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LE DICHIARAZIONI DI VINCENZO VINCIGUERRA

SULLA STRUTTURA DI GUERIN SERAC OPERANTE A MADRID

Vincenzo VINCIGUERRA si era rifugiato in Spagna dal marzo 1974 al settembre 1975 per sfuggire alla probabile emissione da parte dell’A.G. di Gorizia di un mandato di cattura per il fallito dirottamente aereo di Ronchi dei Legionari e per gli altri attentati commessi in Friuli fra il 1971 e il 1972.

Durante la permanenza in Spagna egli si era appoggiato alla struttura logistica e operativa costituita da GUERIN SERAC e Stefano DELLE CHIAIE e di cui facevano parte spagnoli, italiani, portoghesi, francesi e militanti di altre nazionalità fra cui l’americano Jay Simon SALBY, detto CASTOR.

Tale struttura altro non era che la prosecuzione, sul piano temporale e sul piano strategico, dell’AGINTER PRESS che aveva dovuto abbandonare Lisbona nella primavera del 1974 e porsi quindi sotto la protezione non più della P.I.D.E. (la polizia politica portoghese), ma dei servizi di sicurezza spagnoli.

Le dichiarazioni rese da Vincenzo VINCIGUERRA in relazione a tale argomento, sempre in un’ottica di ricostruzione di determinati avvenimenti storici e non di collaborazione processuale, sono comunque le più ampie e descrittive fra quelle rese a questo Ufficio tra il 1991 e il 1993 e sono le prime che abbiano consentito di comprendere dall’interno i meccanismi del gruppo madrileno e i rapporti precedenti, soprattutto fra GUERIN SERAC e gli italiani, che avevano reso possibile la sua formazione e il suo funzionamento anche in Spagna al servizio della medesima causa per cui già avevano combattuto sin dalla fine degli anni ‘60.

In linea generale Vincenzo VINCIGUERRA ha spiegato che l’attività di GUERIN SERAC e delle persone che operavano con lui abbracciava tutti quei Paesi in cui più forte era il pericolo di un’avanzata da parte dei Partiti e delle formazioni comuniste e che il gruppo insediatosi a Madrid, dopo la "Rivoluzione dei Garofani" portoghese, aveva la caratteristica di essere formato anche da persone ufficialmente ricercate dalle Polizie dei Paesi di appartenenza o comunque emarginate per ragioni politiche, come molti ex-appartenenti all’O.A.S. algerina, ma che in realtà operavano indisturbate sotto la copertura dei servizi segreti dei Paesi occidentali (int. 7.5.1992, f.2).

Dopo GUERIN SERAC, probabilmente sempre rimasto in contatto con i servizi di sicurezza francesi (int. 7.5.1992, f.2), la figura preminente nella fase madrilena era Stefano DELLE CHIAIE, anche in virtù dei rapporti personali che da lungo tempo egli aveva con SERAC (int. 7.5.1992, f.3).

A Madrid il gruppo disponeva di vari appartamenti che servivano come stabile rifugio per i latitanti, soprattutto italiani, e come basi operative:

"....il primo appartamento in cui abitai quando, nell'estate del 1974, arrivai a Madrid provenendo da Barcellona, era quello di Avenida Manzanarre, cui ho già accennato, quello appunto vicino al fiume.

E' qui che fu ospitato per alcuni mesi GUERIN SERAC dopo la caduta del regime di Caetano.

SERAC andò poi a vivere con la moglie in una villetta all'estrema periferia di Madrid.

Credo che questo appartamento fosse regolarmente affittato nell'ambito del mercato immobiliare.

Qui ha abitato anche Mario RICCI e anche DELLE CHIAIE nei periodi in cui era a Madrid.

Era un appartamento che era una sorta di prima accoglienza ed era l'unico che possedevamo in quel momento.

Partii da Madrid nel settembre del 1975 e quando tornai, nel giugno del 1976, c'era un secondo appartamento nella zona centrale di Madrid.

Poi questo appartamento fu lasciato e si creò la disponibilità di due appartamenti. Uno era affittato regolarmente e sostanzialmente per abitarci, mentre l'altro, quello che ci fu procurato da EDUARDO, come ho già accennato, ci era stato appunto procurato dai Servizi Speciali spagnoli ed era "coperto".

Contestualmente alla disponibilità di questo appartamento "coperto", i Servizi Speciali costituirono un fondo per il sostegno dei latitanti italiani che veniva amministrato da Stefano DELLE CHIAIE.

In sostanza, a ciascuno veniva passata mensilmente una somma per le spese personali che si aggirava sulle 7.000 pesetas.

In quest'ultimo appartamento potevano andare solo un numero limitato di persone autorizzate, tra cui oltre me, degli italiani, Mario RICCI e Giuseppe CALZONA.

Con le persone non autorizzate non si poteva nemmeno parlare dell'esistenza di questo appartamento.

Preciso quindi che quando si discusse degli episodi che mi vengono contestati nel presente interrogatorio, cioè quelli contro gli obiettivi algerini, eravamo ancora nell' appartamento di Avenida Manzanarre".

(int. 23.9.1992, f.29.

GUERIN SERAC aveva del resto sempre curato gli aspetti logistici, approntando anche al confine franco/spagnolo uno stabile punto di riferimento per i militanti diretti in Spagna:

"RALPH (nota Ufficio: il nome in codice di GUERIN SERAC) aveva un uomo suo a Port Bou, di nome BOB, che era un ex appartenente ai commandos francesi, sommozzatore e palombaro, e che abitava a Port Bou nella zona francese.

Ricordo che nel 1976 BOB accompagno clandestinamente uno di AVANGUARDIA dalla Francia alla Spagna e l'episodio provocò le rimostranze di RALPH perchè era stato utilizzato il suo uomo a Port Bou senza la sua preventiva autorizzazione.

Posso aggiungere che BOB morì, ufficialmente cadendo in territorio francese dal treno rapido TALGO che unisce Barcellona a Parigi.

L'episodio suscito nel nostro ambiente il forte sospetto che non si fosse trattato di un incidente, ma che si fosse trattato di omicidio ad opera di una struttura nemica.

Questo episodio avvenne verso la seconda metà del 1976".

(int. 30.6.1993, f.2).

Il gruppo italiano coordinato da GUERIN SERAC e DELLE CHIAIE era numeroso.

Oltre a Mario RICCI, Piero CARMASSI, Augusto CAUCHI e Pierluigi CONCUTELLI vi era Giuseppe CALZONA, simpatizzante di Avanguardia Nazionale, il quale si trovava in Spagna perché ricercato per un omicidio di carattere comune commesso in Lombardia (int. 30.5.1992, f.2).

Giuseppe CALZONA, originario della provincia di Catanzaro, era stato effettivamente condannato per l’omicidio, avvenuto a Monza nel 1972, di tale Alfio ODDO e segnalato, in seguito, in Spagna quale probabile componente di un gruppo che eseguiva attentati contro militanti dell’E.T.A. (cfr. nota della Digos di Milano in data 23.6.1992, vol.12, fasc.4, ff.30 e ss.).

E’ singolare che CALZONA sia stato tratto in arresto a Madrid nell’estate del 1984, ma, godendo egli con molta probabilità ancora di coperture, sia stato presto rilasciato benché la richiesta di estradizione delle nostre Autorità riguardasse non un delitto politico, ma un crimine di natura prettamente comune (cfr. nota Digos citata, f.31).

Un altro militante italiano del gruppo aveva invece trovato la morte in un’azione contro un militante dell’E.T.A. avvenuta nel Paese Basco francese:

"Posso dire che un esempio concreto delle attività "coperte" all'estero del gruppo di Madrid fu l'azione cui ho accennato nel libro "Ergastolo per la libertà" che si svolse nel Paese Basco francese e in cui trovò la morte proprio un italiano.

Ciò avvenne alla fine del 1975, io non vi partecipai, ma seppi che un gruppetto di camerati avevano fatto un agguato ad un dirigente dell'E.T.A., uccidendolo, ma questi prima di morire aveva reagito sparando a sua volta e ferendo in modo gravissimo l'italiano, questi, prima che il gruppo potesse rientrare in Spagna, era morto e, a quanto mi fu detto, fu abbandonato in un fiume al fine di non lasciare tracce.

Episodi del genere giustificano la necessità da parte dei Governi e dei Servizi di Sicurezza di qualsiasi Paese di impiegare in operazioni "coperte" persone che non possono essere ricollegate agli stessi Governi in modo tale da neutralizzare gli effetti negativi politici e diplomatici che azioni tese ad eliminare fisicamente avversari, come in questo caso, produrrebbero nell'opinione pubblica nazionale".

(int. 7.5.1992, f.3).

L’italiano caduto nell’azione in territorio francese è da identificarsi quasi con certezza in Mario PELLEGRINO, molto legato a Pierluigi CONCUTELLI e condannato, con questi e con altre persone vicine a Ordine Nuovo, per il sequestro a scopo di estorsione (in realtà a scopo di finanziamento per l’organizzazione) del banchiere Luigi MARIANO, fatto avvenuto nel 1975 in provincia di Taranto.

Mario PELLEGRINO, sfuggito alla cattura, era infatti riuscito a raggiungere la Spagna e di lui non si sono avute più notizie ormai dalla metà degli anni ‘70.

Uno degli uomini di fiducia di GUERIN SERAC presenti a Madrid era l’americano Jay Simon SALBY, soprannominato CASTOR, probabilmente legato alle strutture di sicurezza americane e reduce dall’operazione "Baia dei porci" a Cuba, tanto da essere stato indicato da Fidel Castro, in una trasmissione radiofonica, come il nemico numero uno di Cuba per le sue attività operative contro il Governo castrista (int. 2.6.193, f.1; e anche, sul punto, dep. ZAFFONI, 14.6.1996, f.3)

CASTOR era stato arrestato in Algeria nel 1976 dopo un’azione terroristica commessa infiltrandosi nel Paese con un commando di cui faceva parte anche il francese Jean Pierre CHERID, anch’egli uomo di GUERIN SERAC (int. 18.4.1994, f.4 e, ampiamente, i due capitoli che seguono).

CASTOR era sfuggito alla fucilazione anche grazie all’intervento di GUERIN SERAC che aveva utilizzato a tal fine i suoi rapporti con la Casa Regnante del vicino Marocco (cfr. memoriale VINCIGUERRA allegato all’interrogatorio in data 9.3.1992, f.17, e dep. a personale del R.O.S., 12.1.1995, f.1).

Le azioni "coperte" che il gruppo di GUERIN SERAC aveva organizzato a metà degli anni ‘70 erano numerose e avevano coperto sia Paesi europei sia Paesi extraeuropei.

Ecco, in sintesi, quello che Vincenzo VINCIGUERRA ha riferito per diretta partecipazione o in base agli elementi di conoscenza acquisiti durante la sua permanenza in Spagna:

- Il gruppo si è innanzitutto premurato di contraccambiare concretamente l’ospitalità e l’aiuto offerto dalle strutture spagnole, rendendosi disponibile ad azioni "coperte" contro militanti dell’E.T.A. e altri militanti antifascisti nell’ambito di quella che è stata chiamata la "guerra sporca" condotta dalle strutture parallele spagnole.

Vincenzo VINCIGUERRA non era stato direttamente utilizzato, per scelta di Stefano DELLE CHIAIE, sul piano operativo, tuttavia aveva personalmente ricevuto, tramite Mariano SANCHEZ COVISA, le schede con informazioni e foto segnaletiche relative ai rifugiati dell’E.T.A. in Francia (alcuni dei quali sarebbero poi stati colpiti) e una mitraglietta INGRAM "M10" che doveva essere usata per tali operazioni e che era stata custodita in uno degli appartamenti del gruppo (int. 30.5.1992, f.2).

Certamente gli uomini presenti a Madrid erano perfettamente addestrati per azioni di questo tipo in quanto, come ha ricordato VINCIGUERRA (int.25.7.1992, ff.2-3), sfruttando la sua esperienza di ufficiale dei "commandos" francesi, GUERIN SERAC aveva messo a disposizione dei militanti tutto il suo bagaglio tecnico concernente i metodi per identificare, pedinare e prelevare le vittime ed altresì le tecniche relative all’uso e al trasporto delle armi e degli esplosivi.

Ad esempio, GUERIN SERAC aveva, un giorno, personalmente mostrato a VINCIGUERRA un libro piuttosto grande, tipo dizionario, con un incavo scavato all’interno che serviva per trasportare, senza dare sospetti e in condizioni di sicurezza, esplosivo ed armi di piccolo calibro (int. 25.7.1992, f.3).

Si ricordi, fra l’altro, che proprio con una delle mitragliette INGRAM "M10" (fabbricate negli Stati Uniti, acquistate dal Servizio Centrale della Polizia spagnola nel febbraio 1975 e da tale struttura ceduta al gruppo di Madrid) Pierluigi CONCUTELLI aveva ucciso, nel luglio 1976, il magistrato Vittorio OCCORSIO che all’epoca stava indagando sulle attività di Ordine Nuovo.

- GUERIN SERAC e i suoi uomini avevano inoltre avuto un ruolo determinante nella costituzione dell’E.L.P. (Esercito di Liberazione Portoghese) che, a partire dal 1975, con attentati e azioni di disturbo condotte al confine fra Spagna e Portogallo, aveva tentato di rovesciare il Governo insediatosi in Portogallo dopo la Rivoluzione dei Garofani" (cfr. memoriale allegato all’interrogatorio in data 9.3.1992, f.17; int. 2.6.1993, f.1, e anche annotazione del R.O.S. in data 23.7.1993 sull’attività dell’AGINTER PRESS, vol.35, ff.103-104 e anche int. DIGILIO, 10.5.1996, ff.1-2 e 26.3.1997, f.4).

- L’attività degli uomini di GUERIN SERAC, in ossequio alla teoria che comportava la difesa dei "valori occidentali" ovunque sembrassero minacciati dal campo avverso, si era dispiegata anche in altri Continenti.

Nella primavera del 1974, su richiesta dell’ "uomo forte" del Guatemala, Mario SANDOVAL, un gruppo formato fra gli altri dallo stesso SERAC, da Jay Simon SALBY e da elementi italiani, tra cui l’ex-paracadutista Piero CARMASSI, si era recato in Guatemala per distruggere una base di guerriglieri di sinistra che operava partendo dal Costarica.

Dovendo l’azione essere condotta nel territorio di un Paese sovrano e neutrale, il diretto intervento dei guatemaltechi era inopportuno e quindi l’operazione "coperta" era stata affidata ad elementi stranieri (int. 7.5.1992, ff.2-3, e 27.4.1993, f.2).

- Sempre fra il 1975 e il 1976 stava operando nelle Azzorre un altro uomo di fiducia di GUERIN SERAC, Jean Denis RAINGEARD DE LA BLETIERE, anch’egli ex-ufficiale dell’Esercito Francese, il quale aveva costituito il FRONTE DI LIBERAZIONE DELLE AZZORRE, in realtà non un movimento di liberazione, ma un gruppo secessionista che aveva la finalità di salvare una zona di alto interesse strategico, all’epoca, per gli Stati Uniti.

Infatti, qualora le forze comuniste e quelle ad esse alleate avessero avuto definitivamente il sopravvento in Portogallo, il Fronte costituito da Jean Denis avrebbe dovuto tentare la secessione delle Azzorre dalla madrepatria portoghese al fine di consentirvi il mantenimento delle basi americane (int. 7.5.1992, ff.3-4, e 30.5.1992, f.3).

- La struttura di Madrid era stata in grado di inviare suoi elementi anche in Angola.

Tra la fine del 1975 e l’inizio del 1976, Pierluigi CONCUTELLI e alcuni altri italiani di Avanguardia Nazionale inviati da Stefano DELLE CHIAIE, avevano raggiunto Luanda, capitale dell’Angola, per appoggiare il movimento filo-occidentale "UNITA" nella sua lotta contro il M.P.L.A. (Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola) e le truppe cubane che lo sostenevano (int.3.3.1993, f.1, e 27.4.1993, f.2).

Le truppe cubane avevano tuttavia avuto il sopravvento nella battaglia per il controllo di Luanda e gli italiani avevano dovuto rientrare in Spagna abbandonando così anche un progetto commerciale che avrebbe dovuto servire a finanziare il gruppo (int.9.3.1993, f.1).

- Infine, nel corso del 1977, essendo ormai venute meno in Spagna le più importanti protezioni a seguito della scomparsa del generale FRANCO e del lento, ma progressivo, disgregarsi delle strutture del vecchio regime, tutto il gruppo si era man mano trasferito in Cile e in Argentina, proseguendo comunque le sue attività al servizio delle strutture di sicurezza di tali Paesi, all’epoca retti da regimi dittatoriali anticomunisti (int. 27.4.1993, ff.1-2, e quanto narrato dallo stesso VINCIGUERRA nel volume "Ergastolo per la Libertà", pubblicato nel 1989, pagg.23-49; e interrogatori dinanzi al P.M. di Roma, vol.6, fasc.5, ff.162-185).

In quegli anni, Stefano DELLE CHIAIE e le persone a lui vicine, nonostante il moltiplicarsi, sotto la guida di GUERIN SERAC, di operazioni all’estero che si erano sviluppate in almeno 3 Continenti, non avevano certo cessato di mantenere i contatti con l’Italia e gli avvenimenti che nel nostro Paese interessavano l’area di estrema destra.

Vincenzo VINCIGUERRA ha fatto più volte cenno ad un incontro avvenuto nel 1975 a Madrid nei locali della società ENIESA, facente capo a Stefano DELLE CHIAIE, fra lo stesso DELLE CHIAIE, ROGNONI e Carlo DIGILIO che era appena arrivato dall’Italia e aveva nell’occasione portato a VINCIGUERRA, con tono ironico, i "saluti" di Delfo ZORZI sapendo che fra i due non correvano buoni rapporti (int. 20.11.1992, f.2, e 2.12.1992, f.2).

L’incontro doveva essere particolarmente riservato, se lo stesso VINCIGUERRA era rimasto in una stanza a parte, e solo i tre esponenti ad altissimo livello dell’area di estrema destra si erano trattenuti a parlare separatamente (int. 20.11.1992, f.2).

Carlo DIGILIO, con molta fatica e solo nell’interrogatorio in data 16.5.1997, ha ammesso di essere stato presente a tale incontro, affermando di essere stato condotto quasi casualmente da Giancarlo ROGNONI presso la società ENIESA e che il colloquio con Stefano DELLE CHIAIE era stato un semplice scambio di vedute fra camerati in merito alle ragioni della loro reciproca presenza in Spagna (f.3).

Tale versione "minimalista" non appare certo soddisfacente e l’episodio dovrà essere ulteriormente approfondito visto il livello dei personaggi presenti e anche tenendo in considerazione che Carlo DIGILIO ha dichiarato di non aver mai visto, prima di tale occasione, Stefano DELLE CHIAIE, mentre VINCIGUERRA ha affermato che il loro comportamento al momento dell’ingresso di DIGILIO nei locali della società indicava con certezza che i due già si conoscevano (int. 20.11.1992, f.2).

Nell’estate del 1974, infine, Stefano DELLE CHIAIE aveva organizzato il sequestro e l’interrogatorio di Gaetano ORLANDO, mente politica del M.A.R. (Movimento di Azione Rivoluzionaria) di Carlo FUMAGALLI (sulla figura di ORLANDO cfr. ampiamente il capitolo 24 della sentenza-ordinanza depositata in data 18.3.1995).

Gaetano ORLANDO, prelevato dagli uomini di DELLE CHIAIE presso il Residence Quevedo di Madrid, era sospettato da DELLE CHIAIE di essere in qualche modo responsabile della morte di Giancarlo ESPOSTI, legato ad Avanguardia Nazionale ed infiltrato da DELLE CHIAIE nel M.A.R., gruppo con cui aveva operato nel 1974 sino alla sua morte avvenuta nel giugno dello stesso anno a Pian del Rascino.

Durante il sequestro, Gaetano ORLANDO aveva corso seriamente il rischio di essere eliminato e si era salvato solo perché, nel corso dell’ "interrogatorio" cui lo avevano sottoposto DELLE CHIAIE e VINCIGUERRA, era riuscito a convincere i suoi sequestratori di non avere alcuna responsabilità nella trappola in cui erano caduti Giancarlo ESPOSTI e gli altri militanti vicini ad Avanguardia Nazionale che erano con lui al campo di Pian del Rascino.

Al prelevamento di Gaetano ORLANDO avevano partecipato anche Piero CARMASSI e un argentino e uno spagnolo sempre facenti parte del gruppo di DELLE CHIAIE, mentre nell’appartamento in cui ORLANDO era stato interrogato era presente, in funzione di guardaspalle di Stefano DELLE CHIAIE, un altro suo uomo di fiducia e cioè Mario RICCI (int. 20.11.1992, f.3).

L’episodio è stato rievocato, in termini del tutto analoghi a quelli di VINCIGUERRA, dallo stesso Gaetano ORLANDO nel corso delle testimonianze rese a questo Ufficio e al G.I. di Bologna allorchè egli ha deciso di ricostruire alcuni aspetti della sua esperienza politica (cfr. capitolo 24 della sentenza-ordinanza depositata in data 18.3.1995).

Gaetano ORLANDO ha in particolare confermato la presenza di Mario RICCI come guardaspalle, da lui in seguito incontrato anche in Paraguay nella zona ove si trovava Elio MASSAGRANDE, circostanza questa che indica l’importanza del ruolo operativo e di collegamento svolto da RICCI per Stefano DELLE CHIAIE (dep. ORLANDO a questo Ufficio, 19.10.1992, f.3, e 28.10.1992, ff.1-2; dep. al G.I. di Bologna, 13.11.1992, f.1).

L’azione nei confronti di Gaetano ORLANDO conferma la determinazione del gruppo di DELLE CHIAIE e la capacità di "controllare" gli avvenimenti che si sviluppavano in Italia anche a partire dalla base madrilena.


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