1996

4 Gennaio Trovati in casa dell'ex colonnello del Sismi Demetrio Cogliandro numerosi dossier, frutto di un'attività di spionaggio come collaboratore esterno del Sismi, riguardanti politici, imprenditori, giornalisti, l'omicidio Pecorelli, Gladio, il sequestro Moro, le stragi di piazza Fontana e di Ustica. In una nota su Ustica Cogliandro accredita la tesi che il DC9 sia stato abbattuto durante uno scontro aereo tra americani, francesi e libici e chiama in causa Francesco Cossiga ritenendolo responsabile dell'occultamento della verità per evitare un incidente diplomatico. Cossiga si presenterà al magistrato il 12, sostenendo di essersi invece adoperato per l'accertamento della verità
5 Gennaio 18 mafiosi rinviati a giudizio a conclusione della seconda fase d'indagine per la strage di via D'Amelio. Tra gli imputati Totò Riina, Pietro Aglieri e Giuseppe Graviano
9 Gennaio All'udienza per il processo a Giulio Andreotti, nell'aula bunker del carcere di Padova, Buscetta ribadisce che Andreotti conosceva i cugini Salvo, che i delitti Pecorelli e Dalla Chiesa sarebbero stati eseguiti dalla mafia per conto dei Salvo per fare un piacere ad Andreotti e che questi incontrò Gaetano Badalamenti che lo ringraziò per il suo interessamento per aggiustare un processo ai mafiosi Rimi. Nell'udienza successiva i legali di Andreotti chiedono delle precisazioni a Buscetta che risponde con qualche non ricordo. In particolare la difesa sottolinea che Buscetta non può affermare che ci fu una richiesta di Andreotti per l'eliminazione di Pecorelli
18 Gennaio A Padova, nell'udienza per l'ultimo troncone del maxiprocesso istruito da Falcone, il pentito Vincenzo De Caro ha detto che nel '79 il boss Rosario Riccobono voleva uccidere Bruno Contrada, allora capo della Squadra Mobile di Palermo, in modo da fare ricadere la colpa su Gaspare Mutolo, che era stato arrestato per opera di Contrada. A Palermo è ancora in corso il processo a Contrada per associazione mafiosa. Tra le accuse quella di essere stato amico del boss Riccobono
19 Gennaio

Notificati dalla Procura distrettuale di Firenze, in aggiunta agli 8 già eseguiti due anni fa, 15 ordini di custodia cautelare di cui 11 a mafiosi già in carcere, come Leoluca Bagarella e Giuseppe Graviano, per gli attentati del '93 a Firenze, Roma e Milano

Al processo contro Bruno Contrada, chiesta dal PM Antonio Ingroia la condanna a 12 anni

27 Gennaio Al primo processo per la strage di via D'Amelio che si svolge a Caltanissetta, condannati all'ergastolo Salvatore Profeta, il mafioso che ha commissionato il furto dell'auto poi imbottita di tritolo, Giuseppe Orofino, proprietario dell'officina dove è stata preparata e custodita l'auto, e Pietro Scotto, l'esperto in telefonia che ha messo sotto controllo il telefono della sorella del giudice. Il pentito Vincenzo Scarantino è stato condannato a 17 anni, ma torna libero in attesa della sentenza definitiva
29 Gennaio Viene reso noto che Antonio Carrozzo, ex poliziotto condannato a 30 anni per concorso in omicidio, detenuto insieme ad Alberto Savi, uno dei fratelli della Uno bianca, a Santa Maria Capua Vetere, ha raccontato ai giudici le confidenze del componente della banda di ex poliziotti. Savi avrebbe dichiarato che "Per la strage del Pilastro abbiamo avuto delle direttive da un uomo appartenente al SISDE nonché da altri personaggi della malavita organizzata"
30 Gennaio

Arrestato a Prato Antonino Messana, originario di Alcamo (TP) e cognato del boss Giuseppe Ferro. è accusato di avere custodito l'esplosivo per l'attentato di via dei Georgofili

Si è suicidato, gettandosi da una finestra di casa, a Cecchina (Roma), Angelo Carfagna, sottufficiale dell'Aeronautica che fino a 2 anni fa aveva lavorato nel centro di Pratica di Mare dove è custodito il relitto del DC9 di Ustica.

6 Febbraio Arrestato a Milano l'imprenditore Enrico Tosonotti. L'accusa è di favoreggiamento per aver messo, nell'estate del 1993, una villa affittata in Versilia a disposizione dei fratelli Graviano, accusati di essere stati, con altri, i mandanti degli attentati di Firenze, Milano e Roma
7 Febbraio Nuova serie di arresti nell'operazione "cheque to cheque". Tra Ostia e Sorrento finiscono in manette quattro persone. Una di loro viene trovata in possesso di un titolo di stato tedesco, emesso dal Terzo Reich e, sebbene possa apparire strano, ancora commerciabile: vale circa 700 mila dollari USA
8 Febbraio L'ex parlamentare del MSI, Massimo Abbatangelo, è stato arrestato a Napoli. La Procura Generale presso la Corte di Appello di Firenze, ha infatti emesso, nei suoi confronti un ordine di carcerazione per i reati di detenzione e trasporto di esplosivo nell'ambito del procedimento per l'attentato al treno rapido 904
10 Febbraio Al processo contro Giuseppe Mandalari che si svolge a Palermo, il pentito Salvatore Cancemi dice di avere saputo dal mafioso Raffaele Ganci che l'imputato curava gli interessi di Totò Riina. Mandalari avrebbe anche fatto da tramite tra i mafiosi e la Cassazione per aggiustare i processi (per evitare l'ergastolo a Pippo Madonia sarebbero stati pagati 600 milioni e per aiutare Michele Greco 500 milioni) e avrebbe avuto buoni agganci anche con altri rappresentanti dello Stato, perché massone
16 Febbraio Arrestato a Roma Ernesto Diotallevi, il boss della banda della Magliana accusato, assieme a Pippo Calò, di essere il mandante dell'omicidio di Francesco Imposimato, fratello del giudice, avvenuto l'11 ottobre dell'83
20 Febbraio

"Il Mattino" pubblica una parte dei verbali delle dichiarazioni di Francesco Elmo, nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque", si riscontrano particolari inquietanti sul delicato lavoro che stava svolgendo il colonnello del SISMI Mario Ferraro. L'ipotesi del suicidio sembra una montatura

Arrestato a Palermo il mafioso latitante Gaspare Bellino, legato alla cosca di Porta nuova, che avrebbe favorito la latitanza di Vittorio Mangano, l'ex stalliere della villa di Silvio Berlusconi

21 Febbraio Al processo per la strage di Capaci Gaspare Mutolo dichiara che nel luglio del 1992, mentre era interrogato da Paolo Borsellino, quest'ultimo dovette interrompere l'interrogatorio perché convocato da Parisi e Contrada. Secondo Mutolo, Borsellino tornò furioso dal colloquio e gli disse: "Ora verbalizziamo tutto, anche le accuse a Contrada" . Ma Mutolo ebbe paura e non parlò
25 Febbraio Il nome dell'ultranazionalista russo Vladimir Zhirinovsky entra nell'inchiesta sul traffico di materiale radioattivo e sulla money-connection denominata "cheque to cheque". Secondo le prime indiscrezioni trapelate il leader dei nazionalisti russi sarebbe in contatto con un grosso trafficante di armi, Nicolas Oman. Elmo dice che Oman altro non è se non l'anello di congiunzione nelle operazioni coperte tra la CIA e i servizi segreti dell'est europeo, in particolare quelli bulgari. E di Oman si stava interessando proprio il colonnello Mario Ferraro che aveva incaricato Elmo di osservarlo
26 Febbraio L'inchiesta partita a Torre Annunziata, "cheque to cheque" si apre oramai su più fronti. Nuovi sviluppi giungono anche su quello relativo al traffico di valuta e, in particolare, sui meccanismi di riciclaggio. Ve n'è uno scoperto nel dettaglio, che garantisce l'impossibilità di essere identificati e non consente agli inquirenti di risalire alle origini del flusso di denaro. Si chiama "roll program". Lecitamente usato dalle banche, i trafficanti lo hanno opportunamente modificato per le loro esigenze
27 Febbraio Il Tribunale penale ticinese ha stabilito che Licio Gelli non potrà rientrare in possesso del suo tesoro depositato nelle banche svizzere. Si tratta di 150 miliardi di lire e 250 chili d'oro che resteranno di proprietà delle parti civili danneggiate dalla bancarotta del Banco Ambrosiano
28 Febbraio

Viene data notizia che un collaboratore di giustizia, Salvatore Palazzolo che apparteneva alla cosca di Gaetano Badalamenti, ha rivelato che a volere l'uccisione di Peppino Impastato fu proprio il boss di Cinisi, attualmente detenuto negli Stati Uniti per traffico internazionale di droga. Peppino Impastato, che da anni conduceva una battaglia contro i mafiosi del suo paese, fu fatto saltare con una carica di tritolo posta sotto il corpo nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978. Da allora la madre e il fratello e il Centro di documentazione, a lui intitolato nel 1980, hanno indicato Badalamenti come mandante dell'assassinio, denunciando il depistaggio delle indagini subito dopo il delitto ad opera delle forze dell'ordine

Carlo Rocchi, milanese di 77 anni, è indagato dal giudice Salvini per aver passato ai servizi segreti USA informazioni sulle indagini condotte dalla magistratura italiana sulle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia, proprio mentre in queste indagini emergono tracce di coinvolgimenti USA nella strategia della tensione. Rocchi è inoltre accusato, sulla base delle dichiarazioni di un neofascista pentito, di aver proposto, al terrorista nero, di collaborare ad un agguato contro il magistrato milanese Gerardo D'Ambrosio. Effettivamente nell'aprile del '95, sotto l'abitazione del giudice milanese, la scorta individuò un uomo armato di fucile che riuscì a darsi alla fuga. Rocchi ha confermato che fin dal 1943 collaborò con la CIA, ma anche con i servizi segreti italiani, e che effettivamente ha comunicato ai suoi superiori negli USA che i magistrati stavano lavorando su ipotesi di coinvolgimento nelle stragi di Milano e Brescia della CIA, nega invece gli addebiti mossigli dal pentito, che dice di aver presentato al SISDE lui personalmente, ma dopo aver collaborato per un po', avrebbe cominciato a "raccontar balle e scemenze" ed è stato quindi arrestato

6 Marzo Condannati all'ergastolo i tre fratelli Savi per i 49 delitti compiuti in Romagna dalla banda dell'Uno bianca
9 Marzo Emessi a Palermo 10 ordini di custodia cautelare per mafiosi esecutori e mandanti dell'assassinio di Armando Vinciguerra, un mafioso vicino alla cosca di Porta Nuova ucciso alla fine del '93 perché aveva messo in giro la voce che il killer Giuseppe Lucchese si stava pentendo. Tra i mafiosi che hanno avuto notificato il provvedimento in carcere c'è Vittorio Mangano, l'ex stalliere di Arcore che Bagarella aveva messo a capo della famiglia di Porta Nuova
11 Marzo

Arrestate 36 persone nel Lazio, tra cui esponenti della mala romana. Catturata anche Fabiola Moretti, la donna della banda della Magliana, che al processo Pecorelli ha testimoniato contro Vitalone. è accusata di traffico di droga, svolto in un periodo precedente alla sua collaborazione con la giustizia

Nel processo d'appello a componenti della Loggia P2, accusati di attività cospirativa contro lo Stato, il sostituto procuratore Giorgio Santacroce ha chiesto l'assoluzione degli imputati, tra cui Umberto Ortolani, Gianadelio Maletti, Antonio Labruna, Pietro Musumeci, perché il fatto non sussiste. Già in primo grado erano stati assolti per non aver commesso il fatto. Licio Gelli, che per questa imputazione non è stato processato in quanto la Svizzera, che lo estradò in Italia, non prevede nel suo ordinamento questo tipo di reato, ha commentato che così i magistrati hanno ristabilito la verità, giudicando non sulla base di teoremi, ma su prove e fatti, e la verità è che non c'è mai stata alcuna cospirazione

27 Marzo

La seconda sezione della Corte d'assise d'appello di Roma conferma la sentenza di primo grado di assoluzione nei confronti di affiliati alla Loggia massonica P2, ribadendo che non ci fu cospirazione politica contro i poteri dello Stato. Licio Gelli, che non era processato per cospirazione (la Svizzera non concesse l'estradizione per questa imputazione) , è stato condannato a 17 anni, 5 dei quali condonati, per altri reati come millantato credito e calunnia nei confronti di alcuni magistrati milanesi. 14 anni a Gianadelio Maletti, che da anni vive all'estero, per procacciamento di notizie riservate ( la divulgazione del dossier Mi.Fo.Biali). Sono invece stati assolti: Demetri Cogliandro, Umberto Ortolani, i generali Franco Picchiotti e Antonio Viezzer, il capitano Antonio Labruna, Enzo Giunchiglia, Salvatore Bellassai e Pietro Musumeci

4 Aprile Richiesti dalla Procura di Firenze 35 rinvii a giudizio per gli attentati dell'estate del '93. L'indagine avrebbe accertato la responsabilità di Riina, Provenzano, Bagarella, Giovanni Brusca, dei fratelli Graviano e di decine di esecutori.
5 Aprile

Condannato a 10 anni di detenzione e a 3 di libertà vigilata Bruno Contrada, riconosciuto colpevole del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Immediate reazioni da parte di esponenti del Polo delle libertà, in primo luogo Tiziana Parenti, Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi, che accusano il Tribunale di avere emessa una sentenza politica. Bruno Contrada, prima della sentenza, aveva affermato che, nel caso fosse stato condannato, si sarebbe dovuto indagare anche sugli apparati dello Stato che lo avrebbero coperto, aveva negato di avere fatto una carriera folgorante e sostenuto che semmai a fare velocemente carriera sarebbe stato l'attuale vicecapo della polizia Gianni De Gennaro. Su De Gennaro verranno avanzati sospetti anche da Giuliano Ferrara, per presunte responsabilità nella vicenda del ritorno a Palermo di Totuccio Contorno, e da Giacomo Mancini, secondo cui ci sarebbe stato un complotto di una parte della polizia per sostenere De Gennaro e per far condannare Contrada. Nei giorni successivi ci saranno diverse prese di posizione in difesa di De Gennaro da parte di esponenti delle istituzioni, tra cui il procuratore Gian Carlo Caselli e i suoi aggiunti che hanno diffuso una nota in cui si chiede che gli organismi cui compete la tutela dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura reagiscano agli attacchi aprioristici rovesciati contro la sentenza, senza alcun rispetto per le elementari regole di civiltà e diritto. L'11 verrà votato dal CSM, con 27 voti favorevoli e 3 contrari, un documento presentato da 18 consiglieri contro gli attacchi alle magistrature di Palermo e di Reggio Calabria dopo le sentenze ai processi Contrada e Mancini. Contrari i consiglieri di Forza Italia, mentre i consiglieri di AN hanno votato a favore dopo aver ottenuto che venissero tolti i nomi di Tiziana Parenti, Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi

10 Aprile

A Palermo il processo a Giulio Andreotti viene rinviato al 15 maggio, a causa della sostituzione di un giudice a latere. Il processo dovrà ricominciare da zero, tranne che le parti si accordino per salvare una parte degli atti

11 Aprile

Iniziato a Perugia il processo per l'assassinio di Mino Pecorelli. In aula, oltre a Giulio Andreotti e Claudio Vitalone, c'era Pippo Calò. Per Gaetano Badalamenti e Michelangelo La Barbera è stato deciso un processo a parte

Si dà notizia che nella notte tra il 31 marzo e l'1 aprile c'è stato un attentato incendiario nella casa del giudice di Roma Cesare Martellino. L'attentato era stato messo in relazione con l'indagine sul caso Ferraro, il funzionario del SISDE trovato impiccato l'agosto scorso. Ora invece si ipotizza che la sua morte debba collegarsi all'inchiesta, tenuta segreta, su esportazioni di sofisticato materiale bellico verso l'Irak, effettuate durante la guerra del Golfo da industrie europee

12 Aprile Depositate le motivazioni della sentenza con la quale sono stati condannati all'ergastolo Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Giovanni Scaduto per l'assassinio di Ignazio Salvo. I cugini Salvo erano espressione del potentato economico siciliano, incaricato di tenere i rapporti con l'ambiente politico e di proteggere gli interessi mafiosi nel governo locale e negli apparati dello Stato, ma, secondo i pentiti, Ignazio Salvo (Nino era morto prima per cause naturali), come anche Salvo Lima, è stato ucciso perché non era più in grado di garantire la mafia perché Andreotti aveva ormai cambiato politica in senso sfavorevole a Cosa Nostra.
23 Aprile Licio Gelli ha ritirato il ricorso in Cassazione contro il verdetto del Tribunale ticinese che aveva stabilito la confisca del tesoro depositato nelle banche svizzere.
26 Aprile

Arrestate in diverse città italiane 18 persone facenti parte di un'organizzazione che riciclava denaro sporco sui mercati internazionali, con la complicità di bancari e di esponenti dei servizi segreti, servendosi della rete telematica. L'operazione è stata chiamata Phoney money, cioè denaro fonico.

Il Ministero dell'Interno respinge la domanda di risarcimento, come familiare di vittima di mafia, presentata nel '92 dalla signora Felicia Bartolotta Impastato. Il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato annuncia che la madre di Impastato farà ricorso al Capo dello Stato e ribadisce che l'elargizione della somma prevista per le vittime di mafia è insieme un riconoscimento doveroso e un risarcimento necessario. Riconoscimento del valore del sacrificio di Impastato, risarcimento per il depistaggio prima e l'inerzia delle istituzioni dopo nell'accertamento della verità.

28 Aprile Scompare, in circostanze misteriose, durante una gita in canoa, l'ex capo della CIA William Colby.
2 Maggio L'avvocato Luigi Ligotti, ha comunicato che l'avvocato di Badalamenti, Lawrence H. Shoenbach, gli aveva offerto il silenzio più eloquente delle parole del suo assistito sull'omicidio Pecorelli, in cambio della disponibilità di Buscetta ad aiutarlo in una eventuale revisione del processo Pizza Connection. L'avvocato Ligotti, che giudica quello del collega americano un discorso molto mafioso, ha spedito il nastro con la registrazione del colloquio alle autorità giudiziarie statunitensi
4 Maggio Interrogato alla Procura di Perugia, come teste nell'inchiesta sul giudice Squillante, Enrico Nicoletti, indicato come cassiere della banda della Magliana, titolare di un patrimonio di circa 2.500 miliardi. Gli sarebbero state chieste precisazioni su suoi rapporti con dei magistrati romani, i cui nomi sono segnati in una sua agenda. Successivamente verranno avviate indagini per corruzione su di lui e su alcuni magistrati, tra cui il giudice di Cassazione Filippo Verde. Nell'agenda di Nicoletti non compare il nome di Renato Squillante, ma entrambi sono coinvolti nell'inchiesta Italsanità, a causa della consulenza di 100 milioni affidata al figlio musicista di Squillante e della presenza nell'inchiesta di 3 prestanome di Nicoletti
10 Maggio

Depositate dalla Procura di Palermo altre 2.000 pagine contenenti nuove dichiarazioni su Giulio Andreotti, fatte dal pentito Tullio Cannella e dall'ex agente del Sismi Piero Egisto Casalone. Testimonianze anche di numerosi giornalisti e politici. Un cardiologo dell'Ospedale civico di Palermo ha detto che nel 1983, quando era ricoverato nel suo reparto Giuseppe Cambria, socio e parente dei cugini Salvo, ricevette una telefonata dalla segretaria di Giulio Andreotti che chiese notizie del malato. Andreotti smentisce di aver fatto la telefonata e di conoscere il Cambria

Si dà notizia che il sostituto procuratore di Aosta, David Monti, sta svolgendo un'inchiesta negli ambienti politici, della polizia e della Guardia di Finanza, per scoprire di quali amicizie e coperture godeva Gianmario Ferramonti, l'ex consigliere della Pontidafim, la finanziaria della Lega Nord, arrestato assieme a 17 complici il 25 aprile scorso per un grossa truffa, denominata Phoney money, con titoli falsi o rubati e che ha coinvolto grandi istituti di credito internazionali. Ci si chiede se sia possibile che una tale truffa possa essere avvenuta all'insaputa dei servizi segreti. Viene condotta anche una seconda inchiesta che tende a verificare l'esistenza di un'associazione segreta, di cui avrebbe fatto parte il Ferramonti, in grado di suggerire nomi per incarichi di governo, di porre veti e di determinare nomine e promozioni all'interno della burocrazia statale. Si indaga su un italoamericano, Enzo Di Chiara, che vanta amicizie altolocate negli Stati Uniti, dove risiede

15 Maggio Ricomincia da zero a Palermo il processo Andreotti a causa della sostituzione, per malattia, del giudice a latere. Dopo gli adempimenti di rito, i pubblici ministeri e la difesa presentano liste integrative di testimoni
20 Maggio

Arrestato in una villetta alle porte di Agrigento il capomafia Giovanni Brusca. Assieme a lui sono stati arrestati il fratello Enzo, ricercato per associazione mafiosa e omicidi, Domenico Blando, affittuario della casa, pregiudicato per estorsione e reati contro il patrimonio e sospettato di essere implicato in un traffico di droga con il Sud America, e la moglie di Blando, Rosa Ballarò, accusati di favoreggiamento. Nella villa sono state trovate lettere di commercianti e imprenditori che chiedevano a Brusca sconti sul pizzo o raccomandazioni per ottenere appalti

Aperta dal CSM un'inchiesta su 6 giudici di Roma per verificare se ci siano gli estremi per il trasferimento d'ufficio. Si tratta del giudice dell'inchiesta sulla strage di Ustica Rosario Priore, del pubblico ministero Francesco Misiani, del PM dell'inchiesta sull'Italsanità Antonino Vinci, del consigliere di Cassazione Filippo Verde, di Roberto Napolitano, già giudice istruttore a Roma e ora procuratore capo a Grosseto, e di Carlo Izzo, consigliere di Corte d'appello. A Misiani viene contestata l'insistenza nel chiedere notizie sull'inchiesta contro Renato Squillante, agli altri cinque il viaggio negli Stati Uniti nel 1988 per festeggiare Bettino Craxi, nominato uomo dell'anno, viaggio pagato da Cesare Previti

24 Maggio Arrestato il magistrato di Cassazione Filippo Verde con l'accusa di corruzione aggravata per le frequentazioni con il boss della Magliana Enrico Nicoletti, anche lui arrestato per corruzione, da cui avrebbe ricevuto per due anni uno stipendio per un'attività di consulenza e regali in compenso del suo interessamento per l'aggiustamento di processi. Nicoletti è anche accusato di calunnia nei riguardi del procuratore Michele Coiro, che nei giorni scorsi aveva protestato contro il suo coinvolgimento nelle inchieste su alcuni giudici di Roma
27 Maggio Chiesto dalla Procura di Salerno il rinvio a giudizio, per concorso esterno in associazione camorristica, per l'ex magistrato Filippo Verde, già agli arresti domiciliari per corruzione e per i suoi rapporti con il cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti. Lo accusano i pentiti Pasquale Galasso, del clan Alfieri, e Pino Cillari, faccendiere della camorra. Nel registro degli indagati sono iscritte altre persone, tra cui l'avvocato Vittore Pascucci e l'ex generale dell'esercito Giovanni Mayer. Si cerca di identificare chi si è adoperato per l'assoluzione di Pasquale Galasso e per favorirgli la restituzione dei beni sequestrati, in cambio di parecchie centinaia di milioni
28 Maggio Trovato suicida nella sua abitazione di Reggio Calabria il notaio Pietro Marrapodi, massone, che aveva denunciato intrecci tra politica, affari, giustizia, mafia e massoneria. Nel '94 era stato arrestato, assieme ad altre 500 persone, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma era stato assolto dall'incriminazione di aver fatto parte di una loggia massonica segreta finalizzata alla gestione illecita di appalti pubblici. Il 19 aprile scorso era stato rinviato a giudizio assieme ad altre 286 persone, a conclusione dell'inchiesta su 25 anni di attività della 'ndrangheta
29 Maggio Inviato, dal PM di Aosta David Monti che indaga sulla truffa Phoney Money, un avviso di garanzia al generale di divisione Michele Mola, comandante in seconda della Guardia di Finanza. Secondo gli investigatori avrebbe avvertito, tramite Enzo De Chiara, l'italoamericano che è al centro della vicenda, Gianmaria Ferramonti, ex amministratore della Pontidafim ora agli arresti domiciliari, che i suoi telefoni erano sotto controllo. Per De Chiara è stato emesso un ordine di custodia cautelare, per favoreggiamento, spionaggio e violazione del segreto delle indagini. Sembra che De Chiara fosse un interlocutore obbligato per i politici che volessero incontrare esponenti statunitensi, è certo che era pagato come consulente dalla Stet, dall'Efim, dall'Aermacchi e dalle Ferrovie dello Stato. Si parla di un suo ruolo nella scelta di Roberto Maroni come ministro degli Interni e nella mancata nomina di Pino Arlacchi ai vertici dei Servizi segreti.
30 Maggio A Palermo, al processo contro Giulio Andreotti, audizione in teleconferenza di Gaspare Mutolo. Il pentito conferma che i mafiosi erano sicuri che in Cassazione sarebbero stati annullati gli ergastoli del maxiprocesso, per opera di Corrado Carnevale a cui avrebbe parlato Andreotti su richiesta di Salvo Lima.
1 Giugno Emessi dalla Procura di Torre Annunziata (Na) 32 ordini di custodia cautelare e 31 informazioni di garanzia, a seguito delle indagini su un'organizzazione di trafficanti di armi, oro, denaro e materiale radioattivo, di cui 21 già arrestati nell'ottobre scorso. L'inchiesta, chiamata Cheque to cheque, si è avvalsa della collaborazione dei pentiti Francesco Elmo, faccendiere e collaboratore del Sismi, Pierangelo Quinti, maggiore dell'esercito, e Riccardo Marocco, che ha accusato l'arcivescovo di Barcellona, Ricard Maria Carles, di avere fatto da garante nel riciclaggio di 500 miliardi di lire depositati presso lo IOR. I provvedimenti coinvolgono personaggi come Licio Gelli e il figlio Maurizio, il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovsky, il trafficante d'armi Nicholas Oman. C'è, inoltre, una persona che collega in maniera diretta l'agguato alla giornalista Ilaria Alpi (uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994 con l'operatore televisivo Miran Hrovatin) con la maxi inchiesta su traffico di armi, materiale radioattivo e valuta straniera, il suo nome è Omar Mugne. Elmo mette in correlazione i trasporti della cooperazione in Somalia, che avvenivano sotto l'egida del Governo italiano, con strani traffici che partivano dallo studio legale Meroni. Le navi sulle quali lo 007 italiano stava indagando erano quelle di Omar Mugne che, secondo i primi risultati dell'inchiesta di Ferraro, partivano dall'Irlanda con le derrate alimentari, arrivavano a Gaeta ove caricavano armi e ripartivano alla volta della Somalia. Ebbene a Bosaso, uno dei principali porti della Somalia, l'inviata della Rai, Ilaria Alpi, ebbe modo di fare un servizio proprio su una di quelle navi, la Falomar della società armatrice Shifco del signor Omar Mugne. Successivamente la Shifco è passata alla P.I.A. prodotti ittici alimentari del gruppo Panafin, di Pistoia. Il 21 maggio 1994, in un rapporto, la Digos di Udine scrive:"..un peschereccio con la scritta Shifco è stato ormeggiato a Livorno per lunghi periodi. Secondo quanto accertato detta nave sarebbe stata utilizzata per il traffico internazionale di armi. Il capitano è Oman Munye che in passato avrebbe acquistato armi in Jugoslavia per rivenderle a rappresentanti del deposto dittatore Siad Barre". In una successiva relazione, il 23 maggio la Digos di Udine scrive: "...la nave della Shifco ora dovrebbe chiamarsi Mohaumuud Harbi ed essere attraccata al porto di Bosaso". Ed ancora, il 24 maggio."...si precisa che in relazione alla morte dei giornalisti della Rai Alpi Ilaria e Hrovatin Miran si è appreso che il duplice delitto sarebbe avvenuto perché i due avrebbero filmato nel porto di Bosaso una nave proveniente o in partenza per l'Italia, di quelle solitamente utilizzate per il trasporto degli aiuti umanitari in Somalia, il cui carico sarebbe stato sostituito da armi e munizioni. Gli aiuti umanitari in Somalia sono gestiti da Giuseppe Marocchino in collaborazione con Garelli Guido, inquisito per traffico d'armi".
2 Giugno 20 arresti nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque". I PM Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli, con il maresciallo Vincenzo Vacchiano, comandante dei carabinieri di Vico Equense hanno chiesto e ottenuto dal GIP Tommaso Miranda, 36 ordinanze di custodia cautelare, 12 dei quali da notificare all'estero. Perquisite le sedi di due società, la Shifco e la Edilter,con sede a Bologna e Mogadiscio, della quale è socio Omar Mugne (chiamato in causa da Elmo intimo di Bettino Craxi), che sarà interrogato martedì dal PM Pittito, nell'ambito del caso Alpi. Per i 36 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare, con tre eccezioni, l'accusa principale è di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, all'intermediazione finanziaria illecita e, per la prima volta, al traffico di armi. Gli stessi magistrati hanno fatto notificare una ventina di avvisi di garanzia.
3 Giugno

Nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque", è emerso un traffico internazionale relativo a 20 tonnellate d'oro sicuramente vendute. e molte di più in "deposito". Un nome, clamoroso, compare sui certificati di deposito aurifero: Sukarno, l'ex-presidente della repubblica di Indonesia. Il filone "indonesiano" salta fuori dalle "carte" esaminate dal consulente tecnico nominato dai PM, che ha passato al microscopio una montagna di documenti dai quali, afferma l'esperto, emergono prove di transizione di tutti i tipi. A sostegno del filone indonesiano lo stesso perito sottolinea che per quella transazione i "seriali" erano quasi tutti mediorientali costituendo un'aggregazione temporanea, destinata poi a scomparire in occasioni di altre transazioni. Gruppi che vengono definiti ATB, associazioni temporanee di brokers. Rientrano in quel meccanismo di traffico, noto con il nome di roll program, del quale diffusamente parla Riccardo Marocco, egli stesso "broker di rango". Marocco riferisce agli inquirenti di aver organizzato in prima persona l'operazione che vedeva interessato l'arcivescovo di Barcellona, Ricardo Maria Carles Gordò, destinatario di una informazione di garanzia con contestuale richiesta di rogatoria. I risultati raggiunti dal perito dei PM sono contenuti in una relazione preliminare depositata in Procura fin dal 4 aprile. Sfogliando la perizia contabile si notano sigle di banche svizzere, americane e del Vaticano con sedi in Medio Oriente (un'area, quest'ultima particolarmente preferita dai trafficanti di valuta). L'ingegnere Fulvio Leonardi, uno dei professionisti più in vista a Milano e, secondo le dichiarazioni di Francesco Elmo, amico personale dell'ex-sindaco del capoluogo lombardo Paolo Pillitteri e dell'ex-segretario del PSI Bettino Craxi, è certamente uno dei personaggi-chiave dell'inchiesta. Dai risultati investigativi dei PM Fortuna e Novelli, l'ingegnere sarebbe un trafficante d'armi e in particolare di osmio e mercurio rosso, nonché riciclatore di valuta e titoli di Stato. Francesco Elmo racconta, tra l'altro, di un incontro nel ristorante dell'amante di Nicolas Aleksander Oman. "...erano presenti Fulvio Leonardi, Leonardo Mazzega (braccio destro di Oman) e il ministro della guerra croato. Si parlò di missili anticarro e di esplosivo consegnato agli uomini della mafia del Brenta, di Felice Mainiero

Impugnata dalla Procura generale la sentenza della Corte d'assise di Palermo che aveva assolto i neofascisti Gilberto Cavallini e Giusva Fioravanti dall'accusa di aver ucciso Piersanti Mattarella e condannato i componenti della cupola mafiosa come mandanti dell'assassinio

Ascoltati dal CSM i giudici Rosario Priore, Carlo Guglielmo Izzo e Roberto Napolitano sulla loro partecipazione a un viaggio negli Stati Uniti pagato da Cesare Previti. Tutti hanno dichiarato di non sapere che il viaggio era pagato da Previti

4 Giugno Nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque", spunta a sorpresa la pista dell'Olgiata. I PM di Torre Annunziata non confermano né smentiscono, e precisano che in ogni caso la competenza non è la loro e, qualora emergano fatti concreti trasmetteranno immediatamente gli atti ai colleghi competenti. Così come, d'altronde, è stato fatto quando Francesco Elmo ha parlato della misteriosa scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, avvenuta il 2 luglio 1994: quei verbali sono stati inviati al PM di Perugia Fausto Cardella che recentemente ha ottenuto l'archiviazione della vicenda. Analogamente, dicono i PM di Torre, si procederà sul fronte delle indagini per l'uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin. Si è costituito ai carabinieri di Legnano Roberto Pretto. "L'ingegnere di Rho" che in realtà fa l'assicuratore a Milano. Secondo i carabinieri del Maresciallo Vincenzo Vacchiano, che hanno svolto tutte le indagini. Pretto è uno dei personaggi coinvolti in diverse intermediazioni, tra cui quelle delle cosiddette "primary bank garanzie" della Brumj di Jakarta, per intenderci l'affare delle 20 tonnellate d'oro gestito dall'ex-presidente indonesiano Sukarno. Iniziano gli interrogatori e, subito, ecco le prime ammissioni: Mauro Arienti, interrogato ieri a Poggioreale dal GIP Tommaso Miranda e dal PM Paolo Fortuna, non nega l'esistenza di un meccanismo creato per condurre transazioni finanziarie illegali, quello che Riccardo Marocco ha indicato come roll program. Invece nega anche l'evidenza Giacomo Ercolano, titolare di una agenzia immobiliare a Sorrento, che si è trasformata, secondo gli inquirenti, in un'ottima copertura per le sue attività di illecita intermediazione valutaria. Ed ancora l'incontro con Roger D'Onofrio: nega eppure lo sconfessano le dichiarazioni di Maria Vannelli che racconta dell'incontro avvenuto a Lugano. D'Onofrio le fu presentato dalla moglie di Ercolano, Martina Alcher. Quest'ultima, insieme a Patrizia Guttanti, Elena Fontana e Daniela Belli sono state interrogate dai PM. Soltanto la Guttanti, ex-compagna di Elmo, ha confermato la struttura del roll program
6 Giugno Al processo per l'omicidio Pecorelli la Corte decide di riunificare il procedimento contro Giulio Andreotti e Claudio Vitalone con quello contro Gaetano Badalamenti, Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati, e dichiara contumace Badalamenti che aveva comunicato di essere disposto a partecipare ma di essere impedito perché recluso negli Stati Uniti
8 Giugno Riaperta ufficialmente l'inchiesta sull'uccisione di Giuseppe Impastato, in seguito alle dichiarazioni del pentito Salvatore Palazzolo e alla richiesta dei familiari e del Centro a lui intitolato.
10 Giugno

Al processo d'appello per il crac del Banco Ambrosiano confermate le tesi d'accusa ma pene ridotte. Condannati a 12 anni Licio Gelli e Umberto Ortolani; 8 anni per Flavio Carboni e Francesco Pazienza; 4 anni e mezzo per Carlo De Benedetti ex consigliere dell'Ambrosiano

Confermate dalla Cassazione le condanne inflitte dalla Corte d'appello di Palermo nello stralcio del primo maxiprocesso che era stato annullato quattro anni fa. Ergastoli per Totò Riina e per altri 9 componenti la cupola di Cosa Nostra per gli omicidi di Paolo Giaccone e Boris Giuliano, la strage Dalla Chiesa, la strage della circonvallazione di Palermo del 1982 e altri 14 omicidi

12 Giugno Inizia l'udienza preliminare a Firenze per i 36 mafiosi accusati delle stragi dell'estate del '93
17 Giugno Viene data notizia che si trova in un carcere italiano il boss di Altofonte (Pa) Francesco Di Carlo, che stava scontando in Gran Bretagna una condanna a 25 anni per traffico di droga. I pentiti lo accusano di aver ucciso Roberto Calvi.
19 Giugno Al processo contro Giulio Andreotti che si svolge a Palermo, deposizioni dell'ex presidente della Regione siciliana, l'andreottiano Mario D'Acquisto, e dell'economista Paolo Sylos Labini. Il primo ha dichiarato di non aver mai visto assieme Andreotti e i Salvo, mentre precedentemente aveva affermato che Andreotti non poteva non conoscerli. Sylos Labini ha ricordato che quando 23 anni fa fu chiamato da Andreotti, ministro del Bilancio, a far parte del comitato tecnico scientifico del ministero, in cui era sottosegretario Salvo Lima, conoscendo le critiche a Lima e sapendo che esistevano 4 richieste di autorizzazione a procedere contro di lui, chiese all'onorevole Andreatta di prendere contatti con Aldo Moro, presidente del Consiglio, per valutare la possibilità di sostituire Lima. Dopo che Andreatta gli fece sapere che Moro non si sentiva di sostituire Lima perché era troppo forte e troppo pericoloso, Sylos Labini si dimise.
20 Giugno

Invitato a comparire presso la Procura di Palermo Marcello Dell'Utri, deputato di Forza Italia, per rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa. Diversi pentiti, tra cui Calogero Ganci, lo accusano di avere avuto rapporti con mafiosi, tra cui Vittorio Mangano, chiamato da Dell'Utri nel '74 come stalliere nella villa di Berlusconi ad Arcore.

E' stato emesso dal giudice Salvini un mandato di comparizione contro Franco Freda e Giovanni Ventura perché ritenuti responsabili del deposito di armi ed esplosivi, ubicato nelle campagne di Paese in Veneto, nel quale fu fabbricato l'ordigno che il 12 dicembre 1969 fu fatto esplodere a Piazza Fontana. Si tratta di un reato già prescritto. Per la strage, invece non possono essere, incriminati, in quanto sono già stati definitivamente assolti, ma il giudice Salvini afferma che esistono le prove documentali della loro colpevolezza. Si tratterebbe di relazioni di servizio, prodotte da agenti CIA in Italia, che contemporaneamente erano membri di organizzazioni neofasciste che organizzarono gli attentati. Le relazioni sono custodite, attualmente, dalla NATO, nel comando delle forze alleate del sud Europa di Verona. Il giudice Salvini ha chiesto ufficialmente di poterli esaminare. In un rapporto dei ROS dei carabinieri si legge in merito: "Non si comprende perché gli Stati Uniti non abbiano nell'immediatezza della strage, fornito ad un loro alleato, elementi utili per addivenire alla identificazione degli autori del grave fatto di sangue". Noi ci chiediamo, perché gli alti gradi dei carabinieri che erano, evidentemente, altrettanto a conoscenza, non hanno fornito, neanche loro tali elementi, anzi ne hanno fabbricati altri che portavano in tutt'altra direzione. Comunque, anche se un po' tardivamente, il giudice Salvini e i ROS hanno individuato l'intera rete di agenti CIA in Italia che operava alla fine degli anni '60, fra loro: Sergio Minetto, nato a Verona nel 1925, artigiano, ex repubblichino e fiduciario della CIA nel Triveneto, in Argentina ha collaborato con la rete Odessa, era il capo di Carlo Digilio, nato a Roma nel 1937 (il quale ha rivelato l'esistenza dell'arsenale per il quale è stato spiccato l'ordine di comparizione contro Freda e Ventura) esperto di armi negli anni '60 si infiltra, per incarico della CIA, nel gruppo di Freda e Ventura. Altro appartenente alla cellula era Delfo Zorzi, attualmente miliardario in Giappone, il quale confidò a Digilio di aver materialmente collocato la bomba a Piazza Fontana. Altri agenti CIA individuati sono Giovanni Bandoli e Robert Edward Jones ed anch'essi hanno ricevuto un avviso di garanzia per spionaggio politico e militare. Franco Freda invece è attualmente a piede libero in Italia e Giovanni Ventura, sempre a piede libero, in Argentina

25 Giugno Al processo Andreotti il pentito della 'ndrangheta Antonino Mammoliti rivela che Stefano Bontate, su richiesta di Domenico Piromalli, fece cessare i taglieggiamenti nei riguardi del petroliere Francesco Nardini, persona che, secondo Piromalli, interessava ad Andreotti. Successivamente il colonnello dei carabinieri Angiolo Pellegrino dichiarerà che non è stato accertato nessun legame tra Nardini ed Andreotti. Mammoliti rivela pure che il bandito Gaspare Pisciotta, alla cui cella non potevano avvicinarsi i detenuti siciliani, nel 1954 fu avvelenato da un calabrese detenuto all'Ucciardone, su richiesta dei mafiosi e con l'assenso del padre
27 Giugno

Al processo di Palermo contro Giulio Andreotti, il pentito Gioacchino La Barbera ha dichiarato che Cosa Nostra nel '92 voleva uccidere un figlio del senatore, perché questi non si sarebbe impegnato per fare annullare dalla Cassazione gli ergastoli inflitti nel maxiprocesso. Il progetto non fu attuato per l'arresto di Riina

Viene reso noto che durante l'interrogatorio a Marcello Dell'Utri, svoltosi il 26 giugno, i PM di Palermo gli hanno contestato una dichiarazione del pentito Antonino Calderone, secondo cui nel 1976 il manager della Fininvest avrebbe messo a disposizione una casa a Milano per un incontro a cui parteciparono, oltre a Dell'Utri e Calderone, Vittorio Mangano, Mimmo Teresi e il costruttore Attilio Monti. Dell'Utri ha negato di conoscere Calderone

1 Luglio

Arrestato a Reggio Calabria il boss della 'ndrangheta Giorgio De Stefano, capo della cosca omonima. Avvocato penalista, amico di Ludovico Ligato, con forti legami politici ed istituzionali e rapporti con massoneria e servizi segreti deviati, era stato già arrestato alla fine degli anni ottanta, ma subito scarcerato. Era in contatto con la banda della Magliana ed era amico di Bagarella, Cutolo e Santapaola. Era stato l'artefice della tregua tra le cosche reggine per portare a segno l'uccisione del giudice Scopelliti

A Palermo nuovo interrogatorio di 10 ore per Marcello Dell'Utri. Nega che la Fininvest abbia pagato mafiosi e di aver conosciuto Stefano Bontate e gli altri mafiosi di cui parla Calderone, mentre ammette di conoscere Gaetano Cinà da una vita. I pentiti Salvatore Cancemi e Calogero Ganci hanno rivelato che Marcello Dell'Utri avrebbe versato annualmente 200 milioni di lire a Cosa Nostra, consegnandoli prima a Vittorio Mangano e Ignazio Pullarà e poi, per decisione di Totò Riina, a Gaetano Cinà.

Al processo per l'omicidio Pecorelli l'avvocato della difesa annuncia che porterà un nuovo testimone, Alessandro Ortenzi della banda della Magliana, secondo cui Pecorelli sarebbe stato ucciso dalla camorra e ci sarebbe un legame tra la sua uccisione e quella dello psichiatra neofascista Aldo Semerari. Successivamente Claudio Vitalone chiederà che venga ammesso come teste Raffaele Cutolo, secondo cui il delitto sarebbe stato commesso dalla banda della Magliana, perché il giornalista faceva il doppio gioco ed era confidente di Dalla Chiesa

4 Luglio Arrestato per ordine della Procura di Milano il magistrato romano Antonio Pelaggi, accusato di avere ricevuto 400 milioni dal costruttore Renato Armellini in cambio dell'assoluzione in una causa per un'evasione di 500 miliardi. Ad accusarlo è il genero di Armellini, Alessandro Mei, sotto inchiesta per concussione assieme a Francesco De Lorenzo e rinviato a giudizio assieme a Enrico Nicoletti, il cassiere della banda della Magliana. Sono stati arrestati anche l'avvocato tributarista Sergio Melpignano, l'avvocato Giovanni Acampora, il perito Antonio Staffa e Carlo Capitanucci ex colonnello della Guardia di Finanza ed ex ispettore del Secit. Sembra che Pelaggi affidasse le perizie sempre alle stesse persone e con parcelle elevate. Mei inoltre ha tirato in causa anche Cesare Previti e l'ex magistrato Filippo Verde. Per quanto riguarda il perito Antonio Staffa sono intervenute due decisioni assolutorie e precisamente sentenza del GUP del 20.12.1999 n.317/99, depositata il 18.01.2000 e sentenza del Tribunale di Perugia del 29.11.2002 n.02/10882, depositata il 23.05.2003, passata in giudicato a seguito di mancato appello del P.M. Ambedue le sentenze di assoluzione hanno come motivazione la insussistenza dei fatti contestati. Il ricorso per riparazione per ingiusta detenzione presentato da Antonio Staffa è stato riconosciuto con un risarcimento di Euro 13.441,74.
8 Luglio L'inchiesta cheque to cheque fa ritornare d'attualità lo spinoso capitolo di probabili deviazioni all'interno dei nostri servizi segreti e il ruolo che questi settori dell'intelligence hanno avuto nelle spy-story dell'ultimo decennio. Dopo il colonnello Mario Ferraro, nell'inchiesta entra di prepotenza un altro agente dei servizi: Michele Finocchi, ex capo gabinetto del SISDE, condannato dal tribunale di Roma per lo scandalo dei fondi riservati del SISDE e coinvolto nell'inchiesta per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre. A fare il suo nome è Francesco Elmo. L'ufficiale, che si faceva chiamare Bobby, era sempre in compagnia di un "collega": si era presentato con il solo cognome: Martinelli, che in realtà, è Michele Finocchi. Durante la latitanza s'incontrano con lui, in Svizzera, Elmo e Ferraro. Il colonnello del Sismi incarica il suo confidente-collaboratore di controllare le persone che frequentavano lo studio legale dove si appoggiava Rodolfo Meroni (indagato in cheque to cheque), a Zurigo, in via Utoquai 43. E in Svizzera Finocchi ha fatto diversi investimenti, attraverso il suo agente finanziario che è quel Giancarlo Rossi titolare del conto FF2927, alla Trade Development Bank di Ginevra, dove sono passati 2 miliardi della maxitangente Enimont. L'epoca cui fa riferimento Elmo, nei suoi verbali, occupa uno spazio temporale che va dai primi giorni del 1994 a novembre dello stesso anno. Michele Finocchi è stato arrestato il 25 luglio '94
12 Luglio Al processo in corso a Reggio Calabria contro l'ex parlamentare socialdemocratico Paolo Romeo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, il pentito della 'ndrangheta Giacomo Lauro ha rivelato che nel 1979 un sedicente ufficiale della Guardia di Finanza gli dette l'incarico di uccidere Mino Pecorelli, incarico che però non venne eseguito.
23 Luglio Sono stati eseguiti 4 arresti per favoreggiamento a fini terroristici nei confronti degli indagati per la strage di Piazza Fontana del 1969 (individuati in Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni). Si tratta di Roberto Raho, 44 anni, che aveva rapporti con Freda nel '70 e con Giusva Fioravanti successivamente, attualmente consigliere comunale di Alleanza Nazionale a San Nicolò Comenico, nel bellunese, Piercarlo Montagner, fotografo, 50 anni e conosciuto come "l'orecchio italiano di Zorzi", Stefano Tringale, 43 anni, titolare di una ditta di import-export di abbigliamento e Pietro Andreatta, 47 anni, da tempo trasferitosi nel Benin dove commercia in biancheria. Tutti hanno recentemente avuto rapporti con Zorzi. Il PM Felice Casson recentemente, nel corso di un'inchiesta ha fatto intercettare una telefonata di Raho ad un suo camerata in cui si vantava di essere a conoscenza dell'identità degli autori della strage di Piazza Fontana, oltre a molti particolari su quell'attentato e su altri avvenuti nei primi anni '70
13 Luglio Il Tribunale di Perugia ha condannato il questore Mario Fabbri (8 mesi), il colonnello Giancarlo Paoletti (8 mesi), il sottufficiale Vittorio Faranda (6 mesi), tutti agenti del SISDE, per false dichiarazioni al PM nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Mino Pecorelli.
30 Luglio Arrestato, per ordine della Procura di Palermo, Gaetano Cinà accusato di associazione mafiosa. Cinà, amico di Marcello Dell'Utri, è sospettato di avere fatto da tramite tra la Fininvest e la mafia per la riscossione del denaro delle estorsioni per i ripetitori televisivi e la Standa.
1 Agosto

Chiesto il rinvio a giudizio, per concorso in omicidio, per Eva Mikula. Per la Procura di Pesaro il suo ruolo nella banda della Uno bianca non sarebbe stato marginale.

Muore Federico Umberto D'Amato, responsabile per più di 20 anni dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero degli Interni.

2 Agosto Disposta dal PM veneziano Carlo Mastelloni la perquisizione dell'appartamento di Federico D'Amato, l'ex capo dell'Ufficio Affari riservati del Viminale deceduto l'1 agosto. Il provvedimento è in relazione alla vicenda dell'Argo 16, l'aereo dei servizi segreti precipitato nei pressi di Marghera nel novembre del '73. Una perquisizione era già stata fatta nel novembre del '95 in seguito alle indagini su D'Amato e altri due ex responsabili dei servizi segreti accusati di distrazione di documenti riservati.
2 Agosto E' stata perquisita, su ordine del giudice Carlo Mastelloni, l'abitazione di Federico Umberto D'Amato. Sull'ordine di perquisizione è scritto: "Procedimento penale a carico di Zvi Zamir ed altri, ... visto il tenore e il contenuto della dichiarazione del teste La Bruna, visto il ruolo del D'Amato nell'ambito degli Affari Riservati del ministero dell'Interno, si dispone il sequestro del materiale utile alla prosecuzione delle indagini sulla matrice israeliana del sabotaggio" riferendosi all'abbattimento dell'aereo dei servizi segreti italiani Argo 16, il 23 novembre del 1973. Zvi Zamir, era all'epoca, il responsabile dei servizi segreti israeliani.
9 Agosto Rese note le dichiarazioni di Alberto Rapisarda e di altri pentiti su un progetto di rapimento, a metà degli anni settanta, del figlio di Silvio Berlusconi, Piersilvio, da parte di alcuni mafiosi catanesi. Il sequestro non si realizzò perché Pippo Bono e Gaetano Fidanzati avrebbero detto che Berlusconi era una persona intoccabile. Rapisarda ha dichiarato che ci fu la mediazione di Marcello Dell'Utri, che nega pur ammettendo di aver organizzato in quel periodo un soggiorno di tutta la famiglia Berlusconi in Svizzera.
12 Agosto Viene reso noto che il governo italiano il mese scorso aveva preparato l'espulsione del capo della CIA di Roma e di almeno altri 2 agenti, che è stata evitata solo perché Washington li ha richiamati poco prima che il provvedimento divenisse ufficiale negli USA. Durante un'operazione antiterrorismo, infatti, condotta sulla base di una soffiata della CIA ai servizi segreti italiani, è stato fermato un agente della CIA che si era infiltrato nel gruppo. Il servizio segreto USA non aveva però informato i nostri servizi dell'operazione di infiltrazione.
22 Agosto Viene data notizia del pentimento di Giovanni Brusca, che ha ammesso la sua partecipazione alla strage di Capaci, agli attentati del '93 e ad altri 30 delitti. Cautela sulla reale portata del pentimento esprimono i procuratori Caselli e Vigna.
25 Agosto Il vicecapo della Polizia Gianni De Gennaro, sospettato da qualcuno di essere l'ispiratore del piano contro Andreotti, dichiara che ci sono sufficienti motivi per ritenere che nelle dichiarazioni di Brusca siano stati inseriti elementi che possono trasformarle in un attentato alle istituzioni e chiede al boss di consegnare tutti i suoi beni per essere credibile. De Gennaro verrà pesantemente attaccato da politici del Polo. Successivamente Brusca dichiarerà che il piano era una sua invenzione per screditare i pentiti, in particolare Balduccio Di Maggio, e che la personalità che voleva accusare di avere avuto contatti con lui era Luciano Violante. L'idea era nata dal fatto che, nel Natale del '91, trovandosi su un aereo in volo da Palermo a Roma, Giovanni Brusca aveva notato tra i passeggeri Violante, allora membro della Commissione antimafia
28 Agosto A Perugia, al processo per l'omicidio di Mino Pecorelli, Umberto Limongelli, cugino e collaboratore del giornalista, dichiara che, poco prima dell'agguato, Pecorelli gli aveva consegnato un plico da recapitare in tipografia, dicendogli che c'era materiale esplosivo contro il signor G. Alle sue domande, Pecorelli avrebbe risposto a cenni facendo capire che si trattava di un uomo con la gobba
30 Agosto Ucciso ad Altofonte (Pa) Giovanni Francesco Caffrì, pregiudicato per mafia. È cognato del boss di Villagrazia di Carini (Pa) Benedetto Capizzi e di Andrea Di Carlo, fratello di Francesco Di Carlo accusato dell'omicidio di Roberto Calvi. Secondo i pentiti, Caffrì era impegnato a dare ricovero ai latitanti corleonesi
3 Settembre Viene reso noto che un'associazione ebraica per i diritti umani ha scoperto un fascicolo di documenti segreti americani che dimostrano l'esistenza di "Odessa", l'organizzazione nazista che nel 1945 faceva fuggire i nazisti dalla Germania e il cui scopo era di far nascere il "quarto Reich". I documenti sono datati novembre 1944, classificati "secret" e redatti dai servizi segreti francesi. Odessa, come si legge nel dossier, avrebbe dovuto contrabbandare oro, licenze e opere d'arte dalla Germania attraverso i maggiori industriali del paese, nel frattempo in Germania si sarebbe ricostituito il partito nazista come movimento clandestino. Da un telegramma segreto del Dipartimento di Stato USA, datato 4 dicembre 1945, si apprende che la Reichsbank (l'istituo bancario centrale tedesco) aveva un importante deposito d'oro presso la Swiss National Bamk per un valore di 123 milioni di dollari destinati a finanziare Odessa. Nell'operazione erano coinvolte anche la Volkswagen, le acciaierie Krupp, la Brown Boveri, la Messerschmidt, la Zeiss e la Leica
9 Settembre Al processo per l'omicidio di Mino Pecorelli viene ascoltato come testimone Tommaso Buscetta, che conferma di aver saputo da Gaetano Badalamenti che l'omicidio fu un favore ad Andreotti chiesto dai cugini Salvo allo stesso Badalamenti e a Stefano Bontate, ma dice di non essere sicuro del coinvolgimento di Pippo Calò. Rispondendo ad una domanda della difesa afferma di non aver mai detto che Andreotti aveva chiesto di uccidere Pecorelli
11 Settembre Il pentito della banda della Magliana Antonio Mancini dichiara di avere appreso da Renato De Pedis e Danilo Abbruciati, altri componenti della banda ora deceduti, che l'omicidio Pecorelli era stato eseguito da Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera e voluto da Claudio Vitalone, perché Pecorelli aveva documenti relativi al sequestro Moro che potevano danneggiare il gruppo di potere politico-massonico-giudiziario, di cui faceva parte l'ex magistrato. Mancini parlerà pure di un coinvolgimento della mafia tramite Pippo Calò
16 Settembre Arrestati per ordine della Procura di La Spezia l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Lorenzo Necci, il finanziere Francesco Pacini Battaglia, la segretaria di questi Eliana Pensieroso e l'ex deputato DC Emo Danesi, già coinvolto nella vicenda della loggia P2. Sono accusati di associazione a delinquere, peculato, corruzione, abuso di atti d'ufficio, truffa e falso in bilancio. Sarebbero state raccolte prove su un giro di tangenti legate agli appalti per le Ferrovie, in cui il ruolo di collettore sarebbe stato svolto da Pacini Battaglia, già indagato dal pool di Milano per i fondi neri Eni ma non rinviato a giudizio. Si è anche appreso che i primi di settembre Necci era stato raggiunto da un avviso di garanzia dalla Procura di Aosta per l'inchiesta Phoney Money, perché sarebbe stato reticente sui suoi rapporti con l'italo-americano Enzo De Chiara. In carcere anche Pier Francesco Guargaglini, amministratore delegato della società costruttrice di armi, Oto Melara. Infatti l'inchiesta sulle tangenti per gli appalti alle Ferrovie è stata avviata in seguito all'esame di intercettazioni telefoniche ed ambientali ordinate per un'indagine su sospette esportazioni illecite di armi verso il Kuwait, la Bosnia il Perù e l'India, in cui sarebbe implicato Pacini Battaglia. Nelle intercettazioni compaiono i nomi di Cesare Previti, del generale Angioni e del presidente della Finmeccanica Fabiano Fabiani, i quali smentiscono qualsiasi coinvolgimento
20 Settembre Lorenzo Necci ammette di fronte ai pubblici ministeri di La Spezia, Alberto Cardino e Silvio Franz, di avere ricevuto da Francesco Pacini Battaglia 20 milioni ogni mese da circa due anni, ma dichiara che era un prestito perché non gli bastavano i 280 milioni lordi annui che riceveva come amministratore delle Ferrovie, a cui da qualche tempo si era aggiunto un gettone di 600 milioni lordi per l'Alta velocità
25 Settembre Il GR2 ha divulgato un documento che testimonierebbe che Tomaso Buscetta sarebbe un informatore della CIA a partire dal 1966. Il documento, una lettera inviata ad autorità svizzere della DEA nella quale sarebbe scritto che a Buscetta "si può avere accesso solo tramite la CIA" è stato scoperto da un giornalista inglese, Joan Raider. La giornalista in un'intervista ha dichiarato che il contenuto della lettera è stato confermato da "una serie di conversazioni che ho avuto con altri agenti CIA in cui tutti mi hanno detto: Buscetta è nostro"
Ottobre La Procura di La Spezia avvia un'indagine sulla scomparsa, che sarebbe avvenuta nel 1993 durante il trasferimento dalla Procura di Roma a quella di Milano, di un fascicolo a carico di Pacini Battaglia, che era indagato a Roma nell'inchiesta sulla Cooperazione internazionale. Il pm di Roma, Vittorio Paraggio, afferma di avere spedito il fascicolo ad Antonio Di Pietro, che indagava sul banchiere per altri reati, ma questi nega di averne fatto richiesta. Si indaga anche sulla scomparsa di alcuni fogli, che riguarderebbero Di Pietro, di un dossier sequestrato al finanziere Mach di Palmstein, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulla Cooperazione
1 Ottobre Iscritto una seconda volta nel registro degli indagati, per concorso in strage, l'ex funzionario del SISDE Bruno Contrada. La richiesta si basa sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Mutolo riguardanti un incontro, che sarebbe avvenuto a Roma poco prima della strage di via D'Amelio, tra Paolo Borsellino, Contrada e Vincenzo Parisi, alla presenza dell'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino. In quell'occasione Contrada avrebbe dimostrato di conoscere le dichiarazioni di Mutolo, a quel tempo ancora segrete. Mancino smentisce di avere incontrato Borsellino.
2 Ottobre Il pentito Giovanbattista Ferrante, uno dei killer di Salvo Lima e di Giovanni Falcone, ha rivelato di aver partecipato all'uccisione di Emanuele Piazza, un giovane agente dei servizi segreti scomparso nel marzo del 1990. Piazza, la cui scomparsa era stata messa in collegamento con il fallito attentato all'Addaura contro Falcone, fu strangolato per ordine del boss Francesco Madonia che sospettava di lui. Il pentito ha parlato anche dell'omicidio del poliziotto Antonino Agostino, ucciso assieme alla giovane moglie Ida Castellucci, incinta, il 5 agosto 1989. L'omicidio era stato messo in relazione con la scomparsa di Piazza. Ora Ferrante dichiara che dopo il duplice omicidio venne fatta un'indagine tra i mafiosi che portò ad escludere la responsabilità di Cosa Nostra e a sospettare che fosse stata opera dei servizi segreti.
3 Ottobre Contestato a Lorenzo Necci, dal sostituto procuratore di Aosta titolare dell'inchiesta Phoney money, il reato di appartenenza ad un'associazione segreta che interferiva su organi costituzionali, enti pubblici, servizi pubblici essenziali d'interesse nazionale. A Necci verrà contestato anche il reato di riciclaggio, in seguito a dichiarazioni del pentito Francesco Elmo, nell'inchiesta Cheque to cheque aperta dalla Procura di Torre Annunziata.
8 Ottobre Acquisite dalla Procura di Palermo, per l'inchiesta su Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi, le dichiarazioni del nuovo pentito, Francesco Di Carlo, ex capomafia di Altofonte (Pa) accusato da Francesco Marino Mannoia di avere ucciso Roberto Calvi. Di Carlo ha parlato di un incontro, che sarebbe avvenuto nel '74, tra Berlusconi, preoccupato per un possibile rapimento del figlio, Dell'Utri, lo stesso Di Carlo, Stefano Bontate e Mimmo Teresi. I mafiosi avrebbero offerto protezione alla famiglia Berlusconi e a tal fine avrebbero mandato ad Arcore Vittorio Mangano, che fu effettivamente assunto come stalliere. Sul progetto di rapimento del figlio di Berlusconi acquisite anche le dichiarazioni di Gaspare Mutolo, secondo cui i mafiosi avrebbero desistito perché, come gli fu detto dal mafioso Pippo Bono, ormai l'imprenditore era entrato in contatto con Cosa Nostra. Di Carlo ha dichiarato, inoltre, di essersi incontrato con Dell'Utri anche nell'80, in Inghilterra, al matrimonio di un tal Jimmi Fauci, il cui nome si trova nelle inchieste per traffico di droga contro i Caruana-Cuntrera. Alla festa avrebbero preso parte anche Teresi, Gaetano Cinà e l'imprenditore Lillo Adamo, cognato del PM Domenico Signorino, morto suicida nel '92 dopo le dichiarazioni di Gaspare Mutolo, secondo cui il magistrato era colluso con la mafia. Di Carlo ha dichiarato inoltre, subito smentito da Berlusconi e Dell'Utri, che la Fininvest ha pagato tangenti per i ripetitori Tv a Palermo. Per l'omicidio di Roberto Calvi, Di Carlo ha affermato di non esserne responsabile, ma che il banchiere è stato ucciso da camorristi della cosca di Nuvoletta, per ordine di Pippo Calò e Licio Gelli che volevano vendicarsi per l'ammanco di una grossa somma di denaro di loro proprietà. Tra le dichiarazioni del pentito quelle su un incontro con i cugini Salvo, avvenuto a Roma agli inizi degli anni '80 e a cui sarebbero stati presenti i comici Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, durante il quale i Salvo dichiararono che avrebbero dovuto incontrare subito dopo Giulio Andreotti. Ciccio Ingrassia smentisce di essere stato presente e dichiara di conoscere gli esattori solo come contribuente. Di Carlo ha detto inoltre, suscitando smentite e proteste, di aver saputo che erano mafiosi Bernardo Mattarella, Giovanni Musotto, padre di Francesco Musotto ex presidente della Provincia di Palermo e accusato di associazione mafiosa, Casimiro Vizzini, padre dell'ex ministro Calogero Vizzini, e il padre dell'attuale presidente della Regione siciliana, Giuseppe Provenzano.
9 Ottobre Vengono pubblicati sul quotidiano La Repubblica ampi stralci della relazione degli investigatori del Gico di Firenze che hanno indagato su Pacini Battaglia e sugli altri inquisiti per lo scandalo delle Ferrovie. Vi si adombrano responsabilità dei magistrati del pool Mani pulite che non avrebbero indagato a fondo sul banchiere, il cui ruolo sarebbe emerso solo parzialmente e la cui collaborazione sarebbe stata meramente strumentale e rivolta esclusivamente a rendere dichiarazioni tese a limitare i danni per sé e i suoi amici. Tra le persone non indagate dalla Procura di Milano, i finanzieri del Gico includono Lorenzo Necci.
16 Ottobre

Interrogato dal sostituto procuratore di La Spezia, Silvio Franz, il maresciallo della Finanza Salvatore Scaletta, che nella primavera di quest'anno aveva raccolto dichiarazioni del banchiere Pacini Battaglia, inviando poi i rapporti al PM di Milano Piercamillo Davigo. Sembra che i colloqui siano stati sollecitati dallo stesso banchiere, dopo il ritrovamento della microspia al bar Tombini di Roma e la successiva incriminazione del giudice Squillante, e che riguardino l'esistenza di una superlobby di affaristi, politici, magistrati e militari in grado di influenzare affari e inchieste. Secondo il difensore di Pacini Battaglia, il contenuto delle registrazioni non è di alcuna rilevanza. Il 20 ottobre il banchiere verrà iscritto dal pool di Milano nel registro degli indagati per favoreggiamento nei riguardi del generale della Finanza Giuseppe Cerciello. Si sospetta che nella banca svizzera di Pacini Battaglia sia custodito il denaro del generale proveniente da tangenti

Indagate, per riciclaggio e associazione mafiosa, 5 persone che avevano impiegato il denaro di provenienza illecita per l'acquisto di alberghi e multiproprietà a Cortina d'Ampezzo. Tra gli indagati il cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti e il siciliano Antonino Mattarella, fratello dell'ex ministro. Ma nell'inchiesta figurerebbero altre persone tra politici, amministratori, imprenditori e giudici

17 Ottobre Depositata la sentenza con cui è stato condannato a 10 anni, per concorso in associazione mafiosa, l'ex dirigente del SISDE ed ex capo della Squadra mobile di Palermo, Bruno Contrada.
18 Ottobre Sostituiti i vertici dei Servizi segreti. Nominati: il prefetto Vittorio Stelo alla direzione del SISDE, il prefetto Francesco Berardino come segretario generale del CESIS e l'ammiraglio Gianfranco Battelli alla direzione del Sismi.
29 Ottobre

Richiesto dalla Procura di Palermo il rinvio a giudizio per Marcello Dell'Utri, per concorso in associazione mafiosa. Nella memoria della Procura acquisite anche le dichiarazioni del pentito Gioacchino Pennino, secondo cui centinaia di miliardi di Cosa Nostra sarebbero stati riciclati da Licio Gelli, Michele Sindona, Guido Calvi, Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

Aperta un'inchiesta dal giudice Rosario Priore, che indaga sull'abbattimento del DC9 dell'Itavia ad Ustica, sulla società Mediterranean Survey and Service fondata il 24 giugno dell'80 e facente capo a Francesco Pacini Battaglia. Si sospetta che la società francese, a cui la MSS era collegata e che aveva avuto l'appalto per il recupero del DC9, in effetti volesse recuperare uranio arricchito trasportato da un aereo che si sarebbe trovato sotto il DC9 e che sarebbe stato abbattuto assieme all'aereo dell'Itavia.

31 Ottobre Interrogato Lorenzo Necci, dal PM di La Spezia Alberto Cardino, sulla tangente di 5 miliardi pagata, all'inizio degli anni '90, dalla società Tpl per avere dall'Eni un appalto di 500 miliardi. Destinatari della tangente Sergio Cragnotti, che ha confessato, Raul Gardini e lo stesso Necci; mediatore Francesco Pacini Battaglia. Della vicenda si era occupato il pool di Milano che aveva scagionato Necci, accogliendo la versione del banchiere.
4 Novembre A Palermo, al processo contro Giulio Andreotti, depone Francesco Marino Mannoia che conferma quanto già aveva dichiarato sull'incontro tra Andreotti, accompagnato da Nino Salvo e Salvo Lima, e i mafiosi Stefano Bontate, Salvatore Inzerillo, Angelo La Barbera, Girolamo Teresi e Salvatore Federico, due mesi dopo l'assassinio di Piersanti Mattarella.
12 Novembre Iniziato a Firenze il processo per le stragi mafiose del '93
13 Novembre

Pubblicata dal quotidiano Il Manifesto la notizia che la Procura di Palermo ha convocato il parlamentare di AN, Guido Lo Porto, per difendersi dalle accuse di essere colluso con Cosa Nostra. Secondo alcuni pentiti, Lo Porto, alla Camera dal 1972 e sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi, avrebbe avuto l'appoggio, dai primi anni '80, della cosca di Mariano Tullio Troia

Avocata dal procuratore capo di Aosta, Maria Teresa Del Savio Bonaudo, l'inchiesta Phoney Money. Il PM David Monti, titolare dell'inchiesta, chiede l'intervento del CSM.

18 Novembre Concluso a Palermo il processo Golden Market a fiancheggiatori di Cosa Nostra. Condannati per concorso esterno il bancario Salvo Cuccia, il chirurgo Giuseppe Guttadauro e l'avvocato Carmelo Cordaro. Assolti gli altri professionisti, condannati 11 mafiosi
20 Novembre Recuperati in un deposito del Viminale, alla periferia di Roma, 260 faldoni contenenti relazioni e reperti riguardanti le stragi degli anni '70 e che facevano parte dell'archivio dell'ufficio Affari riservati del Ministero degli Interni
21 Novembre

Annullata dalla Cassazione la sentenza della Corte d'appello di Roma che condannava Licio Gelli a 17 anni per i reati di calunnia e millantato credito. In appello tutti gli imputati erano stati assolti dal reato di cospirazione

A Palermo, al processo contro Andreotti, Francesco Pazienza riferisce su conversazioni avute con Gaetano Badalamenti, quando era in carcere negli Stati Uniti: dopo l'arresto dei Salvo, il boss era furente e deciso a chiederne conto alla DC. Per quanto riguarda i politici di cui era a conoscenza, Badalamenti gli parlò di Salvo Lima, dell'ex ministro Ruffini e del senatore Claudio Vitalone, mentre di Andreotti disse di non averlo mai incontrato

28 Novembre L'Espresso pubblica una parte dei verbali degli interrogatori di Filippo Rapisarda e Gioacchino Pennino per l'inchiesta su Marcello Dell'Utri. Viene reso noto che alla fine degli anni '70 ci furono trattative tra Berlusconi e Dell'Utri, che stavano fondando Canale 5, e i capimafia Stefano Bontate e Mimmo Teresi. Secondo Pennino, dopo le uccisioni di Teresi e Bontate il patrimonio del clan potrebbe essere rimasto nelle mani di coloro che lo gestivano e perciò nelle mani di Berlusconi e dei fratelli Dell'Utri
6 Dicembre A Perugia, al processo Pecorelli, il pentito Salvatore Cancemi ha detto che i cugini Salvo sicuramente conoscevano Giulio Andreotti e di avere saputo che Gaetano Badalamenti lo aveva incontrato
12 Dicembre Nell'udienza del processo contro Andreotti, nell'aula bunker di Rebibbia a Roma, il pentito Balduccio Di Maggio ribadisce quanto già dichiarato sull'incontro, che sarebbe avvenuto a Palermo nella casa di Ignazio Salvo allora latitante, tra Giulio Andreotti, accompagnato da Salvo Lima, e Totò Riina, che baciò entrambi
27 Dicembre Depositata la sentenza per il crack del Banco Ambrosiano, con cui la seconda Corte d'appello del Tribunale di Milano ha applicato sconti di pena agli imputati, tra cui Licio Gelli, Umberto Ortolani, Francesco Pazienza e Giuseppe Ciarrapico.