Gianni Romano
1)
Non ho mai pensato di occuparmene, per me non è una questione.
2)
Ho una rubrica su "Flash Art Italia" (ArtScape) nella quale faccio un reportage continuo dei siti d'artista o d'arte più interessanti; sono corrispondente dall'Italia di "ArtNet" (http://www.artnet.com); ed editore di "Postmedia" una rivista online (http://www.oasinet.com/postmedia). Questi sono i ruoli ben definiti che ho in rete, ma a parte questo ci sono giornate nelle quali comunico più in rete che al telefono, specialmente con l'estero dove gli artisti hanno preso l'abitudine ad avere la propria "homepage" o mandarti documentazioni tramite FTP o email.
3)
In rete l'eccesso d'informazione crea una notevole quantità d'informazione di scarsa qualità. E' difficile trovare ciò che si cerca. Non è un caso che in rete i motori di ricerca assumano una fondamentale importanza, ma anche con questi non sempre è facile. E' difficile anche cercare informazioni sui paesi europei perché la rete è per la maggior parte composta da siti statunitensi. Uno degli esempi che faccio sempre è quello che è mi è capitato quando ho dovuto fare una ricerca sulla fotografia contemporanea: mi sono ritrovato in un sito sadomaso in California. Da questo tipo d'inconvenienti è nata l'idea di creare un website composto soltanto da siti d'arte contemporanea europei. In questo modo è possibile avere un quadro (sorprendentemente ricco) di ciò che è diventata l'arte europea in rete. "European Art Links", nato dopo due mesi di lavoro, scambi di opinioni con i siti esistenti e un tam-tam che si è subito diffuso tra artisti che hanno già una certa pratica in rete, è stato incluso da "The Thing" tra le sue pagine ed è online da metà dicembre all'indirizzo: http://thing.at/euroartlinks mentre una versione più aggiornata si trova su Postmedia. Questo è un esempio da citare quando si parla di americanizzazione della rete. "European Art Links" dimostra non solo la diffusione dell'arte contemporanea europea sulla rete, ma anche l'interesse che il mondo ancora ha nei confronti del vecchio continente europeo, che molti esperti danno per spacciato in termini informatici. In rete, come in arte, sono sempre i contenuti a fare la differenza.
4)
No. Non credo molto ai cambiamenti del concetto tradizionale di arte: primo perché non esiste da molto tempo un concetto tradizionale di arte, secondo perché credo che le nuove scoperte tecnologiche non influenzino mai l'arte se non in modo indiretto. Mi fa ridere l'idea che ogni volta che il mercato presenti un aggeggio ci siano degli artisti che pensano "ecco devo usare il nuovo giocattolo!". La tecnologia è come la politica, prima o poi entrerà nella tua vita dalla porta principale. La rete ha già prodotto notevoli cambiamenti nella velocità della comunicazione, ha aumentato dinamiche interattive e, soprattutto, ha compiuto un salutare e necessario atto di familiarizzazione con quella "macchina stupida" che è il computer. La rete cambia la società, non l'arte.