INTERVENTO DI STRANONETWORK A METAFORUM II


LEGISLAZIONE

- Copyright
- Censura
- Crimini informatici
- Licenze d'uso
- Licenze di distribuzione
- Auto-regolamentazione di un monopolio


STRATEGIE DI LIBERAZIONE


UN MODELLO DI UTILIZZO DELLA RETE:
- I principi etici
- I principi teorici:
- Il rapporto (le aspettative standard, soggettive e statistiche)


TRACCE PER UN COORDINAMENTO GLOBALE

- Sviluppo di server distribuiti nel mondo
- Mailing list
- Teleconferenze
- Agenzie d'informazione in rete
- Collegamento costante e scambio di materiali
- Incontri ciclici internazionali di coordinamento
- Tour promozionali internazionali
- Pubblicità della rete popolare e delle sue idee
- Forme di protesta collettive nel cyberspace:
- Lo sciopero virtuale
- Le catene di S. Antonio
- Autonomia imprenditoriale e creazione di gruppi specializzati nel reale:



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LEGISLAZIONE

Una legislazione di stile italiano, una situazione in movimento...

Fino agli anni 90, la legislazione italiana non ha molte leggi riguardanti il diritto a comunicare attraverso le nuove tecnologie dell'informazione.
Un dispositivo di legge (mai applicato) riguardante la tutela della salute dei lavoratori del pubblico impiego ed un altro approvato durante gli anni di emergenza (gli anni 70) che prevede pene severe per chiunque danneggi dispositivi informatici dello Stato sono le uniche iniziative legislative di un certo rilievo prima del Decreto Legislativo sulla protezione del software e la Legge Conso sui reati informatici.
Appena prima dell'approvazione di queste due leggi, la magistratura italiana si avvaleva di vecchi dispositivi di legge per reprimere reati informatici (o forme di espressione hight-tech, a seconda dei csi...) come la legislazione sul copyright del 1941 e gli articoli del codice di italiano riguardanti le intercettazioni telefoniche.
Negli anni 90, una certa classe politica italiana, intuisce l'importanza economica delle nuove tecnologie dell'informazione e nel 92 fa si' di far approvare il Decreto Legislativo sulla protezione del software mentre nel 1993 e' la volta dell'approvazione della Legge Conso sui reati informatici.
Il Decreto legislativo sulla protezione del software prevede pene severe, anche di carattere detentivo, per chiunque duplichi illegalmente programmi per computer protetti da copyright per fini di lucro. Questo Decreto legislativo non tiene in nessuna consideraqzione i programmi Freeware, Public Domain e Shareware presupponendo di classificare, e quindi proteggere, solo i prodotti "industriali". La maniera in cui e' stata interpretato questo decreto e' un altro aspetto contraddittirio da affrontare. E' opinione infatti di molti uomini di legge italiani che solo il fatto di possedere un programma senza avrelo comprato puo' essere considerata attivita' di lucro e quindi chiunque, singolo od ente pubblico usa un programma per computer anche per fini di ricerca od educaticvi sono costretti a comprare il software necessario, l'alternativa e' la persecuzione. In questa maniera, migliaia di istituti di ricerca e scuole italiane non hanno potuto realizzare i loro progetti educativi od istituzionali mentre molti altri si sono visti costretti ad indirizzare molte delle loro energie economcihe verso l'acquisto di software.
La legge Conso prevede severe sanzioni per chiunque si renda responsabile di reati informatici come la diffusione di virus, lo scambio di password violate, e l'intrusione in sistemi informativi protetti. La Legge Conso puo' essere applicata solo nel caso si ravvisi un'attivita' che reca profitto a qualcuno o danno economico a qualcun'altro.
Il Decreto legislativo sulla protezione del software e la Legge Conso sono stati recentemente utilizzati per perseguitare centinaia di BBS amatoriali (due nomi per tutti, le reti Peacelink e Fidonet). Questa enorme azione di polizia che e' internazionalmente conosciuta come l'Italian Crackdown e' stato un calmoroso fallimento in quanto nessun "pirata informatico" e' stato colto con le mani nel sacco ma, purtroppo, allo stesso tempo, ha inferto un duro colpo a diversi giovani ed a molte organizzazioni sociali umanitarie interferendo nella loro vita pubblica e privata.
Nel frattempo, la stessa classe politica e' impegnata nello sviluppo di nuovi strumenti legislativi che dovrebbero regolare i meccanismi di anti-trust nel mercato delle tlc, proteggere la privacy dei cittadini ed organizzare le reti telematiche amatoriali.
Come queste nuove iniziative legislative potranno danneggiare i diritti civili dei cittadini Italiani e' una domanda alla quale risponderemo molto presto.

I principi etici

Chiunque deve essere messo nella condizione di poter partecipare alla comunicazione globale. Per fare ciò in un modello di interfaccia della rete bisogna garantire i seguenti principi etici:

- La proprietà delle reti non deve essere sotto il controllo di monopoli o oligopoli privati o pubblici.

La comunicazione e l'informazione devono essere di tutti, dunque il popolo delle reti deve essere in grado di controllare e partecipare alle scelte gestionali di coloro che posseggono le reti.

- Le reti devono mettersi in collegamento tra di loro a livello globale. Va imposta la creazione di una mappa di link globale che raccolga al suo interno l'indirizzo di tutti i server nel mondo; tale mappa deve essere custodita in determinati server pubblici che devono dare a chiunque la possibilità di aggiungervi l'indirizzo del proprio server. Va imposto ad ogni server di rendere disponibile alla sua utenza tale mappa che dovrà essere aggiornata ciclicamente prelevandola da uno dei server che la custodiscono.

- Deve essere tutelata la privacy di ogni utente.

- Deve essere consentito l'anonimato in rete.

- Deve essere consentito l'uso della crittografia in rete.

- Il sysop non deve essere responsabile dei materiali immessi dagli utenti nel suo sistema.

- La comunicazione non può essere regolamentata da privati ne essere di loro proprietà. L'informazione condivisa da una rete deve essere regolamentata secondo criteri votati collettivamente da tutti gli utenti di tale rete.

- L'informazione deve essere accessibile a tutti.

- Tutti devono poter inserire le proprie informazioni in rete.

- Chiunque, se non per scopo di lucro, deve poter copiare e usare il software o qualsiasi altra informazione di tipo digitale. Deve in tal modo essere garantito che il sapere non sia un'entità astratta e distaccata dall'individuo, bensì deve essergli restituita la possibilità di "adattarsi" alle "interpretazioni" individuali o collettive di chiunque.

- I software di comunicazione non devono contenere al loro interno criteri di selezione che censurino una specifica zona o informazione in rete.

- L'informazione non deve essere censurata.

- Gli standard di comunicazione in rete devono essere il frutto di una decisione globale e diffusa non di una politica economica imposta da un gruppo di potere ristretto.

- Deve essere garantito un costo di acquisto dei materiali hardware necessari alla comunicazione in rete accessibile a tutti. Allo stesso modo va garantita una tariffazione delle bollette relative alle comunicazioni di dati accessibili a tutti. Inoltre lo stato deve garantire una cablatura del territorio a costo accessibile al cittadino, che permetta a chiunque di realizzarsi il proprio server web in casa.

- Le tecnologie e la loro conoscenza non devono sottostare a controlli e politiche economiche che ne frenino la distribuzione o produzione globale.

- Gli orari di lavoro fatto salvo il potere di acquisto devono diminuire per frenare la crescita del tasso di disoccupazione causato dall'uso di nuove tecnologie negli ambiti lavorativi.

- Deve essere garantita la privacy del telelavoratore

- Deve essere garantita la possibilità di socializzare nell'ambito lavorativo al telelavoratore

Come fare movimento nella giusta direzione
e nella direzione del Diritto alla libera comunicazione!

In attesa del futuro siamo stati impegnati negli ultimi anni a contrastare gli effetti dell'Italian Crackdown ed a creare un movimento sociale, culturale e politico capace di difendere la liberta' di espressione ed il diritto di accesso all'informazione ed alla comunicazione dei cittadini italiani.
Nel febbraio 1995 abbiamo organizzato un convegno anzionale delle BBS amatoriali italiane al Museo Pecci di Prato.
Alcuni mesi piu' tardi, ci siamo trovati coinvolti in un dibattito nazionale sulla realizzazione di in disegno di legge riguardante la gestione ed organizzazione delle BBS amatoriali. Pur essendo coscienti che il miglior ambiente di crescita ed attivita' di una BBS e' un ambiente senza regole e limti, comprresi limiti legali, abbiamo partecipato a questo dibattito convinti che un disegno di legge del genere e' inevitabile di questi tempi ed e' importante che venga partorito da qualcuno che ha a cuore i diritti civili piuttosto che da ambienti fascisti ed autoritari.
Come risultato, ora il Parlamento Italiano si trova ad esaminare una proposta scritta da esponenti della "sinistra". Questa proposta a fronte di alcuni elementi contradditori come l'obbligo di registrazione della bbs presso la prefettura contiene diversi articoli riguardanti un possibile uso di pubblica utilita' di programmi freeware, shareware ed anche di programmi commerciali datati mentre altre, pochi articoli, tutelano il diritto a comunicare delle BBS amatoriali (senza tasse, controlli e limti) prevedendo un codice di autoregolamentazione che prevede come unici obblighi quelli di auto-organizzarsi secondo delle regole dettate dalla BBS stessa ed un generico impegno a collaborare con l'autorita' giudiziaria nel caso la BBS si trovi coinvolta in un'indagine per reati informatici.
Sebbene siamo sempre piu' sicure/i che la cosa piu' importante da fare oggigiorno e' la realizzazione di un movimento culturale che abbia a cuore parole d'ordine come: diritto di accesso all'informazione di tipo pubblico, diritto a comunicare, diritto ad esprimere le proprie idee, e cosi' via... saremo impegnati anche in un prossimo futuro per far si' che non venga approvata in Italia una legislazione specifica su questo argomento che possa ledere i diritti civili di tutti coloro che interagiscono con il mondo delle nuove tecnologie dell'informazione.


TRACCE PER UN COORDINAMENTO GLOBALE

Una nuova epoca equivale a un nuovo progetto determinato dalla nuova classe dominante mondiale.
Noi possiamo immaginarci un progetto che liberi le menti dalle catene di pianificazioni imposte dall'alto.
Noi abbiamo l'energia, la forza e la fantasia per immaginare un progetto a lunga scadenza che coinvolga e organizzi nelle idee e nei fatti le persone contro la classe dominante per rivoluzionarne pacificamente gli interessi.

Sviluppo di server distribuiti nel mondo

Mailing list

Teleconferenze

Agenzie d'informazione in rete

Collegamento costante e scambio di materiali

L'unione fa la forza.
Unire il lavoro che ogni gruppo o singolo che lavori per un modello di strategia di liberazione è fondamentale.
Creiamo le nostre mappe di link alternativi e fin quando non verranno accettati i nostri principi facciamole circolare nei nostri server.
Creiamo un circuito di server web che condividano in una delle pagine html il link con tutti gli altri server del circuito.
Non solo, creiamo una collezione di bookmark di siti "alternativi" collettiva e rendiamola disponibile nelle nostre pagine web.
Per contrastare le manovre di chi ha più forza e più denaro dobbiamo contrapporre una organizzazione e un coordinamento più veloce, funzionale e creativo.
Il contatto con i movimenti ci consente una forza promozionale che può fare a meno del denaro investito dalle multinazionali per monopolizzare e controllare il settore delle telecomunicazioni, ma dobbiamo unire i nostri sforzi.
Scambiamoci i materiali fornendo il link al proprio server.
La strategia della mappa alternativa è una delle carte migliori che abbiamo in mano.

Incontri ciclici internazionali di coordinamento

Tour promozionali internazionali

Pubblicità della rete popolare e delle sue idee

Forme di protesta collettive nel cyberspace

Lo sciopero virtuale

Una delle forme possibili di sciopero virtuale potrebbe essere quella realizzata nel seguente modo:
- Decidere, in base alla motivazione dello sciopero, un server oppure un tratto di un cavo che collega uno o più server che si vuole boicottare.
- Decidere un ora e un giorno preciso.
- Invitare 1000, 100.000, 1.000.000 di persone a collegarsi ripetutamente avanti e indietro continuamente all'ora stabilita ai server che si vuole boicottare. Spiegare pubblicamente in rete le motivazioni per cui si effettua tale azione.
Il risultato dovrebbe essere quello di paralizzare il traffico in una zona della rete, così come avviene nel mondo reale quando uno sciopero paralizza il traffico per le strade.
Più ampia è la zona della rete che si viene a bloccare e più ampia sarà la "risonanza mediale" e dunque la riuscita dello sciopero.

Le catene di S. Antonio

Facciamo l'esempio di ciò che è accaduto in relazione della ripresa dei test nucleari da parte della Francia: migliaia di persone hanno iniziato a scambiarsi secondo il metodo della catena di S.Antonio dei messaggi che invitavano a boicottare la Francia.
Una raccolta di consensi "elettronici" tramite tale meccanismo, sebbene susciti la reazione negativa di molti gestori di sistema, ritengo sia una forma efficace di propaganda e quindi di ostruzionismo ad azioni decise verticalmente secondo accordi segreti che non tengono in minima considerazione l'opinione pubblica.

Contro tutte le barriere sociali, per il diritto a comunicare ora !
(Against all kind of social barriers cyber rights now!)


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