CYBER RIGHTS

Collana facente parte della collana WEB DISC ed incentrata sul tema dei cyber-rights

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NUOVE TECNOLOGIE E CONTROLLO SOCIALE: LA TELESORVEGLIANZA

 

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(G.B./ALTRISPAZI)

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1. Le citta' contemporanee rappresentano i laboratori sperimentali della societa' dello spettacolo integrato. Esse sono i luoghi dove si progettano e si mettono in atto tutte le sofisticate tecniche urbanistico-poliziesche di controllo sociale che costringono milioni di persone nell'isolamento, nella passivita' e nella sopravvivenza piena di merci del presente.

Proseguiamo l'analisi delle varie forme di questo controllo, gia' avviata sulle pagine di questa rivista, attraverso l'esame di una tecnica particolare: la telesorveglianza.

2. Sull'esempio di quel "modello associativo del prossimo millennio" (1) rappresentato da Los Angeles, le citta' di tutto il mondo adottano forme di sorveglianza tecnologicamente evolute che si basano sulla fusione di elettronica, informatica, reti telefoniche e sistemi di satelliti. Si calcola, ad esempio, che in Francia siano attivi piu' di un milione di apparecchi di videosorveglianza. A Parigi, dove questo tipo di controllo e' iniziato circa vent'anni or sono, nella sola metropolitana funzionano piu' di 100.000 teleca-mere. E' un processo che riguarda non solo le metropoli o i grandi centri urbani, ma anche le citta' piu' piccole ed i centri piu' periferici.

A Levallois-Perret, cittadina francese di soli 50mila abitanti, ad esempio, la videosorveglianza "pubblica" puo' contare su 100 telecamere dislocate nel territorio cittadino.

Accanto a questa telesorveglianza, cosiddetta "pubblica", gestita direttamente da istituzioni ed amministrazioni, vi e' , inoltre, quella "privata", relativa alla difesa della proprieta' di beni mobili ed immobili.

Pubblico e privato, anche in questo caso, collaborano ed interagiscono approfittando mutuamente dell'interconnesione delle reti di controllo.

La videosorveglianza, diventata economica ed accessibile ad ogni tasca, si diffonde rapidamente anche nei piccoli negozi e nei singoli edifici, ampliando cosi' a dismisura quella "prigione panottica" in cui siamo costretti a vivere.

Avete mai provato a contare le telecamere visibili installate nella

vostra citta' ? Puo' essere un esercizio utile ed istruttivo ! Se, per esempio a Firenze, percorrete la cerchia dei viali e poi imboccate via Cavour fino a piazza del Duomo potrete constatare come ogni crocevia e' telesorvegliato da numerose videocamere che - apparentemente destinate a controllare una sempre piu' ingovernabile e caotica circolazione stradale - vigilano, in realta', su ogni cosa o persona rientri nel loro campo visivo.

3. In ogni momento della nostra vita un occhio vitreo ci scruta. Nei parcheggi, sui viali, nelle piazze e nelle strade, in banca, al lavoro, al supermercato, al museo, alla stazione, all'aeroporto, allo stadio...l'obiettivo di una telecamera ci segue, cattura i nostri gesti, registra la nostra immagine, la memorizza e puo modificarla ed utilizzarla in mille modi, senza che noi ce ne accorgiamo. Le telecamere di nuova generazione, di dimensioni molto ridotte, sono in grado di mettere a fuoco e seguire, in un campo visivo di 360gradi, qualsiasi cosa. Dissimulate sotto forma di lampada o lampione, esse si mimetizzano facilmente sia all'interno che all'esterno degli edifici. Questi strumenti sono in grado di attivarsi automaticamente in presenza di comportamenti anomali (ad esempio un uomo che corre) oppure, coadiuvate da opportuni programmi software, sono in grado di riconoscere i volti (risalendo quindi, in tempo reale, all'identita' del soggetto filmato) o le targhe delle autovetture (identificando, altrettanto rapidamente, il proprietario); oppure di analizzare la carta di identita' unica ed individuale costituita dallo schema dell'iride dell'occhio umano. Non e' fantascienza, a Chicago un analizzatore retinico di questo tipo e' in funzione da tempo. Interi edifici sono sottoposti a sistemi di sensori in grado di analizzare e controllare, non solo otticamente, le condizioni di luminosita', temperatura, umidita', di rilevare il movimento di cose e persone e di comandare il funzionamento di porte, ascensori, ecc. E' cio' che avviene, ad esempio, in alcune costruzioni di Nancy, dove si sperimentano tali forme di videosorveglianza, 24 ore su 24.

4. Il settore della distribuzione di merci, supermercati in testa, e' stato all'avanguardia nell'utilizzo degli strumenti di sorveglianza televisiva. Ogni frequentatore di supermercato, infatti, e' soggetto a quello che i socio-psico-poliziotti definiscono "furto d'impulso", cioe' l'appropriazione istintiva degli oggetti che sono astrattamente disponibili, ed in bella mostra, sugli scaffali. Il consumatore, in questo caso, prende alla lettera la propaganda dell'abbondanza capitalistica, messa in atto nell'esibizione smisurata di beni di ogni tipo, impadronendosene e negando, proprio attraverso il furto, la stessa razionalita' oppressiva dei prodotti in quanto merci ed il loro valore slegato dall'uso.

La videosorveglianza e' usata oggi, nei supermercati, non solo per prevenire e controllare questi furti, ma anche per studiare i comportamenti di acquisto, per verificare la vendibilita' delle merci, per sondare i gusti e le preferenze dei consumatori, per monitorare l'appetibilita' dei nuovi prodotti. La videosorveglianza partecipa, dunque, in questo modo, alla messa in produzione dello stesso consumatore, laddove i suoi comportamenti - registrati dalle telecamere ed analizzati - divengono immediatamente produttivi e finiscono per incrementare i profitti delle aziende.

La telesorveglianza del lavoro e' ormai tradizione consolidata. Essa si sviluppa e diviene sempre piu' efficace attraverso l'utilizzo di videocamere collegate a computer. Nel caso dei supermercati, ad esempio, un sistema di questo tipo e' in grado di controllare il lavoro delle casse, proiettando sullo schermo del sorvegliante ogni singola registrazione effettuata, consentendo cosi' uno stretto controllo dell'efficienza e della produttivita' di ogni lavoratore, oltre che a verificare la sua precisione ed onesta'.

5. Ma l'applicazione piu' recente della videosorveglianza e' quella dell'autocontrollo sociale elettronico. Case popolari, quartieri ed intere citta' vengono concepite, progettate ed affittate o messe in vendita appoggiandosi alla videosorveglianza, che viene propagandata come un indispensabile servizio, con il motto: "l'occhio di ciascuno diventa l'occhio di tutti". In Francia, gli alloggi HLM ( Habitations a' Loyer Modere) di St.Pierre du Periay, di Louvier, del quartiere nord di Marsiglia, dell'intera citta' di Bagnolet, nella regione parigina, sono forniti di un sistema di controllo televisivo delle parti comuni collegato con i citofoni ed i televisori dei singoli appartamenti. Sullo schermo casalingo scorrono le immagini dei coinquilini che entrano od escono, che parcheggiano la macchina o che prendono l'ascensore. Tutti possono sapere se il vicino di casa e' rientrato tardi, magari sbronzo, la sera prima e tutti sono potenziali attori-spettatori di questa rappresentazione. Si sviluppa, cosi', un vero e proprio voyeurismo della vita quotidiana immiserita e ridotta a pura sopravvivenza spettacolarizzata. Questo autocontrollo sociale non e' limitato alla sola Francia, ovviamente. Anche negli USA, ad esempio, "i progetti di case popolari (...) stanno cominciando ad assomigliare agli infami <villaggi strategici> che furono usati per incarcerare la popolazione rurale del Vietnam"(2). L'auto-tele-sorveglianza ed i programmi di Community Policing, infatti, trasformano i quartieri cittadini in giganteschi network di vicini di casa diventati vigilanti e confidenti delle forze dell'ordine. L'attuazione di questi programmi americani e' simile ai "modelli della ex Germania dell'Est o della Corea del Sud, dove gli informatori della polizia di ogni isolato indagano sui loro vicini e spiano i forestieri sospetti"(3).

6. Il futuro della telesorveglianza e' legato all'integrazione dei sistemi televisivi con quelli satellitari. Entro la fine degli anni '90 le piu' grandi aree metropolitane degli Stati Uniti utilizzeranno il satellite Landsat, connesso con il Sistema Informativo Geografico, con lo scopo dichiarato di dirigere la congestione del traffico e supervisionare la pianificazione fisica del territorio. In realta', tale tecnologia, connessa con i sistemi informativi delle forze di polizia, puo' sorvegliare milioni di individui e/o le loro autovetture contrassegnate elettronicamente (4). Il livello di definizione di tali strumenti di sorveglianza e', infatti, enorme. Si pensi, ad esempio, che i satelliti denominati Key-Hole (buco della serratura), in orbita tra i 320 e gli 800 km di quota, riescono a riconoscere oggetti della dimensione di un'arancia. Costantemente attivi, essi controllano regolarmente ogni zona del pianeta e possono essere manovrati, da terra, per stabilire le migliori condizioni di osservazione.

Una applicazione nostrana di questa tecnica di telerilevamento e' stata proposta, recentemente, a Bologna. Un satellite, collegato alla centrale operativa dell'azienda comunale di trasporti, dovrebbe controllare i singoli autobus fornendo, in tempo reale, il rapporto tra il volume complessivo di passeggeri in circolazione ed il numero di obliterazioni effettuate. In questo modo sara' possibile calcolare il numero di "clandestini" circolanti, consentendo ai controllori di effettuare interventi esattamente mirati a quei mezzi che, effettivamente, contengono passeggeri senza biglietto. Gli stessi bus, inoltre, saranno equipaggiati di videocamere in grado di filmare le targhe di quelle automobili che viaggiano sulle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici.

7. Tutto questo spiegamento di forze e di mezzi viene messo in piedi dal capitale spettacolare nel tentativo di impedire il rovesciamento della sopravvivenza in vita vera, nel tentativo di impedire la trasformazione dell'isolamento e della separazione delle persone in vera comunicazione e socialita', nel tentativo di ritardare il piu' possibile la trasformazione della passivita' spettacolare nella costruzione diretta di una vita quotidiana liberata.

Ma non c'e' tecnologia, per quanto evoluta e sofisticata, in grado di sopprimere il desiderio di vivere, pienamente e felicemente, un'esistenza sottratta al bisogno, al dominio, al lavoro, alla mercificazione, allo sfruttamento ed al controllo.

NOTE:

(1) La definizione e' di M. Davis, del quale si segnalano: La citta' di quarzo, manifestolibri, Roma, 1993, pp.206 e Agonia di Los Angeles, Datanews, Roma, 1994, pp.83.

(2) Davis 1994, pp. 55-56.

(3) Davis 1994, p. 68.

(4) Cfr. Davis 1994, p. 63.