piccola imprenditoria italiana sia un po' diverso, forse sarebbe meglio mirare verso un particolare tipo di piccola imprenditoria, anche se ho forti dubbi che l'imprenditore lombardo-veneto leghista o forz'italiota sia disposto a supportare un tipo d'istanze di questo genere, e sarei contento di essere smentito, come e' successo negli Stati Uniti dove i conservatori si sono espressi in un certo modo rispetto alla frontieraa elettronica. Altra questione che ritengo importante e' quella che riguarda i problemi etici e mi riferisco all'intervento di Antonio Caronia, il quale proponeva di allargare la platea a chi puo' essere interessato a questo tipo di cose; sono assolutamente daccordo e diro' di piu' sono convinto che una serie di personaggi non solo stimolati da noi ma di propria iniziativa capendo che c'e' in gioco un problema di liberta' debbano schierarsi: e' il caso di professori universitari, scienziati che non dovrebbero tollerare eventi come quello di Kevin Mitnik , il quale rischia anni di galera, per aver commesso operazioni di hackeraggio considerate magistrali per dimostrare una serie di difetti trovati a macchine di rete. Kevin Mitnik e' stato in galera almeno 5 volte, adesso forse sara' quella definitiva, e' stato sempre trattato come un assassino.Probabilmente e' un po' pazzo,poiche' ha continuato , ma nonostante questa sua lieve forma di pazzia quello che lancia e' un messaggio che non ha a che fare con la criminologia, ma e' di tipo ben diverso. Altro fatto che ha fatto inorridire me ma che farebbe inorridire qualsiasi scienziato che habbia un minimo di senso etico e' un articolo terrificante apparso sulla rivista "scienza e vita" nel numero di gennaio. Commentandolo in rete ho consigliato ai redattori di cambiare il nome della rivista in "scienza e morte" perche' credo che quello sia il loro obiettivo, un articolo sulla pirateria software secondo il quale l'origine della pirateria software sarebbe nel fatto che nelle reti e' diffuso l'atteggiamento che si chiama sharing, ovvero la predisposizione a mettere in condivisione quelli che sono i propri saperi, da qui deriva il Shareware per cui il software viene scambiato in maniera gratuita e cosi' la gente si e' abituata a non pagare il software; secondo i redattori di questa rivista nelle reti esisterebbe questa specie di "socialismo digitale" che ha creato gravi danni, ed e' per questo che ricercatori, scienziati prendano posizione.