indice scena seconda

PROLOGO
Con questa commedia vogliamo raccontare un fatto veramente accaduto in America nel 1921.
Un anarchico di nome Salsedo, un emigrante italiano "precipitò" da una finestra del 14° piano della questura centrale di New York. Il commissario della polizia dichiarò trattarsi di suicidio.
Fu condotta una prima inchiesta e quindi una super-inchiesta da parte della magistratura e si scoprì che l'anarchico era stato letteralmente scaraventato dalla finestra dai poliziotti durante l'interrogatorio.
Al fine di rendere più attuale e quindi più drammatica la vicenda, ci siamo permessi di mettere in opera uno di quegli stratagemmi ai quali spesso si ricorre nel teatro. Cioè a dire: abbiamo trasportato l'intera vicenda ai giorni nostri e, invece che a New York l'abbiamo ambientata in una qualunque città italiana... facciamo conto Milano.
E' logico che, per evitare anacronismi, siamo stati costretti a chiamare commissari i vari sceriffi, questori gli ispettori e così via.
Avvertiamo ancora che, qualora apparissero analogie con fatti e personaggi della cronaca nostrana, questo fenomeno è da imputarsi a quella imponderabile magia costante nel teatro che, in infinite occasioni, ha fatto sì che perfino storie pazzesche completamente inventate, si siano trovate ad essere a loro volta impunemente imitate dalla realtà!

PRIMO TEMPO
Una normale stanza della questura centrale. Una scrivania, un armadio, qualche sedia, una macchina da scrivere, un telefono, una finestra, due porte.
COMMISSARIO - (Sfogliando degli incartamenti rivolto ad un indiziato che se ne sta seduto tranquillo).
Ah, ma non è la prima volta che ti travesti allora. Qui dice che ti sei spacciato due volte per chirurgo, una volta per capitano dei bersaglieri... tre volte vescovo... una volta ingegnere navale... in tutto sei stato arrestato vediamo un pò... due e tre cinque... uno, tre... due... undici volte in tutto... e questa è la dodicesima...
INDIZIATO - Sì, dodici arresti... ma le faccio notare signor commissario che non sono mai stato condannato... ho la fedina pulita io!
COMMISSARIO - Beh... non so con che razza di gabole tu ce l'abbia fatta a scantonare... ma ti assicuro che stavolta la fedina te la sporco io... puoi giurarci!
INDIZIATO - Beh, la capisco commissario: una fedina immacolata da sporcare, fa un pò gola a tutti...
COMMISSARIO - Sì, fai lo spiritoso... Qui la denuncia dice che ti sei fatto passare per psichiatra, professore già docente all'università di Padova... Lo sai che per millantato credito c'è la galera?
INDIZIATO - Sì, per il millantato credito messo in piedi da uno sano... ma io sono matto: matto patentato... guardi qua il libretto clinico: sono stato ricoverato già sedici volte... e sempre per la stessa ragione: ho la mania dei personaggi, si chiama "istriomania" viene da istriones che vuol dire attore. Ho l'hobby di recitare delle parti insomma, sempre diverse. Soltanto che io sono per il teatro verità, quindi ho bisogno che la mia compagnia di teatranti sia composta da gente vera... che non sappia recitare... d'altra parte io non ho mezzi,, non potrei pagarli... ho chiesto sovvenzioni al ministero dello spettacolo ma siccome non ho appoggi politici...
COMMISSARIO - Appunto, così ti fai sovvenzionare dai tuoi attori... gli tiri il collo...
INDIZIATO - No, non ho mai tirato bidoni a nessuno io...
COMMISSARIO - Ancora un pò: s'è fatto pagare addirittura ventimila lire per una visita...
AGENTE - (che sta alle spalle dell'indiziato) Ammazza che carabinata!
INDIZIATO - E' la normale tariffa di uno psichiatra che si rispetti... per uno che ha studiato per sedici anni la stessa materia!
COMMISSARIO - Appunto ma tu, quando mai hai studiato?
INDIZIATO - Io, per vent'anni ho studiato, in sedici manicomi diversi... su migliaia di matti come me... giorno per giorno... e anche di notte... perché io, a differenza dei normali psichiatri, dormivo con loro... magari di piedi con altri due, perché mancano sempre i letti.
Ad ogni modo, s'informi, e vedrà se non gli ho fatto una diagnosi più che perfetta a quel povero schizofrenico per il quale mi hanno denunciato.
COMMISSARIO - Anche le ventimila lire erano perfette!
INDIZIATO - Ma commissario... sono stato costretto per il suo bene!
COMMISSARIO - Ah, per il suo bene? fa parte della terapia?
INDIZIATO - Sicuro... se non gli carabinavo le ventimila, lei crede che quel poveraccio e soprattutto i suoi familiari sarebbero stati soddisfatti? Se gli avessi chiesto cinquemila avrebbero immancabilmente pensato :"Dev'essere uno che vale poco: forse non è un vero professore, sarà appena laureato, un principiante". Invece così, dopo la sparata gli è mancato il fiato e hanno pensato: ma chi è questo? Il padreterno?... sono andati via felici come una pasque... e piangevano di commozione.
COMMISSARIO - Per la miseria, come la sai raccontare bene...
INDIZIATO - Ma non sono frottole commissario... perfino Freud dice... la parcella salata è il più efficace dei toccasana tanto per il medico che per l'ammalato!
COMMISSARIO - E ci credo, ad ogni modo dai un'occhiata alla carta di presentazione e al suo ricettario... se non sbaglio c'è scritto: Professore ANTONIO RABBI, Psichiatra. Già docente all'università di Padova... avanti.. me la conti adesso!?
INDIZIATO - Prima di tutto, io, professore lo sono davvero... professore di disegno... ornato, mano-libera alle serali del Sacro Redentore...
COMMISSARIO - E va bene... complimenti! Ma qui dice: Psichiatra!
INDIZIATO - Bravo, ma dopo il punto! La conosce lei la sintassi e la punteggiatura? Osservi bene: Professore Antonio Rabbi. Punto. Poi c'è maiuscolo P.psichiatra! Ora guardi che non è mica millantato un titolo dire: "io sono psichiatra". E' come dire "io sono psicologo, botanico, erbivoro, artritico". La conosce lei la grammatica e la lingua italiana? Si? Beh, allora dovrebbe saperlo che se uno scrive archeologo è come se scrivesse bergamasco... mica vuol dire che ha fatto gli studi!
COMMISSARIO - Si, ma quel "già libero docente all'università"?
INDIZIATO - Ecco, mi spiace, ma stavolta è lei che millanta: m'ha detto che conosce la lingua italiana e la sintassi e la punteggiatura, e poi salta fuori che non sa neanche leggere corretto...
COMMISSARIO - Cosa non so...
INDIZIATO - Ma non ha visto la virgola dopo il già?
COMMISSARIO - Eh, sì... c'è una virgola... ha ragione non ci avevo fatto caso.
INDIZIATO - Ah, ho ragione!.. "non ci aveva fatto caso". E lei col fatto che non ci fa caso, ti sbatte in galera un innocente?
COMMISSARIO - Ma è proprio matto (senza rendersi conto ha cominciato a dargli del lei)... cosa c'entra la virgola!
INDIZIATO - Niente, per uno che non sa la lingua italiana e la sintassi!... Che poi mi deve dire che titolo di studio ha ... e chi l'ha promossa lei... Mi lasci finire!... La virgola è la chiave di tutto, si ricordi! Se dopo il "già" c'è la virgola, tutto il senso della frase cambia di colpo.
Dopo la virgola, dovete prender fiato... breve pausa intenzionale... Poiché: "sempre la virgola impone diversa intenzionalità".
Quindi si leggerà:"Già, e qui ci sta bene anche una smorfietta di sarcasmo... E se poi ci vuol fare un mugugno ironico sfottente, meglio ancora! Allora... ecco la lettura corretta della frase: Già (fa una smorfia e un risolino di testa)... libero docente all'università, altra virgola, di Padova... come a dire: dai non sparar frottole... ma a chi la racconti, chi ti crede... solo i fessi ci cascano!
COMMISSARIO - Così io sarei un fesso?
INDIZIATO - No, lei è solo un pò sgrammaticato... Se vuole posso darle qualche lezione. Le faccio un prezzo buono... Direi di cominciare subito... c'è molto lavoro da fare: mi dica i pronomi di tempo e di luogo.
COMMISSARIO - La smetta di sfottere! Comincio a credere che lei sia davvero uno con la mania di recitare ma sta recitando perfino di essere matto... invece è più sano di me... scommetto!
INDIZIATO - Non saprei.. certo il vostro è un mestiere che porta a molte alterazioni psichiche... Faccia un pò vedere l'occhio? (gli abbassa la palpebra con il pollice)...
COMMISSARIO - Ma insomma! Vogliamo andare avanti con 'sto verbale?
INDIZIATO - Se vuole scrivo io a macchina, sono dattilografo patentato: quarantacinque battute al minuto...
COMMISSARIO - Stia fermo o le faccio mettere le manette!
INDIZIATO - Non può! O la camicia di forza o niente. Sono matto,e se lei mi mette le manette: articolo 122 del codice penale: "chi impone in veste di pubblico ufficiale strumenti di contenzione non clinici o comunque non psichiatrici ad un menomato psichico così da procurargli crisi del suo male, incorre in reato punibile da cinque a quindici anni e perde anche la pensione e il grado".
COMMISSARIO - Ah, vedo che te ne intendi anche di legge!
INDIZIATO - Sulla legge? Tutto so! E' venti anni che studio legge!
COMMISSARIO - Ma cos'hai trecento anni? Dove l'hai studiata legge?
INDIZIATO - In manicomio! Sapesse come si studia bene là dentro! C'era un cancelliere paranoico... che mi dava lezioni. Che genio! So tutto: diritto romano, moderno, ecclesiastico... il codice giustiniano... federiciano... longobardo... greco-ortodosso.. Tutto! Provi ad interrogarmi?"
COMMISSARIO - Non ho tempo... Figurati! Qui, però, non c'è nel tuo curriculum che tu abbia fatto il giudice... e nemmeno l'avvocato?!
INDIZIATO - Ah no, l'avvocato non lo farei mai... a me piace difendere, è un'arte passiva, a me piace giudicare... condannare... reprimere... perseguitare! Io sono uno dei vostri... caro commissario. Diamoci pure del tu!
COMMISSARIO - Attento matto... vacci piano a sfottere...
INDIZIATO - Come non detto...
COMMISSARIO - Allora, ti sei già fatto passare qualche volta per giudice, o no?
INDIZIATO - No, purtroppo non ne ho ancora avuto l'occasione: Ah, come mi piacerebbe: il giudice è il meglio di tutti i mestieri! Prima di tutto non si va quasi mai in pensione... Anzi, nello stesso momento in cui un uomo comune, un lavoratore qualsiasi, a cinquantacinque sessant'anni è già da sbattere via perché comincia ad essere un pò tardo, un pò lento di riflessi, per il giudice, invece, comincia il bello della carriera. Per un operaio alla catena o alla trancia dopo i cinquant'anni è finito: combina ritardi, incidenti, è da scartare! Il minatore a cinquantacinque anni ha la silicosi... via, scartato, licenziato, svelto, prima che scatti la pensione... così anche per l'impiegato in banca, a una certa età comincia a sbagliare i conti, non si ricorda più i nomi delle ditte, dei clienti, il tasso di sconto, la casella della Biam, e quella della SA.SIS.
Via a casa... sloggiare... sei vecchio... rincoglionito! Invece per i giudici no, per i giudici è tutto l'opposto: più sono vecchi e rinco... svaniti, più li eleggono a cariche superiori, gli affidano cariche importanti... assolute! Vedi dei vecchietti di cartone tutti impaludati: cordoni, mantelline di ermellino, cappelloni a tubo con le righe d'oro che sembrano tante comparse del fornaretto di Venezia, traballanti, con delle facce da tappi della val Gardena... con due paia d'occhiali legati con le catenelle, che se no li perdono... non si ricordano mai dove li hanno appoggiati. Ebbene 'sti personaggi, hanno il potere di distruggere o salvare uno come e quando vogliono: danno certe condanne all'ergastolo così come uno dice: "Beh, forse domani piove... ". Cinquant'anni a te... a te trenta... a te solo venti... perché non dimentichiamocelo, da noi... c'è ancora il reato di vilipendio se uno dice male della magistratura... da noi e nell'Arabia Saudita!
Ah, sì, sì... il giudice è il mestiere, il personaggio che chissà cosa non pagherei per riuscire a recitare almeno una volta nella vita. Il giudice di cassazione, dell'ordine superiore "eccellenza... s'accomodi, silenzio, in piedi entra la corte... oh, guardi ha perso un osso... è suo? No, è impossibile, io non ne ho più!".
COMMISSARIO - Allora, vogliamo piantarla con 'sta ciance? Mi hai stordito. Su, seduto lì, e stai zitto! (lo spinge verso la sedia).
INDIZIATO - (Reagendo isterico) Ehi, giù le mani o ti mordo!
COMMISSARIO - A chi mordi?
INDIZIATO - A te! Ti mordo sul collo a anche sul gluteo! Gniam... E se reagisci pesante c'è l'articolo 122 bis: provocazione e violenza ai danni di menomato irresponsabile e indifeso. Da sei a nove anni con la perdita della pensione!
COMMISSARIO - Seduto o perdo la pazienza! (All'agente) E tu cosa fai lì impalato? Sbattilo sulla sedia!
AGENTE - Aì; ma dottore: lui morde!
INDIZIATO - Certo; mordo! Grrr grrr... e vi avverto che ho la rabbia. Me la sono beccata da un cane... un bastardone rabbioso che mi ha morsicato mezza chiappa. però lui è morto e io sono guarito. Sono guarito ma sono ancora velenoso: Maggrruuiim! Uhuouuoh!
COMMISSARIO - Ma porco giuda, ci voleva pure il matto velenoso! Insomma mi fai stendere 'sto verbale, sì o no? Dai, fai il bravo! Poi ti lascio andare... Te lo prometto!...
INDIZIATO - No, mi caci via signor commissario. Sto così bene con lei... nella polizia... mi sento difeso: fuori nella strada ci sono tanti pericoli... la gente è cattiva, vanno in macchina, suonano i clacson, frenano col cigolio... fanno gli scioperi. Ci sono gli autobus e le vetture del metrò con le portiere che si chiudono di scatto... frii gnach... schiacciato... Mi tenga qui con lei... l'aiuto a far parlare gli indiziati... e i sovversivi... io sono capace di fare le supposte di glicerina con la nitro...
COMMISSARIO - Basta insomma... m'hai scocciato!
INDIZIATO - Commissario, mi tenga qui con lei o i butto dalla finestra... a che piano siamo? Al terzo...? Beh, quasi regolamentare, mi butto! Mi butto, e quando sono sotto, ormai morente, sfracellato sul selciato che rantolo... Perché io sono duro a morire... e rantolo moltissimo... arrivano i giornalisti e gli racconto, sempre col rantolo, che siete stati voi a buttarmi giù! Mi butto!
COMMISSARIO - Per favore: piantala! (Alla guardia) Spranga la finestra (esegue).
MATTO - E io mi butto dalla tromba delle scale (va verso la porta).
COMMISSARIO - Per dio! Adesso basta davvero! Seduto, (lo scaraventa sulla sedia) Tu chiudi la porta a chiave... togli la chiave...
INDIZIATO - E buttala dalla finestra... (La guardia stordita va verso la finestra).
COMMISSARIO - Sì, buttala, NO mettila nel cassetto... chiudi il cassetto a chiave... togli la chiave... (l'agente esegue meccanicamente).
INDIZIATO - Mettila in bocca e ingoiala!
COMMISSARIO - No, no, e poi no... a me non m'ha mai preso nessuno per il sedere... (all'agente) dammi sta chiave (apre la porta) Fuori, vattene... e buttati pure dalle scale... fai come ti pare... vado fuori io da matto.
INDIZIATO - No commissario... lei non può! non faccia l'abusivo... non spinga così... la prego... perché mi vuol far scendere? ... Non è la mia fermata!
COMMISSARIO - Fuori! (C'è riuscito, accosta la porta) Oh, finalmente!
AGENTE - Signor commissario devo ricordarle che c'è la riunione dal dottor Bellati... e siamo già in ritardo di cinque minuti.
COMMISSARIO . Perché, che ore sono? (Guarda l'orologio). Ma per la miseria... quel disgraziato m'ha fatto perdere la trebisonda... Andiamo, sbrigati...
(Escono da sinistra e, sulla destra, si riaffaccia alla stessa porta dalla quale era uscito, il matto)
MATTO - Si può.. commissario... disturbo? non si arrabbi sono solo venuto a riprendere i miei documenti... Non mi risponde? su, non mi terrà mica il broncio... facciamo la pace... Ah, ma non c'è nessuno qua! Beh, me li prendo da solo... Il mio libretto clinico... il mio ricettario... ehi qui c'è anche la denuncia... Beh, la stracciamo va... e non parliamone più! E questa denuncia per chi è? (Legge) "Furto aggravato... " Capirai, in una farmacia... niente, niente... sei libero (Straccia) Liberi tutti! (si sofferma a considerare un foglio in particolare) No, tu no... sei una carogna... tu ci resti... tu vai dentro... (lo stende per bene sul tavolo quindi apre l'armadio pieno di scartoffie) Tutti fermissimi... è arrivata la giustizia! Oeu, mica saranno tutte denunce? E io brucio tutto... al gran falò! (prende l'accendino... si accinge a bruciare un pacco di fogli, legge sul frontespizio): "Istruttoria in corso" (poi su di un altro pacco): "...decreto di archiviazione di istruttoria... ". (In quel mentre squilla i
l telefono. Tranquillo il matto risponde): pronto, qui l'ufficio del commissario Bertozzo. Chi parla? No, mi spiace, ma se lei non mi dice chi parla io non glielo passo...! Che è... il commissario... proprio lei in persona? ma no... ma?? Che piacere... il commissario definestra! No, niente, niente... e da dove telefona... e già, che stupido, dal quarto piano... e da dove se no?! Come chi sono? Hai sentito Bertozzo, il terrore dei sovversivi, qui, chiede chi sono... Indovina? Non hai tempo? Andiamo, per un collega si deve sempre avere tempo... avanti: o indovini o il Bertozzo io non te lo passo! Chi sono? Anghiari? (quasi fra sé) Sono l'Anghiari? E si hai indovinato... sono proprio io commissario Pietro Anghiari. Bravo. Beh, che ci faccio qui a Milano... vuoi sapere troppo. piuttosto dimmi, che cos'hai bisogno dal Bertozzo? No, lui non può venire al telefono, dì a me. un giudice superiore? Lo mandano apposta da Washington? Sì,voglio dire, da Roma. ogni tanto mi dimentico che c'è la trasposizione... Ah, sarebbe
una specie di "revisore". Cero, evidentemente al ministero non sono d'accordo sulle motivazioni date dal giudice che ha archiviato l'inchiesta. Ma ne sei sicuro? Ah, non solo "si dice"... mi pareva bene... prima gli va a meraviglia e poi ci ripensano... ah sarebbe per via dell'opinione pubblica che preme... Ma fammi piacere... L'opinione pubblica... ma chi preme... Appunto, il Bertozzo è qui che sghignazza. (Ride spostando la cornetta) Ah, ah! e fa gesti scurrili... ah,ah! /finge di chiamare) Bertozzo, il nostro amico del quarto piano dice che tu ti puoi permettere di sghignazzarci sopra perché non ci sei di mezzo... ma per lui e il suo capo son rogne... ah,ah... ha detto di grattartele con cura! ah, ah.. no stavolta sono io che rido! No, perché mi farebbe davvero piacere che il capo questore ci andasse di mezzo... eh sì, è la verità, puoi anche dirglielo... "il commissario Anghiari ci avrebbe piacere... a anche il Bertozzo è d'accordo con me, senti come ride (allontana la cornetta) Ah, ah! Sentito? E chi se n
e frega se ci sbattono al cesso... Sì, gli puoi riferire anche questo: Anghiari e Bertozzo se ne strafregano... (emette un terribile pernacchio) Prett... sì, è stato lui che ha fatto il pernacchio. Ma non ti scaldare, d'accordo che sei tanto amico del questore di Ustica e Ventotene... ma non c'è mica bisogno di prendersela àsto modo...! Ecco, bravo, ne riparleremo a quattr'occhi. allora, cos'hai bisogno dal Bertozzo, che documenti? Sì, detta che prendo nota: la copia del decreto di archiviazione della morte dell'anarchico... va bene e poi te la fa avere...e anche le copie dei verbali.. sì, sì è tutto qui nell'archivio... E beh, ci credo dobbiate prepararvi bene tu e l'ex guardiano dell'isola. se il giudice che arriva è appena appena una carogna come dicono... come, dove lo dicono? A Roma. io vengo di lì, no? E il fatto che vi stanno preparando 'sto servizio è in giro da quel dì! Certo che conosco il giudice! Malipiero, si chiama. Mai sentito nominare? Beh, lo sentirai. E' uno che s'è fatto una cosa come die
ci anni dic onfino... domanda un pò al tuo capo dei bagnini penali se magari... no, a pensarci bene forse è meglio non chiederglielo... Gli potrebbe venire un colpo e allora non ci si diverte più... Ah, ah! Oeu, ma come sei permaloso dirimpettaio del quarto piano mio... uno manco si può divertire un pò in 'sta polizia musona.
D'accordo, ti faremo sapere subito tutto quanto. Ti saluto... aspetta, aspetta! Ah, ah, c'è il Bertozzo che ha detto una cosa molto spiritosa... se non t'arrabbi te la dico... non t'arrabbi? E va bene allora te la dico: ha detto che... ah, ah.... che dopo 'sta visita del giudice revisore ti spediranno nel sud, magari a Vibo Valentia Calabrese... dove c'è il palazzo della questura che è a un piano solo e l'ufficio per il commissario è nel seminterrato... ah, ah.. hai capito l'antifona: nel seminterrato... Ah, ah! Ah,ah, t'è piaciuta? Non t'è piaciuta? Beh, sarà per un'altra volta. (Finge di ascoltare alla cornetta) Va bene... glielo riferisco subito. bertozzo, il fra non molto calabrese commissario qui presente, ha detto che appena ci incontra a tutti e due ci dà un cazzotto sul muso! Ricevuto, passo, prree! (pernacchio) da parte di tutti e due e chiudo! (il matto abbassa il ricevitore quindi si gettta subito alla ricerca del materiale) "Al lavoro signor giudice, il tempo stringe". A,ah, un'occasione come quest
a per dimostrare a me stesso e al mondo intero che i miei studi sono approfonditi, che sono degno di entrare nella categoria dei "superiori" infallibile e sacri... dove la trovo più? Dio come sono emozionato! E' come se dovessi dare un esame, più di un esame di laurea maxima! Se riesco a convincerli che sono un vero giudice revisore... se non smarrono, per la miseria, sono in cattedra! Ma guai se sgarro! Vediamo un pò, prima di tutto trovare la camminata: (ne prova una leggermente claudicante) no, questa è quella del cancelliere. Camminata artritica ma con dignità! Ecco, così, col collo un pò torto... da cavallo da circo in pensione... (prova e ci rinuncia). No, meglio ancora la "scivolosa" con lo scatto finale (esegue) Mica male! E la "ginocchia di budino"? (esegue) oppure quella rigida a saltabecco (esegue: passi brevi veloci alternando tacco-punta.).
Accidenti, gli occhiali? No, niente occhiali. l'occhio destro un pò socchiuso... ecco, così, lettura di sguincio, poche parole... un pò di tosse: ohcc, ohcc! No, niente tosse... qualche tic? Beh vedremo sul posto, se sarà il caso. Fare mellifluo, voce nasale?! Bonario con scatti all'improvviso, di testa: "No caro questore, lei deve smetterla, lei non è più direttore di un penitenziario fascista... se lo rammenti ogni tanto!". No, no è meglio un tipo al contrario: freddo, staccato, tono perentorio, voce monocorde, sguardo triste un pò da miope... che adopera gli occhiali, ma usa una lente sola: così (esegue facendo la prova, sfoglia alcune carte). Ma tu guarda! Porco boia: eccoli qua i documenti che cercavo! Ehi, calma... cos'è sta sbragata? Rientrare subito nel personaggio... prego! (con tono perentorio) ci sono tutti? Vediamo: decreto di archiviazione del tribunale di Milano... Ah, c'è l'inchiesta sugli anarchici del gruppo romano... col Ballerino in testa... Bene!
(Caccia tutto dentro la cartella, ma prima si assicura che sia vuota, la capovolge e la scuote). Un momento, è che se per caso, c'è rimasto dentro ancora qualche vetrino... non si sa mai, con le borse della giustizia! Verificare sempre prima dell'uso!
(A questo punto dopo che il matto ha preso da un attaccapanni un soprabito scuro e un cappello nero, entra il commissario, non lo riconosce così bardato, ha un attimo di perplessità).
COMMISSARIO - Buon giorno, desidera? Chi cerca?
MATTO - Niente commissario, sono tornato a riprendere i miei documenti...
COMMISSARIO - Ah, ancora lei? fuori!!
MATTO - Per favore, se è nervoso per i fatti suoi, perché se li viene a sfogare su di me?
COMMISSARIO - Fuori! (lo accompagna, spingendolo, alla porta).
MATTO - Ma per dio! Siete tutti nevrastenici qui dentro? A cominciare da quel matto abusivo che va in giro a cercarla per spaccarle la faccia.
COMMISSARIO - (si arresta un attimo) Chi va in giro a cercarmi?
MATTO - Un tale, col maglione girocollo dolcevita, non glielo ha ancora dato il pugno?
COMMISSARIO - Un pugno a me?
MATTO - Sì, a lei e a un altro suo collega... un certo Angari...Angario...
COMMISSARIO - Anghiari... un commissario di Roma... della politica?
MATTO - E che ne so io?!
COMMISSARIO - E perché dovrebbe venirci a dare un pugno 'sto tipo "dolcevita"?
MATTO - Per via di un pernacchio.
COMMISSARIO - Un pernacchio?
MATTO - Sì, anzi due, per telefono... e con la risatina carogna ah,ah... Non si ricorda: ah, ah! (Mima l'allontanare della cornetta come faceva prima).
COMMISSARIO - Ma cosa sta dicendo? Cos'è, un altro dei suoi personaggi?
MATTO - Sì, se ne accorgerà che personaggio quando le arriverà il pugno in un occhio... e non gli posso neanche dare torto... al povero dirimpettaio del quarto piano...
COMMISSARIO - A chi?
MATTO - Al suo collega, cosa gli va a dire che spera tanto che lo sbattano in Calabria al aeminterrato... lui e il suo capo ex guardia confinaria del fascio?
COMMISSARIO - Chi, il nostro questore? quello che...
MATTO - Che vi dirige e vi guida!
COMMISSARIO - Senta, adesso basta, m'ha fatto perdere già troppo tempo... per favore: se ne vada! Vattene!
MATTO - Per sempre? (accenna bacetti di addio) Bciu, bciu! (moto di rabbia del commissario)... Va bene, d'accordo me ne vado. Ad ogni modo, se vuole un consiglio... proprio perché m'è simpatico, appena incontra il "dolcevita dirimpettaio" lei, si abbassi, mi dia retta (esce).
Il commissario manda un gran sospiro poi va diritto all'attaccapanni (lo vede completamente vuoto).
COMMISSARIO - (rincorrendolo) Ma, 'sto disgraziato! Quello con la scusa di fare il matto si frega pure i cappotti... Ehi tu (blocca l'agente che sta entrando in quell'istante) Rincorri quel matto... quello c'era qui prima... Sta uscendo con il mio soprabito... il cappello... e forse anche la borsa... certo, anche quella è mia! Presto, prima che se la batta!
AGENTE - Subito commissario... (si arresta sulla porta, parla rivolgendosi all'esterno, al di là delle quinte) Sì dottore... il commissario è qui... s'accomodi. (Rivolto al commissario che sta armeggiando alla ricerca dei fogli stracciati dal matto).
COMMISSARIO - Ma dove sono andate a finire le denuncie?...
AGENTE - Dottor Bertozzo, c'è qui il commissario della politica che la desidera.
(il commissario Bertozzo solleva la testa dalla scrivania, si alza e gli va incontro, verso la quinta di destra).
COMMISSARIO - Oh, carissimo... proprio un secondo fa parlando di te con un matto che mi diceva... ah, ah... pensa un pò... che appena tu mi avessi incontrato... mi avresti dato... (dalla quinta spunta un braccio rapidissimo. Il Bertozzo si ritrova letteralmente scaraventato a terra, ha ancora la forza di terminare la frase).
COMMISSARIO - ... un pugno! (e crolla).
(dalla porta si affaccia il matto che grida).
MATTO - Gliel'avevo detto di abbassarsi!
Buio: stacco musicale sul buio, probabilmente una marcia grottesca tipo ingresso dei "comici". Il tempo necessario per il cambio di scena.


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