omaggio a

Giuseppe Chiari

giovedì 13 febbraio 1997 ore 21.00 sala Bossi piazza Rossini 2 Bologna


Giancarlo Cardini
Canto ( 64) La mano mangia il foglio ( 67) Fare qualcosa con il proprio corpo e il muro ( 67)
Gisella Frontero
Gesti sul piano ( 65) Intervalli ( 51/ 57)
Daniele Lombardi
Do ( 51) Rompere ( 63) Musica 2-95 ( 95)
Davide Mosconi
Fuori ( 65) Amore ( 66)
Tommaso Tozzi
Suonare la città ( 69)
Esecuzione tramite la pubblicazione del brano originale "Suonare la città" di G. Chiari seguito da un commento di T. Tozzi, sul quotidiano Il Manifesto, domenica 9-02-1997 e su questa pagina Internet.
Carlo Nati
collaborazione tecnica

neon in collaborazione con: il manifesto ultrasuoni Conservatorio di Musica G.B.Martini settore Cultura del Comune di Bologna
NEON 5/b via dei Bersaglieri I-40125 Bologna tel +39 51 264008 fax +39 51 261592 e-mail:asscgn@iperbole.bologna.it http://www.televisual.it/bol/neon.htm



COMUNICATO STAMPA

SALA BOSSI PIAZZA ROSSINI 2 BOLOGNA GIOVEDI 13 FEBBRAIO ORE 21.00

Neon promuove per giovedì 13 febbraio 1997 alle ore 21.00, con ingresso libero, presso la Sala Bossi una serata di omaggio per Giuseppe Chiari, artista e musicista. Giuseppe Chiari ha compiuto 70 anni nel 1996, e continua la sua ricerca artistica e musica le in una posizione che sentiamo vicina e stimolante, sempre al di fuori dei circuiti più ufficiali e consacrati e in rapporto di stretta collaborazione con giovani musicisti e artisti.
Neon propone un intervento fuori dagli schemi, dedicato alla produzione artistica musicale piuttosto che alla produzione artistica visuale di Giuseppe Chiari, riportando il musicista in una sala per concerti.

Insieme con Giuseppe Chiari interverranno Giancarlo Cardini, Gisella Frontero, Daniele Lombardi, Davide Mosconi, Tommaso Tozzi e Carlo Nati.


Suonare la città


Un brano musicale di G. Chiari, eseguito da Tommaso Tozzi


Suonare la città è facile - quasi infantilmente facile -
è anche molto divertente
ma
è illegale
provate - se non ci credete
a suonare la città
e vedrete che vi fermeranno subito
subito non farete neppure due passi
ipotesi:
voi montate un altoparlante su un automobile
mettete nel registratore la Nona
di Ludwig van Beethoven
e avviate l automobile
in una strada centrale
alzate il volume
vi fermano subito
dopo cento metri è una storia vissuta
se avete
un documento qualsiasi che dimostra che voi state trasmettendo
una reclame
allora fanno proseguire - voi e la Nona
se non avete nessun documento
allora voi
suonate la città e questo non ha senso
dunque viene interrotto
potete provare anche montando un intera orchestra
su camion
non è difficile basta avere il denaro per
sessanta persone che fanno di mestiere l orchestrale
ma allora
il fermo sarà ancora più deciso
l evidenza della stranezza
sarà
chiarissima
dunque andare per le strade a suonare è
ancora
un gesto privo di senso
se non
è
una servitù
essere pagati per trasmettere una reclame con sottofondo
di Chopin è una servitù
chiedere l elemosina
è proporsi come servitù
ma
non chiedere soldi e non ricevere soldi per un contratto

ma fare qualcosa che con i soldi non ha nessun rapporto
è suonare la città è suonare per - attraverso - nella città
è
è
una libertà eccessiva per il nostro costume attuale

dunque
dunque
suonare la città è - può essere - anche suonare per - attraverso -
nella città
ma suonare la città può anche essere suonare (complemento oggetto)
la città. dove la città è l oggetto che riceve l azione del suonare.
dove la città sostituisce la parola violino
nell espressione
suonare il violino
suonare la città
invece
che suonare il violino
la città quindi come strumento
come strumento musicale

ma la città possiede delle note da rivelare?
possiede dei tasti delle corde
per rivelare queste note?
direi di no
bisogna quindi considerare la città uno strumento non
a frequenze determinate
già il Berlioz immetteva negli strumenti
strumenti a percussione
la città è quindi uno strumento a percussione
una batteria di strumenti a percussione
è solo un primo passo
è certo però che il secondo passo
e il terzo e il quarto
si faranno solo analizzando lo strumento che
abbiamo scelto
ma che ci dobbiamo ripromettere di obbedire
nella sua struttura
possiamo suonare la città ma non possiamo fare tutto
possiamo fare ciò che la città può fare
ciò che la città ha sempre potuto fare
anche se non ha mai fatto
Secondo una mia umile - ma da contraddire - teoria
la musica si divide nella nostra società (cristiana medioevale)
in quattro spazi che corrispondono a quattro riti
e a quattro significati (ognuno totale) di musica
musica da chiesa
musica da palazzo
musica da fortezza
musica da piazza - da strada
io credo che la vera musica sia l ultima
anche se tutta la musica oggi considerata
TALE
appartiene alla musica da palazzo

dunque il proporre di suonare la città
è anche un cercare di imporre della musica da strada
di fare della musica da strada
non della musica da palazzo fatta all aperto

suonare la città ha senso in arte - come un qualsiasi gesto
artistico - se è un gesto polemico
qualora fosse un gesto non polemico è solo
musica da palazzo
fuori - per un attimo
eccezionalmente -
dal palazzo

ma cos è la musica da strada
è musica per elemosina
o per festa popolare
o per danze
o per gioco
o per chiamarsi
per dare un avvertimento etc...
è musica che interrompe o calca - trasformando allegramente -
un ritmo già esistente - di solito un ritmo di lavoro
fra l interruzione
e il calcare il sottolineare
può esserci una differenza
come fra il consenso e il dissenso
ma spesso il calcare non è un consenso ma un dissenso
gioioso che si appropria del fenomeno e lo trasforma
il problema si presenta molto difficile
nessuna città è ancora mai stata suonata
quei pochi tentativi che sono stati fatti
sono rientrati
la città è tutto
e il tutto è ben difeso

Il problema difficile è anche di difficile impostazione
la città è pubblica
e finora si è guadagnata una certa libertà in privato
una libertà che non esisteva nel 700

ma in pubblico non si ammette nessun gesto espressivo libero
personale
la fantasia è permessa
ma ognuno nella propria casa

baciarsi per la strada è già un cantare
per molto tempo era proibito
poi permesso tollerato solo a Parigi
poi lentamente
ma inesorabilmente
in molte grandi città
ma non nelle piccole

ma nella propria casa gli strumenti sono diversi
più piccoli
dunque la nostra fantasia
non avrà nessun beneficio
da questi esercizi

ciò che si può fare dentro 4 metri per 4 metri
è molto diverso da ciò che si può - deve - fare 4 chilometri per
4 chilometri
le nostre braccia devono divenire più lunghe
c è già chi suona la città
la città non è uno strumento inutilizzato
non è uno strumento non concepito come tale
il problema di suonare la città è già stato risolto
solo che la soluzione
non è l unica
e
NON è LA MIGLIORE
noi tutti suoniamo la città
ma la nostra tecnica è stanca

alcuni - pochissimi - se ne rendono conto
altri - moltissimi - non se ne rendono conto
tutti lo ricevono il suono attuale della città

per questo è difficile suonare la città
perché è interrompere un concerto
un concerto di gente che convenzionalmente suona a memoria uno
stesso spartito
un concerto molto semplice
basta ascoltare una registrazione di rumori della città
per capire che la struttura di questo concerto
è molto rigida
dunque suonare la città è stonare
STONARE
STONARE
STONARE
STONARE
STONARE
STONARE

ma uno stonare che abbia senso
che faccia ridere i bambini non
li
impaurisca
occorre notare che una situazione di estrema miseria
favorisce un suonare la città
i CAMALDOLI un dato tipo di quartiere dell ultimo ottocento
dove lo spazio per ogni uomo era minimo dove la gente viveva
per strada o meglio nelle corti perché non esistevano vere e proprie
strade ma vicoli corridoi volte e cortili dove se
un uomo cantava tutti lo ascoltavano tutti lo potevano riprendere
dove si ascoltavano i rumori i ritmi di ogni lavoro di ogni
martello di ogni mantice dove il parlare da finestra a porta
era ancora recitar cantando
I CAMALDOLI dunque era un ottimo coro per suonare
un ottimo spazio
questo non significa che approviamo quella situazione
di miseria
e conseguentemente
di promiscuità che permetteva
di offrire (nel senso musicale
contrappuntistico
del termine)
e di rispondere (nel senso
musicale...)
questo non significa che noi approviamo quella miseria
ma può significare che la nostra ricerca
di non promiscuità
ha dei difetti
SUONARE LA CITT à
SIGNIFICA
CHE UN GIORNO LONTANO
QUANDO VEDREMO UN UOMO
GIOCARE CON UN LUNGO BASTONE
ATTRAVERSO
UNA CANCELLATA
E LO SENTIREMO FARE CON GLI ELEMENTI PARALLELI
DELLA CANCELLATA
DELLE LINEE TRATTEGGIATE DI RUMORE
Pi ù
FITTE
O
MENO
FITTE
NON VEDREMO UN POLIZIOTTO
ARRESTARLO
PERCH é
DISTURBAVA L O R D I N E

ma passeremo senza badarci
e al bambino che ci chiederà qualcosa
risponderemo
vedi quello suona la cancellata
da grande lo saprai fare anche tu
ed è a questo vero comunismo comunismo comunismo
che dobbiamo arrivare
il concerto è già fissato
traffico disciplinato
accelerazione
frenare
curvare
segnalare

(perché sono stati vietati i segnali
a forma di campanelli
a forma di ruggito
. . . . . .
. . . . . .
. . . . . . .)
questa domanda è centrale per tutta la questione di suonare la città

(perché sono stati vietati i segnali
a forma di campanelli
a forma di ruggito . . . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . . .)
DOVREBBERO DIRCELO
SENZA risposte generiche
il rumore è fortissimo MA
lo si vuole monotono
che sia il risultato di una obbedienza
di una disciplina
NON SI TRATTA DI INIZIARE
a suonare la città
SI TRATTA DI INIZIARE
a suonare la città in un altro modo
SUONA LA CITT à
chi suona per la strada
SUONA LA CITT à
chi suona per la strada
SUONA LA CITT à
chi suona per la strada
SUONA LA CITT à
chi mette dei barattoli dietro la propria automobile
SUONA LA CITT à
chi porta in mano camminando una cosa tentennante
che nell oscillare
fa un rumore a intervalli
costanti

SUONA LA CITT à
chi chiama da un marciapiede all altro un amico
o un amica
NON SUONA LA CITT à
chi forma un orchestra e su un podio in una piazza si mette a
suonare
NON SUONA LA CITT à
chi canta in corteo


( Suonare la città , (1969), in Il metodo per suonare , di Giuseppe Chiari, Martano editore, 1976)


La comunicazione di pensieri produce suoni.

Scrivere un brano musicale, così come ha fatto G. Chiari, dove si descrive la possibilità di un rapporto con la città diverso (stonato) da quelle che sono le normali abitudini (la norma, o disciplina, quotidiana), ha prodotto nel recettore (ascoltatore) di tale riflessione una nuova sensibilità verso l ambiente (il sistema) che lo circonda tale che egli si trova prima o poi nella situazione quotidiana di esecutore del brano musicale Suonare la città .

La città è teatro dove quotidianamente, in modo più o meno consapevole, ma comunque come diretta conseguenza del brano di Chiari, persone (o manufatti creati da persone) producono nuovi suoni.
Non solo.
La nuova sensibilità del recettore (ascoltatore) di tale brano si esprime anche nella comunicazione della propria nuova sensibilità, così acquisita, ad altri. In modo diretto o indiretto; tramite parol e, parlate o scritte, o comportamenti. E tale comunicare è uno dei modi di eseguire il brano di Chiari, implicito nella partitura del brano stesso.

Come un virus, la sensibilità messa in opera dalle parole del brano di Chiari si trasmette tra le persone producendo non solo l esecuzione quotidiana di Suonare la città con azioni, comportamenti e eventi che suonano la città, ma producendo anche nuove potenzialità latenti di messa in opera nel futuro di tale brano.

Come la vibrazione di una corda nella chitarra produce la vibrazione e il suono di un altra corda, come un effetto di eco tra le montagne, così il feedback prodotto dal brano Suonare la città ha creato una sensibilità latente, più o meno consapevole, nella maggioranza di noi che emerge in taluni dei nostri comportamenti o pensieri quotidiani e che in quel preciso momento è esattamente l esecuzione, più o meno consapevole, del brano di Chiari.

Questo articolo è la mia esecuzione, consapevole, del brano Suonare la città di G. Chiari, in occasione del concerto per il suo 70o compleanno Omaggio a Giuseppe Chiari , che si terrà questa sera alle 20.45 presso la Sala Bossi del Conservatorio di Bologna.
Non solo.
Questo articolo è ancora parte della prima esecuzione (di G. Chiari stesso) di tale brano.
I brani di Chiari non sono sistemi chiusi.
Sono causa di modifiche e tali conseguenze sono a loro volta causa di una modifica nel brano originale. I brani di Chiari, dal momento in cui sono eseguiti la prima volta, divengono parte del sistema vita e di esso seguono il ciclo biologico.

A causa B, B causa C, C causa A. Si può chiamarla causalità circolare , preferenza intransitiva , o circuito ricorsivo , il brano di Chiari, così come la sua conseguenza (questo articolo), sono contemporaneamente causa e effetto mettendo in crisi la razionalità della logica classica.

Tommaso Tozzi