Diritto alla comunicazione nello scenario di fine millennio

Iniziativa nazionale in difesa della telematica amatoriale

19 febbraio 95

Convegno organizzato da Strano Network al

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato


Intervento di:

  • Lauso Zagato della libreria Calusca di Padova


    Io avro' pieta' per i sopravvissuti, oltre che per me stesso, e quindi cerchero' di essere estremamente breve. A me pare che questa sia stata una cosa molto interessante e probabilmente la cosa migliore, che non e' possibile evidentemente, sarebbe se avessimo tutti una mezza giornata di tempo per pensarci sopra e ritornare poi a discutere. E questo non solo per il problema della stanchezza, per il fatto che i vari interventi andrebbero meditati, ma perche' per come e' stata organizzata questa giornata, divisa in tre contenitori, abbastanza staccati uno dall'altro, anche se i temi poi si riprendono, pero' con un susseguirsi degli interventi fra loro differenti e probabilmente non sufficientemente riversati, riportati l'uno sull'altro; voglio dire sia da quanto e' stato detto nel corso della parte del dibattito dedicata ai problemi legislativi, sia soprattutto da alcune delle cose di estremo interesse che abbiamo sentito dire questa mattina andrebbero tratte conclusioni e spunti validi anche per il tipo di dibattito che si sta trascinando adesso, dopo aver raggiunto punte alte, che io contribuiro' ad abbassare definitivamente, ma che pero' rimane abbastanza isolato rispetto alle altre. Detto questo vorrei tornare su un punto, anche se e' venuto fuori che c'e' una sorta di sindrome romena, nel senso di potere assoluto, la paura che hanno provocato alcune iniziative dello scorso anno (a me e' capitato di leggere alcuni documenti di A.L.C.E.I. ed altre prese di posizione), ed oggi in una serie di interventi abbiamo sentito dire, consentite a chi di diritto se ne intende anche con una certa ingenuita', perche' non si puo' dire che sta al singolo dimostrare da dove gli arriva il materiale. Io vorrei limitarmi a ricordare che in una recente nota editoriale comparsa nella piu' importante rivista di diritto dell'informatica che ci sia in Italia e' comparsa una presa di posizione sull'operazione partita da Pesaro dello scorso anno estremamente illuminante rispetto alle gaffes e all'impossibita' di usare la tecnica del sequestro probatorio ai fini per cui e' stata usata e credo che da questo punto di vista il tempo dara' una mano. Devo dire che mi e' parso di sentire parlando con qualcuno prima che il confronto tra i vari testi, cioe' che le stesse autorita' che parlavano di investigazione intervenendo sugli errori del collega, abbiano modificato in alcuni punti sostanziali i testi che noi abbiamo messo in rete nella loro prima versione. Detto questo devo ritornare su un punto. Il problema della norma e' che essa viene incontro a noi. La direttiva sulle banche dati che sta per essere approvata in sede CEE e che verra' poi, nel prossimo anno trasportata nell'ordinamento italiano. Le proposte sono due, una che riguarda i due nodi chiave, quello sul diritto d'autore e quello sulla privacy. Quello sul diritto d'autore, momentaneamente bloccato, nel senso che ha gia' due anni la proposta. Ci sono, infatti, alcune differenze fra gli stati membri che non sono dovute a chi e' piu' liberale e chi meno, ma ai soliti problemi che comporta il mettere insieme paesi di "civil law", dove quindi esiste la tecnica, il diritto d'autore, come da noi e in Francia con paesi che hanno il copyright come l'Inghilterra e l'Irlanda, ma viceversa la direttiva sulla privacy nelle banche dati sta percorrendo una corsia veloce, privilegiata, diventera' sicuramente direttiva, quindi verra' sicuramente emanata prima dell'estate, quindi l'occasione normativa in Italia sara', con la prossima legge comunitaria. Ho gia' detto che come si e' dimostrato, molto spesso in Italia l'occasione determinata dalle direttive comunitarie e' usata per creare modificazioni particolari della normativa vigente, come, ad esempio e' successo per la legislazione sul software che e' risultata essere ben piu' repressiva di quella che era l'indicazione comunitaria. Quindi io credo che tutti coloro che discutono di questi aspetti, e che sono contrari a questa normativa, pensano che sia necessario darsi degli appuntamenti, la cosa migliore sarebbe di avere la forza a livello europeo transnazionale da poter operare una politica di lobbing sugli organi comunitari prima che approvino questo testo, ma purtroppo questo non c'e', e siccome, comunque, dalle proposte esistenti, il risultato sara' comunque piu' soft di quanto si possa temere per quanto riguarda le norme che ci riguardano, sara' da controllare, e questa sara' la prima scadenza politica di controinformazione, se la vogliamo mettere in piedi ed abbiamo per questo circa un anno di tempo, nell'attuale situazione politica non credo infatti che siano sufficienti mosse esclusivamente nazionali ne' che queste potranno raggiungere l'effetto desiderato, questa sara' l'occasione sulla quale dovremo muoverci. Un'altra indicazione, schematizzando per questioni di tempo, e' che comunque gli aspetti transnazionali su scala europea di questo problema, sono la cosa mancante dell'iniziativa di oggi, a mio avviso. Il problema, di cui non vanno incolpati gli organizzatori, e' che chi si trova in situazioni analoghe a livello continentale, cioe' che sara' oggetto delle stesse direttiva, ma con problemi completamente diversi in paesi che hanno tradizioni piu' liberali rispetto a pesi come il nostro in cui vige una tradizione e una storia repressiva particolarmente forte, dovrebbero essere oggetto di un recupero in tempi abbastanza brevi. Ho finalmente capito oggi, visto che dai documenti non c'ero riuscito, cosa volevano dire alcuni sulla questione della personalizzazione e della ricchezza dei dati personali. A mio avviso e' evidente che finche' siamo in un regime privato chi crea una BBS con determinate regole, come la richiesta di identificazione degli utenti non significa che fa delle attivita' perfettamente lecite. Avrei preferito che venissero maggiormente allo scoperto quelle posizioni di chi propone un discorso di regolamentazione, di chi dal punto di vista delle garanzie del Sysop voglia imporre la schedatura individuale,perche' a quel punto, come e' stato spiegato anche stamattina il discorso cambia, non e' che finche' esistono varie opzioni e qualcuno chiede il nominativo, questo non e' un problema, ma quando cio' diventasse una legge muterebbe la stessa figura del sysop e si arriverebbe ad un'ingessatura generale e folle della vicenda. Io ricordo che in Italia solo gli ebrei hanno fatto l'errore nel 1930/31 di accettare la proposta di trasformarsi in associazione di diritto pubblico e quindi di dare le liste dei nomi. A quel tempo sembrava un'iniziativa intelligente, poi si e' visto alcuni anni dopo come, in realta' e' stata pagata questa cosa. A me dispiace raccontare aneddotticamente una cosa del genere, ma voglio ribadire che e' folle. Ripeto se un gruppo privato lo fa a differenza di altri e' un problema suo, significa semplicemente che sta cercando la sua fetta di mercato, cerca un certo tipo di persone e puo' andar bene. Se una cosa del genere avesse invece caratteristiche diverse e l'utente fosse obbligato ad iscriversi ad un'associazione o a entrare in un rapporto ben determinato, allora dobbiamo per forza richiamare i precedenti storici. Concludo, anche se ho detto molto poco, ma i tempi sono tagliati. Si dovrebbe ritornare a riflettere su alcune delle cose dette stamattina. Io, per esempio, ho ascoltato molto attentamente l'intervento di Attardi dell'Universita' di Pisa e sui discorsi che lui poneva con estrema precisione per quanto riguarda l'accresciuta capacita' di apprendimento, l'elevazione delle qualita' professionali che questo comporta. Questo aspetto e' una delle caratteristiche piu' importante, rispetto alla quale qui, in Italia, con i problemi derivanti dal monopolio Telecom che creano una situazione di blocco, e rispetto al quale l'ingessamento delle attivita', dell'innovazione diventa decisivo. Intendo dire che e' comunque necessario, ha comunque un valore cio' che circola in rete, io starei molto attento ad avere questa logica difensiva, come nell'intervento di Mafalda Stasi, che dice siamo buoni e bravi, non disturbiamo nessuno, lasciateci giocare perche' siamo puramente amatoriali, io credo che debba essere valutato con attenzione il fatto che, comunque l'informazione oggi e' rappresentata da pacchetti strutturati che circolano, che comunque nella qualita' del tipo di rapporto, nell'interrelazione che si stabilisce in rete fra le persone fanno acquisire qualificazione, certo non in senso direttamente commerciale, lo speriamo bene, ma comunque hanno un effetto che possiamo definire valorizzante. Bloccare questa cosa significa andare in cerca del paese dei balocchi o aprire la strada a forme di colonizzazione come quella della Fininvest o simili. Su questo mi riprometto di tornare, magari scrivendo qualcosa. Credo comunque che di debba iniziare a valutare l'opportunita' di non difendere l'isola felice, di non difendere il fatto che non c'entriamo assolutamente nulla con qualsiasi attivita' illegale e quindi non si capisce perche' ci vogliano disturbare, perche' un simile atteggiamento non servirebbe assolutamente a niente e oltretutto non e' vero, sarebbe una forma di notevole sottovalutazione di quanto sta avvenendo non solo in Internet, ma anche nelle reti di movimento e nelle reti amatoriali e quindi bloccare questa opera di ingessamento e' cio' su cui andrebbe maggiormente puntato. A questo punto avrei solo finito l'introduzione ma e' meglio concludere qui.